30 Maggio 2023 – 19:59
Come vedete dal documento in calce all’articolo, la prefettura di Salerno ha sì fatto scattare l’interdittiva per la Eco Società Cooperativa Sociale Onlus, provvedimento legato all’indagine che Dda di Napoli e Squadra Mobile di Caserta stanno portando avanti da anni, ma non abbiamo potuto fare a meno di segnalare errori che non danno giustizia all’importanza di un’amministrazione dello Stato come una prefettura
CASAL DI PRINCIPE (g.g.) – La notizia, per noi tutt’altro che eclatante, di una nuova interdittiva antimafia, stavolta emessa dalla Prefettura di Salerno, ai danni di una delle cooperative sociali della galassia riferibile all’imprenditore di Casal di Principe Luigi Lagravanese, più volte citato dal collaboratore di giustizia Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan, come un punto di riferimento del clan dei Casalesi del terzo settore, serve solamente ad acquisire altre informazioni sulle attività che Luigi Lagravanese svolgeva attraverso quella che un tempo è stata sua moglie, successivamente anche dopo la separazione, persona di fiducia e socia formale e sostanziale.
Di Sofia Flauto, aversana, si è scritto e, soprattutto, scritto tanto. Si tratta del perno dell’indagine che la Dda di Napoli, insieme alla Prima Sezione della Squadra Mobile della Questura di Caserta, sta ancora effettuando sulla connection tra un cartello monopolistico di cooperative sociali e diverse amministrazioni comunali della provincia di Caserta e della Campania.
Nelle ipotesi di reato formulate e da noi ampiamente illustrate sin dal 10 dicembre 2021, giorno della perquisizione che attinse anche l’allora sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, comune colpito poi da scioglimento per infiltrazione camorristica, abbiamo disegnato uno scenario, attribuendo a Sofia Flauto, al suo ex marito Lagravanese e all’ugualmente conosciuto imprenditore di Carinola trapiantato a Falciano del Massico Pasquale Capriglione, i ruoli di guida di un sistema partecipato anche da politici, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione e da altri imprenditori provenienti sempre dall’agro Aversano, anche loro oggetto di diverse interdittive antimafia.
Questa vicende sono state riassunte, in verità con una modalità piuttosto disordinata e imprecisa, nel dispositivo con cui la Prefettura di Salerno, proprio riferendosi alla figura di Sofia Flauto, ultimamente avvistata in un istituto superiore di Sant’Antimo dove insegna materie letterarie, ha sancito l’interdittiva per la Eco Società Cooperativa Sociale Onlus con sede a Scafati, la cui traccia però prende le mosse da Bari, dove il sindaco della città metropolitana, durante l’anno 2022, segnalò al prefetto del capoluogo pugliese un articolo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno sull’indagine della Dda relativa anche alla Eco Società Cooperativa Sociale Onlus, titolare di attività e progetti nel terzo settore anche a Bari e dintorni.
La ricostruzione della Prefettura è imprecisa perché assembla male le diverse informative ricevute dai Carabinieri di Caserta e Aversa, dalla Gdf di Napoli e, non si capisce perché, non dalla Questura di Caserta, visto che l’indagine madre su Lagravanese, Flauto e Capriglione era ed è nelle mani della Squadra Mobile.
Vengono collegati in maniera errata avvenimenti in una dinamica di cause e di effetti che non è andata così come racconta la Prefettura di Salerno dato che, ad esempio, le perquisizioni del 10 dicembre 2021 non hanno rappresentato l’inizio dell’indagine su Sofia Flauto, l’ex marito Capriglione e compagnia, ma un momento in cui tutti questi soggetti erano già indagati per diversi reati, tutti aggravati dall’articolo 416 bis comma 1 già articolo 7.
Per cui noi ve lo pubblichiamo anche questo dispositivo della Prefettura di Salerno, ma prendetelo con le molle. Le uniche cose interessanti riguardano l’attività che Sofia Flauto avrebbe continuato a svolgere all’interno o attorno a Eco Società Cooperativa Sociale Onlus, anche dopo le perquisizioni e dunque anche dopo aver avuto la notifica di pesanti avvisi di garanzia a suo carico.
Stando alle visure della Eco Società Cooperativa Sociale Onlus, Sofia Flauto ne è stata la legale rappresentante in due momenti distinti, dal 1 marzo 1999 al 10 gennaio 2007 e dal 25 giugno 2012 al 15 dicembre 2022.
Alt, questo è un altro errore nel dispositivo della Prefettura di Salerno, che scrive una data sbagliata e poi la smentisce nel momento in cui afferma che Sofia Flauto si era dimessa nel marzo 2021, a seguito delle perquisizioni ricevute, che però si sono verificate diversi mesi dopo, cioè nel dicembre 2021.
Ciò non cambia la sostanzia dei fatti, ma certe cose vanno precisate perché questa è una Prefettura dello Stato e dovrebbe lavorare in bel altro modo. Per logica deduttiva Sofia Flauto, che conosceva la circostanza dell’indagine anche prima delle perquisizioni, si è dimessa dalla sua carica già il 15 dicembre 2020, sostituita da Valeria Nigido, napoletana, anch’ella gravata da un’indagine per il reato di truffa.
Tutto questo caos trova un minimo di chiarificazione nella parte finale del dispositivo che raccoglie e accoglie le conclusioni degli accertamenti compiuti dal Gico della Gdf e dalla commissione di accesso, nominata dalla stessa Prefettura, l’8 novembre 2022.
Da questa attività di accertamento è emerso un fatto importante, dirimente, e cioè che Sofia Flauto, dopo essersi dimessa, ha continuato nel corso dell’anno 2021 e per diversi mesi dell’anno 2022 a operare per la Eco Società Cooperativa Sociale Onlus grazie ad un contratto di consulente. Di qui la conseguente decisione dell’emissione del provvedimento di interdittiva antimafia emesso dalla Prefettura di Salerno in quanto la Eco Società Cooperativa Sociale Onlus ha sede ha Scafati ed opera erogando servizi ad enti locali di quel territorio.
CLICCA QUI PER LEGGERE L’INTERDITTIVA EMESSA DALLA PREFETTURA DI CASERTA.