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Le mani della mafia garganica sui fondi europei per la transumanza, indagini concluse. Fari sui Tarantino

Nel mirino un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario

Di Redazione 9 Maggio 2024

Avviso di conclusione indagini per l’operazione “Transumanza”, maxi blitz del settembre 2023. Nel mirino degli inquirenti presunti pascoli inesistenti in cambio di milioni di euro. Tra gli indagati spiccano i nomi di alcuni garganici che, secondo l’accusa, avrebbero allungato i propri tentacoli sui ricchi affari nel mondo rurale.

Transumanza” porta la firma della Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila. 75 i soggetti e gli enti coinvolti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi anche grazie ai mezzi aerei del Reparto Operativo Aeronavale di Pescara, in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania.

Il pool investigativo ha tratteggiato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC).

Per truffare Bruxelles, l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli.

Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.

Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Tra gli indagati spiccano i nomi dei fratelli Leonardo e Angelo Tarantino, 32 e 42 anni, detti “Vuccucedd”, noti agli inquirenti, membri della famiglia Tarantino di San Nicandro, per anni al centro di una violenta faida con i Ciavarrella. Entrambi sono stati raggiunti di recente anche da un’ordinanza cautelare contro il traffico di droga.

Angelo Tarantino e Nazario Di Lella, anche quest’ultimo sotto inchiesta nell’operazione “Transumanza”, comparvero già nelle carte della strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017. I due, non indagati per quella vicenda, si sarebbero interfacciati con Giovanni Caterino, basista della mattanza poi condannato all’ergastolo. Tarantino avrebbe ospitato l’uomo nella masseria della zia a lui in uso, una struttura poco distante dal luogo dell’agguato.

La sentenza su Caterino evidenziò che la mattina della strage Matteo Lombardi detto “Lombardone”, secondo gli inquirenti “elemento di spicco della criminalità garganica” ed imparentato con i montanari Li Bergolis, contattò più volte Angelo Tarantino, ma lo smartphone di quest’ultimo “risultava spento o non raggiungibile”. Venne fuori che il sannicandrese conosceva bene Caterino il quale, come riportato in sentenza, raggiunse “innumerevoli volte la masseria intrattenendo contatti costanti con Tarantino”. Circostanza immortalata anche dalle telecamere.

Fonte:https://www.immediato.net/2024/05/09/le-mani-della-mafia-garganica-sui-fondi-europei-per-la-transumanza-indagini-concluse-fari-sui-tarantino/