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Pubblicata la nuova mappa della mafia. A Foggia strani “equilibri tra clan e mondo imprenditoriale”

In città la guerra tra boss serve anche a cercare nuove leve. La Direzione investigativa antimafia: “Il reclutamento è funzionale alle finalità ed alla stessa sopravvivenza delle batterie

Di Redazione 14 Settembre 2023 INCHIESTE

Quello foggiano è ‘un fenomeno criminale a lungo sottovalutato e in preoccupante espansione che rappresenta l’espressione più pericolosa e insidiosa delle mafie pugliesi e che costituisce uno dei motivi di maggior allarme sociale in ambito nazionale. Si tratta di temibili organizzazioni criminali che hanno consolidato nel tempo una penetrante capacità di controllo militare del territorio, con un vincolo associativo di matrice ‘ndranghetista saldamente strutturato su base familiare e una metodologia operativa fondata sulla ferocia spregiudicata di derivazione cutoliana’, come descritto dal Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione, Luigi Salvato, nell’Assemblea generale della Corte sulla Amministrazione della Giustizia nell’anno 2022″. Lo riporta l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia che oggi ha pubblicato il dossier relativo al secondo semestre del 2022.

Negli anni, l’incisiva azione posta in essere dalle Istituzioni sembrerebbe aver indotto le compagini criminali, specialmente quelle di tipo mafioso, ad un processo evolutivo verso modelli criminali più flessibili in grado di stabilire interazioni, alleanze e proiezioni con sodalizi nazionali ed internazionali – si legge -. Infatti, senza condividere necessariamente una comune organizzazione, la sinergia tra i clan foggiani apparirebbe funzionale alla pianificazione e alla gestione delle attività illecite, nonché alla condivisione degli interessi economico-criminali che consentono di governare anche la complessità del processo espansionistico ultraregionale. Le evoluzioni in atto starebbero orientando i vari sodalizi verso l’adozione di configurazioni gerarchiche meno rigide continuando, però, ad operare nei tradizionali ambiti illeciti: dal traffico di stupefacenti alle estorsioni, al riciclaggio di denaro illecitamente accumulato, dal monopolio nella gestione dei rifiuti solidi urbani al controllo dello smaltimento dei rifiuti speciali, questi ultimi provenienti per la maggior parte da altre regioni e smaltiti nel territorio pugliese, soprattutto nella Capitanata”.

E ancora: “L’analisi degli assetti interni alle consorterie criminali del territorio dauno evidenzia, anche nel semestre in esame, la peculiare eterogeneità della mafia foggiana, suddivisa nelle distinte articolazioni della società foggiana, della mafia garganica, della mafia dell’Alto Tavoliere e della malavita cerignolana.

Per quanto concerne la prima permarrebbero inalterati i paradigmi costitutivi del vincolo mafioso con base familiare delle 3 articolazioni Sinesi-Francavilla, Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese e Moretti-Pellegrino-Lanza ed il perseguimento di un modello camorristico-cutoliano ispirato ai principi strutturali simili a quelli della ‘ndrangheta. Organiche alla società foggiana le batterie che, pur risultando dotate di ampi margini d’autonomia decisionale e operativa, farebbero capo ad una strategia e ad una matrice unitaria rappresentata da un nucleo direttivo composto dalle figure di vertice delle batterie medesime. Nonostante la detenzione degli esponenti di vertice e delle figure maggiormente carismatiche, la società foggiana sarebbe orientata alla sua progressiva espansione sia nei territori della provincia, sia oltre confine in direzione di regioni quali l’Emilia Romagna, l’Abruzzo ed il Molise. Ciò anche grazie al potenziamento delle citate batterie che, sebbene continuino ad attraversare alterni periodi di fibrillazioni e contrapposizioni anche violente, rappresentano il vero e proprio motore operativo dell’organizzazione mafiosa. Le articolazioni dotate di maggiori margini di autonomia decisionale, infatti, continuano a mostrare una comunanza di intenti nel perseguire il controllo del territorio mediante la commissione di reati tesi al reperimento di denaro da destinare agli illeciti scopi associativi, al sostentamento degli affiliati e all’assistenza legale dei detenuti. Al riguardo, in base all’analisi delle sentenze giudiziarie che hanno definitivamente statuito l’esistenza della società foggiana, si è appurato che nella ‘cassa comune’ della stessa confluirebbero i proventi delle attività illecite di esclusiva pertinenza dell’associazione”.

La Dia poi passa a ricordare le alleanze: “La consorteria mafiosa dei Sinesi-Francavilla, strutturata su legami familiari e vincoli di parentela, risulta dedita nel capoluogo prevalentemente alle estorsioni, al traffico di stupefacenti, all’usura, al riciclaggio, nonché alla gestione della prostituzione e del gioco illegale. Detta consorteria, tradizionalmente contrapposta alle altre due batterie (Moretti e Trisciuoglio), è collegata ai Montanari dell’area garganica e, in particolare, al clan Li Bergolis e ai Nardino di San Severo, specialmente nel traffico di armi e di stupefacenti. Tramite la sua articolazione riconducibile ai Delli Carri è rappresentata anche fuori regione come, ad esempio, in Emilia Romagna. L’esigenza di ridefinire, mediante una vera e propria guerra di mafia, gli equilibri all’interno della società foggiana ha indotto i Sinesi-Francavilla a sviluppare un progetto criminale per affermare la propria leadership soprattutto nell’attività estorsiva. Ancor più incisive, nel semestre, sono state le forme di assoggettamento volte a ristabilire il potere criminale nel territorio come nel caso di un elemento di vertice della batteria che, a seguito della sua scarcerazione avvenuta il 28 marzo 2022 (Emiliano Francavillandr), ha cercato ‘di riprendere il suo ruolo all’interno del sodalizio impartendo disposizioni ed ordini ai sottoposti in riferimento alle strategie criminali da adottare’, come rilevabile nel fermo d’indiziato di delitto eseguito, il 22 luglio 2022 dalla Polizia di Stato, nei confronti di 7 elementi contigui alla batteria Sinesi-Francavilla. Gli esiti dell’operazione hanno disvelato le fasi organizzative di un agguato pianificato, per il 26 giugno 2022, al fine di eliminare un imprenditore (Antonio Fratiannindr) ‘che aveva osato non assecondare le pretese economiche della batteria’, dopo aver ricevuto cospicue remunerazioni. Lo stesso imprenditore, infatti, ‘dopo aver ricevuto dai Francavilla ingenti somme di denaro, provento di attività delittuosa, al fine di investirle, non aveva restituito quanto promesso’. Secondo le logiche mafiose l’omicidio ‘avrebbe rafforzato l’egemonia del gruppo e inviato un messaggio univoco ad altri soggetti che si trovavano o si sarebbero trovati nelle medesime condizioni’. L’imponente quadro probatorio, che ha ampiamente comprovato come lo stesso imprenditore fosse sottoposto ad estorsione e contestualmente in affari con la batteria foggiana, conferma come, da un lato, la mafia foggiana ambisca a penetrare il locale tessuto economico e, dall’altro mette in luce un peculiare contesto ambientale con equilibri apparentemente contraddittori tra la società civile (nella fattispecie, con riferimento al settore imprenditoriale) e la criminalità organizzata, in cui le due parti possono scendere a patti nell’interesse reciproco. Gli ulteriori sviluppi investigativi hanno poi portato, il 2 agosto 2022, all’esecuzione di un’altra misura cautelare a carico dello stesso imprenditore individuato quale esecutore materiale del tentato duplice omicidio, consumato il 2 marzo 2022 a Nettuno (RM) in danno di un esponente della citata articolazione (Antonello Francavilla, fratello di Emiliano, ndr), sottoposto agli arresti domiciliari nel Comune laziale, e del figlio minore di quest’ultimo.

Sempre nel delineato contesto di instabile conflittualità fra le diverse batterie, va inquadrato il tentato omicidio avvenuto il 21 ottobre 2022 in danno di un altro elemento organico alla batteria Sinesi-Francavilla (Ivan Narciso, ndr) nei cui confronti, il successivo 26 ottobre 2022, i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare in carcere. Gli esiti investigativi, infatti, hanno permesso di acquisire utili elementi circa ‘il perdurante coinvolgimento in logiche criminali’ e ‘l’elevato grado di probabilità di contatti con la criminalità organizzata’”.

La società foggiana, pur non avendo raggiunto ancora un equilibrio stabile tale da evitare contrasti interni e spinte scissionistiche, “è riuscita tuttavia – evidenzia la Dia – a creare un modello operativo criminale che viene trasmesso anche alle nuove leve il cui reclutamento è funzionale alle finalità ed alla stessa sopravvivenza delle batterie. Proprio a proposito degli ‘arruolamenti’ di nuovi adepti, la Commissione Parlamentare di Inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, nella Sez. VI della Relazione finale approvata nelle sedute del 7 e del 13 settembre 2022 afferma che ‘le cicliche guerre di mafia che ancora adesso si registrano fra le articolazioni mafiose non rappresentano un fattore di debolezza dell’organizzazione ma, al contrario, rappresentano un campo di competizione nell’uso della violenza dal quale dipendono i rapporti di potere interni in costante evoluzione; oltre a questa dinamica darwiniana che consente di selezionare i più forti e capaci nel controllo violento del territorio, il conflitto costante coincide con un campo aperto di reclutamento delle nuove leve’. Conferme nel senso, pervengono da diverse operazioni di polizia concluse nella città per il contrasto al racket delle estorsioni: tra queste riveste particolare importanza quella eseguita dai carabinieri il 27 ottobre 2022 e che ha interessato la compagine mafiosa dei Moretti, mettendo in luce le condotte delittuose di due soggetti legati, per vincoli di parentela, ad un ‘elemento di rilievo nel panorama della criminalità organizzata locale’ (i “primitivi” Brunondr) già coinvolto in diverse inchieste giudiziarie e ritenuto intraneo alla sopracitata batteria. Facendo leva sulla temuta caratura criminale del gruppo d’appartenenza e pronunciando la frase qua comandiamo noi’ per intimorire il titolare e gli avventori, i due indagati consumavano gratuitamente cibi e bevande in un esercizio pubblico di Foggia. L’azione estorsiva anzidetta si inseriva nel più ampio quadro di reiterate condotte criminose, in special modo, atti incendiari con ordigni esplosivi poste in essere nel gennaio 2022 in danno di imprenditori foggiani”.

Sui Moretti: “La rete sinergica di relazioni intessuta dai Moretti con altre compagini mafiose sembrerebbe aver raggiunto ormai caratteri strutturali nell’area garganica a seguito delle varie rimodulazioni dell’ex clan Romito e del gruppo Raduano di Vieste. Proprio con riferimento a quest’ultimo clan, articolazione territoriale viestana della sovraordinata associazione mafiosa dei Lombardi-Ricucci-La Torre (oggi sarebbe più corretto chiamarli Lombardi-Scirpoli-Raduano, alla luce della morte di Ricucci, ndr), nel semestre emergono conferme sul suo legame con la batteria della società foggiana dei Moretti, peraltro già documentato nei riscontri investigativi dell’operazione ‘Omnia Nostra’ (2021) che ha permesso di contestualizzare e collegare una serie di equilibri ed assetti strutturali della macro-area del Gargano da sempre al centro delle strategie operative delle consorterie mafiose di tutta la provincia di Foggia”.

L’incisiva azione esercitata dalle Forze di Polizia nel delicato contesto territoriale ha anche consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di un elemento della citata batteria il quale avrebbe favorito la latitanza di un soggetto federato al clan Raduano (Gianluigi Troiano, tuttora latitante, ndr), nonché uomo di fiducia di un elemento di spicco della criminalità garganica (il boss Marco Raduano detto “Pallone”, latitante da febbraio 2023 dopo essere evaso dal carcere di Nuoro, ndr), garantendogli anche supporto logistico e finanziario. ‘La motivazione della sua latitanza, e conseguente presenza sul territorio, risiede nella possibilità di gestire, in prima persona, gli affari illeciti del clan ormai colpito e sprovvisto di elementi di spicco, con possibile compimento di azioni delittuose nei confronti di familiari dei collaboratori di giustizia, nonché nei confronti degli appartenenti al clan avversario’. Così si legge nell’ordinanza di custodia cautelare che il 16 dicembre 2022 i carabinieri hanno eseguito anche nei confronti di un altro pregiudicato appartenente alla criminalità viestana, ‘figura chiave’ del clan Raduano, che si sarebbe attivamente impegnato nella realizzazione del disegno criminoso. L’esigenza di ‘riorganizzare le fila della compagine viestana’ scaturiva anche dall’uscita di scena di altro elemento della mafia garganica, anch’esso latitante, catturato il 6 agosto 2022 a Rozzano (MI) dall’Arma dei Carabinieri.

Schierata in favore della batteria Moretti è la consorteria mafiosa dei Trisciuoglio che ha anch’essa sviluppato sinergie con la formazione mafiosa di Manfredonia una volta facente capo al gruppo ex Romito e ad elementi di Orta Nova. La morte per cause naturali di uno dei boss dei Trisciuoglio (lo storico capo Federico Trisciuoglio è deceduto dopo lunga malattia, ndr) e l’omicidio di due esponenti della batteria, consumati l’11 luglio 2022 e il 3 novembre 2022 (Alessandro Scopece e Agostino Corvinondr), potrebbero determinare una rimodulazione degli assetti criminali anche alla luce della scarcerazione, avvenuta il 9 marzo 2023, di un elemento apicale dei Tolonese (il boss Raffaele Tolonese detto “Rafanill”ndr) in grado di ricompattare l’organizzazione mafiosa.

Come le altre batterie mafiose della società foggiana anche quella dei Trisciuoglio attinge, per il perseguimento dei suoi scopi, da un vasto bacino di manodopera giovanile della criminalità comune. Tale strategia, peraltro funzionale all’esigenza di assorbire i colpi subiti dalle attività di contrasto, sottende però le azioni violente e i fatti di sangue che lo spirito di emulazione e la costante ricerca di facili ed immediati guadagni ingenerano nei giovanissimi. Sembrerebbe questa la chiave di lettura dell’omicidio consumato il 27 novembre 2022 in danno di un giovane pregiudicato (Nicola Di Rienzondr) contiguo ai Trisciuoglio, in ragione di quanto accaduto il successivo 4 dicembre 2022 allorquando la Polizia di Stato ha individuato, quali autori di danneggiamenti e minacce ai parenti dell’omicida, due minorenni, uno dei quali legato da vincoli di parentela alla vittima del suddetto omicidio dell’11 luglio 2022″.

fonte:https://www.immediato.net/2023/09/14/pubblicata-la-nuova-mappa-della-mafia-a-foggia-strani-equilibri-tra-clan-e-mondo-imprenditoriale/