AMDuemila 01 Aprile 2023
“Salvo Lima? Era sul libro paga dei servizi segreti americani”
La prima guerra di mafia a Palermo, quella che oppose i fratelli La Barbera ai cugini Greco e culminò nella strage di Ciaculli, fu voluta da Bob Kennedy e orchestrata dalla Cia, che aveva sul proprio libro paga Salvo Lima: potrebbe essere materia di una nuova fiction quanto scritto dal giornalista investigativo americano Seymour Hersh (in foto) sul proprio sito sulla base di documenti di intelligence che, va precisato, lo stesso Hersh non ha visto personalmente ma il cui contenuto gli è stato rivelato da fonti della stessa Cia. Divenuto celebre per aver scoperto e raccontato al mondo il massacro di My Lai in Vietnam e da mesi per aver sostenuto la tesi, confortandola con un’inchiesta giornalistica, che a danneggiare le condutture del North Stream sono stati gli Usa, Hersh, è stato insignito nel corso della sua carriera di numerosi premi, tra cui il Pulitzer, ma negli ultimi anni è entrato nel mirino di diverse critiche (fu lui ad accusare i ribelli siriani di aver avvelenato con il gas Sarin un quartiere di Damasco, rovesciando su loro le responsabilità attribuite da gran parte della stampa e della comunità internazionale su Bashar Assad). Al centro di quella che il giornalista americano titola come “The Kennedys’ secret sicilian operation”. Hersh individua Charles Ford, “The Bobby’s man”, ovvero un agente della Cia che faceva riferimento direttamente a Bob Kennedy, il ministro della Giustizia la cui ossessione era battere la criminalità organizzata, incarnata, tra gli altri, dal boss Sam Giancana (che ebbe la stessa amante di JFK). Fu Sam Halpern, braccio destro di Richard Hems, capo delle operazioni sotto copertura della Cia nei primi anni Sessanta, a raccontare a Hersh il ruolo di Ford: “Nessuno poteva toccarlo” disse Halpern a Hersh, riferendogli che nel 1962 Ford fece almeno due viaggi al mese fuori da Washington e su diretto ordine di Bob Kennedy. La missione di Ford, scrive Hersh citando quanto gli riferì un’altra fonte dell’intelligence americana qualche anno fa, era mettere zizzania tra le famiglie mafiose in Sicilia, che avevano forti legami con quelle americane. Bob Kennedy aveva avuto un primo confronto con l’arroganza del crimine organizzato durante un confronto diretto con Giancana in occasione di un’audizione del boss al Senato negli anni Cinquanta (“Così ridacchiano le ragazzine”, disse l’allora senatore al boss, che non rispondeva alle sue domande e sghignazzava). Secondo documenti interni alla Cia, Ford, il cui nome sotto copertura era Rocky Fiscalini, agiva dalla propria stazione a Roma in cooperazione con agenti del Fbi e con la collaborazione dei carabinieri a un intenso programma di intercettazioni di Cosa Nostra. Quest’ultima disponeva di un proprio network di comunicazioni (walkie-talkies e frequenze radio) che i mafiosi consideravano inattaccabile, ma carabinieri e Cia li stavano già ascoltando di nascosto, fin dentro le loro case e nei luoghi in cui venivano organizzati i summit. Era il momento del punto di svolta per Cosa Nostra, che si accingeva a diventare centrale nel traffico mondiale di cocaina sull’asse con New York. Protagonisti erano, tra gli altri, i fratelli Angelo e Salvatore La Barbera da un lato e i Greco di Ciaculli dall’altro. Ford e altri agenti fidati di Kennedy, secondo un’analisi della Cia del cui contenuto Hersh ha appreso dalla propria fonte, riuscì a innescare la guerra tra le famiglie, con lo scopo di indebolirle, mettendo in piedi una truffa sui profitti di una spedizione di eroina inviata a New York e che accese la prima guerra di Mafia a Palermo. La fonte di Hersh gli disse che era stata la Cia a organizzare “una manipolazione delle informazioni che giungevano alle famiglie, con l’obiettivo di alimentare la loro paranoia e dare il via a una guerra aperta tra loro”. Nelle intenzioni di Bob Kennedy ciò avrebbe indebolito anche le famiglie mafiose negli Stati Uniti. La guerra ebbe l’apice nella strage di Ciaculli, il 30 giugno del 1963, quando l’esplosione di una Giulietta uccise quattro carabinieri. Giunse il momento della pace, voluto anche dalle famiglie americane. Il vertice, scrive Hersh, fu organizzato “dall’allora sindaco di Palermo Salvo Lima in un luogo segreto nell’estate del 1963, ma ciò che la mafia non sapeva era che Lima, esponente della Democrazia Cristiana era stato per anni nel libro paga della Cia, come centinaia di esponenti politici democristiani locali”. Fu Lima a dare il via libera all’installazione delle ‘cimici’ nella stanza in cui si sarebbe tenuto il summit, e dalle intercettazioni, secondo i documenti della Cia, venne fuori, tra le altre, la frase: “Sono stati gli americani a dare il via alla guerra”. “Si parlò di vendetta in diverse discussioni, ma vendetta contro chi?”, scrive Hersh riportando le confidenze della fonte. Sebbene, scrive Hersh, fossero stati pronunciati i nomi di JFK e di suo fratello Bob, nessuna azione venne decisa nei loro confronti né è chiaro se il contenuto di quelle intercettazioni sia mai arrivato alle orecchie del ministro della Giustizia americano. Né un cenno giunse alla Commissione Warren che stava indagando sull’assassinio di Dallas. Ma Bob Kennedy aveva vinto la “scommessa” contro la mafia – scrive Hersh – e la stampa non ne seppe nulla, poiché “si trattava di un programma della Cia segretissimo, come quello relativo oggi alle infrastrutture petrolifere, dei quali nulla deve essere conosciuto a meno che non sia la stessa Cia o qualcuno all’interno del governo a volerlo far sapere”.
Agi
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