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L’imbarazzante silenzio di politica e istituzioni su Valeria Grasso

Riccardo Campolo

Giornalista Palermo

21 giugno 2023 16:10

La legalità non è un concetto astratto, non è qualcosa che serve a riempirsi la bocca o per occupare le prime file di qualche teatro durante l’ennesimo evento “antimafia”, ma è un caposaldo della democrazia che passa anche dalla trasparenza. Trasparenza che, soprattutto per una pubblica amministrazione che agisce nell’interesse della collettività, deve fungere da stella polare. Da oltre tre settimane la redazione di PalermoToday è in attesa di una risposta da parte dell’Agenzia dei beni confiscati sulla vicenda di Valeria Grasso, che da dieci anni occupa un immobile confiscato. E continua a occuparlo nonostante abbia ricevuto un’ordinanza di sgombero nel 2014 e un sollecito a febbraio scorso. Dal direttore Bruno Corda in giù, passando per partiti e rappresentati delle istituzioni, è come sbattere contro un muro di gomma. “Mi scusi, ma chi le ha dato il mio numero?”, ha detto il numero uno dell’Ansbc prima di riattaccare, non ritenendo opportuno – evidentemente – fermarsi per chiarire la vicenda e raccontare ai cittadini come stiano realmente le cose.

Tre settimane di silenzio da parte della politica e delle istituzioni nonostante decine di messaggi e telefonate: dagli uffici della sede palermitana dell’Agenzia fino al sottosegretario del ministero del’Interno Wanda Ferro che, una settimana fa, aveva assicurato telefonicamente che presto sarebbe arrivata la risposta da parte dell’Agenzia. Eppure vogliamo fare semplicemente ciò che la stampa ha il dovere fare: porre domande su un caso di interesse pubblico per dare risposte ai cittadini. Che si chiedono – dopo il nostro articolo – perché l’ex imprenditrice testimone di giustizia, oggi dipendente del ministero della Salute, occupi senza alcun titolo l’immobile sottratto alla criminalità organizzata di via Matteo Dominici, a Palermo, dove all’interno c’è perfino una palestra gestita dal figlio. E un po’ come se lo Stato togliesse un bene all’Antistato ma poi non riuscisse ad adottare provvedimenti per cancellare un abuso. Un paradosso.

PalermoToday, alla fine di maggio, ha sollevato il caso pubblicando un articolo sull’occupazione di un immobile confiscato alla mafia. Dopo la pubblicazione e la replica di Valeria Grasso (che non ha mantenuto la promessa di esibire la documentazione a favore della sua tesi secondo cui avrebbe diritto di stare lì perché si tratterebbe “solo di un problema burocratico”) la redazione ha sottoposto all’Agenzia alcune domande per conoscere lo stato dell’arte e informare i cittadini sui provvedimenti adottati per evitare che l’abuso continuasse a consumarsi. Se da una parte l’Agenzia non riesce a rientrare nella disponibilità dell’immobile dopo tutti questi anni – sempre che sia questa la volontà – è accettabile porre delle domande e non ottenere risposte in tempi ragionevoli? Secondo l’Agenzia sì e sarebbe solo un problema di carenza d’organico visto che ci troviamo nella “capitale mondiale dei beni confiscati”.

Cosa avevamo chiesto di tanto complicato? Ecco i quesiti, dopo una Pec di qualche giorno prima, contenuti nella mail inviata il 25 maggio scorso: a partire da quale data l’Agenzia ha acquisito l’immobile e quale era lo stato dei luoghi? Chi ne aveva la disponibilità all’epoca? L’associazione “Legalità e libertà” di Valeria Grasso ha mai avviato alcuna procedura per acquisire o utilizzare l’immobile? L’associazione ha mai versato alcun canone di locazione all’Agenzia e a quanto ammonta l’eventuale debito? L’ordinanza di sgombero è stata eseguita oppure risulta sia stata impugnata? Quali iniziative ha adottato l’Agenzia dopo la raccomandata con cui l’amministratore giudiziario, il 17 febbraio 2023, ha sollecitato lo sgombero? L’Agenzia ha mai segnalato questa circostanza alle forze di polizia o ha presentato un esposto all’autorità giudiziaria? Poche semplice domande che però non meriterebbero risposta.

Viene poi da chiedersi come mai, nell’epoca in cui chiunque interviene su tutto, nessuno abbia sentito l’esigenza di commentare la vicenda. Tutti si sono negati nascondendosi dietro un “no comment”. La lista di politici e rappresentanti delle istituzioni da noi interpellati è lunga: il sottosegretario del ministero dell’Interno, Wanda Ferro, il presidente e uno dei vicepresidenti della Commissione regionale antimafia per la Sicilia, Antonello Cracolici e Ismaele La Vardera, l’ex presidente dell’Ars ed ex coordinatore di Forza Italia, Gianfranco Micciché, l’ex sindaco Leoluca Orlando che aveva inaugurato la riapertura della palestra nel 2013 e il suo successore Roberto Lagalla che aveva candidato Valeria Grasso alle scorse comunali. Le uniche a chiedere chiarezza sono state la deputata del M5S Roberta Schillaci, anche lei componente della Commissione regionale antimafia, e Maria Teresa Cucinotta, il prefetto di Palermo che ha sollecitato l’Agenzia a fornire una risposta.

Fonte:https://www.palermotoday.it/blog/occupazione-immobile-confiscato-mafia-valeria-grasso-commento-silenzio.html