Cerca

Con la riforma Cartabia si può fare impresa anche con un patteggiamento per mafia

AMDuemila 04 Luglio 2023

In Sicilia sospesa un’interdittiva a imprenditore che aveva patteggiato per 416-bis grazie a un passaggio della norma dell’ex ministra

Gli effetti della riforma della giustizia a firma di Marta Cartabia, ex Guardasigilli del governo draghi, si vedono ancora oggi e finiscono sempre per far sorridere grandi imprenditori e colletti bianchi. Nello specifico, come segnala Il Fatto Quotidiano, è possibile, grazie alla riforma entrata in vigore ormai un anno fa, ricevere finanziamenti pubblici e vincere appalti. Lo scorso 28 giugno, riporta sempre Il Fatto Quotidiano, il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (l’equivalente del Consiglio di Stato) ha sospeso in via cautelare un’interdittiva antimafia disposta nei confonti di un imprenditore di Partinico, attivo nel commercio all’ingrosso di macchine agricole e industriali. La misura era stata applicata dalla Prefettura di Palermo perché nel luglio 2020 il commerciante era stato condannato, con sentenza di patteggiamento, a un anno e dieci mesi di reclusione per 416-bis. Cioè reato di mafia. Secondo il codice antimafia era scattato il divieto automatico di esercitare la professione e quindi di presentarsi per vincere appalti. Ora, però, quella previsione non vale più in forza di un cavillo presente nella legge Cartabia che ha modificato così l’articolo 445 del codice di procedura penale: “Non producono effetti le disposizioni di leggi diverse da quelle penali che equiparano il patteggiamento a una sentenza di condanna”.
Secondo i giudici amministrativi siciliani – che citano una “costante giurisprudenza” a sostegno – anche le norme del codice antimafia sono “diverse da quelle penali”, perché “disciplinano istituti di natura esclusivamente preventiva e non punitiva”. Pertanto – si legge nell’ordinanza dal consigliere estensore – “la sentenza di patteggiamento, relativa anche a uno dei reati ritenuti ostativi ai sensi del codice antimafia (come il 416-bis c.p.), non può (più) ritenersi equiparata alla sentenza di condanna”. E così, in attesa del giudizio di merito, il Consiglio di giustizia ha accolto il ricorso dell’avvocato 
Giovanni Lentini, sospendendo l’efficacia dell’interdittiva e sconfessando la decisione del Tar che ad aprile aveva respinto l’istanza. Per il collegio di secondo grado, infatti, sussistono entrambi i requisiti per accogliere il ricorso cautelare: il fumus boni iuris, cioè l’apparente fondatezza della domanda, e il periculum in mora, cioè il rischio di conseguenze economiche negative per l’attività. Si tratta di un precedente importantissimo: d’ora in poi basterà un patteggiamento per aggirare in un colpo solo tutta la normativa di prevenzione. Senza contare il nuovo codice degli appalti, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri su delega del Parlamento, che ha modificato la norma che imponeva l’esclusione automatica dalle procedure dei condannati definitivi per mafia, terrorismo, corruzione, truffa, riciclaggio, false comunicazioni sociali, turbativa d’asta e altri gravi reati.

ARTICOLI CORRELATI

Ddl Giustizia, ”Governo conferma guanto di velluto con colletti bianchi”

Riforma Cartabia: i politici che hanno patteggiato potranno ricandidarsi

Camera, comm. Giustizia: i procuratori chiedono di rivedere la riforma Cartabia

fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/306-giustizia/96316-con-la-riforma-cartabia-si-puo-fare-impresa-anche-con-un-patteggiamento-per-mafia.html