Di redazione
Arriva la sospensione del Prefetto di Napoli per il sindaco Luciano Mottola, per il presidente del Consiglio comunale Rocco Marrone e per i due consiglieri comunali coinvolti, Antonio Cuozzo e Massimiliano Grande, finiti nell’inchiesta sul presunto scambio politico mafioso. Si tratta di una misura, quella del prefetto di Napoli, prevista dalla legge Severino.
A reggere il Comune, in attesa di un probabile arrivo di una commissione d’accesso e conseguente scioglimento del consiglio comunale, sarà il vicesindaco Marco Ponticiello. Quest’ultimo, su Repubblica, ha rilasciato dichiarazioni di sostegno a Mottola: «Siamo stati fortemente penalizzati da queste ingerenze altrimenti avremmo vinto già al primo turno – sostiene – abbiamo denunciato quanto stava accadendo alla caserma dei carabinieri di Marano già a giugno. Non ho dubbi sull’onestà del sindaco che conosco benissimo da anni così come del presidente del consiglio comunale”, ha detto Ponticiello a Repubblica. “Sono persone totalmente estranee a questi ambienti malavitosi e abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura che lo dimostrerà». Ponticiello insiste molto sulle denunce presentate che sarebbero la prova del mancato condizionamento della coalizione vincente alle amministrative: «Saremmo stati dei folli altrimenti».
Secondo i magistrati la camorra avrebbe al primo turno appoggiato il candidato sindaco Nunzio Marrone (non indagato), il cui padre Vincenzo è stato arrestato mentre al ballottaggio avrebbe deciso di appoggiare invece la coalizione di Mottola. Regista dell’operazione sarebe stato l’imprenditore Emilio Rostan, fautore di una delle liste, e che avrebbe avuto contatti con esponenti del clan Amato-Pagano, in particolare con Vincenzo Nappi, detto il pittore, ucciso di recente in un ristorante. Rostan in passato aveva avuto Nappi alle sue dipendenze.