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È mafia certificata, la Cassazione mette il timbro ai clan di San Severo. Si chiude il processo “Ares”

Spiccano le condanne definitive ai fratelli Nardino e al boss rivale Testa detto “Il puffo”. I gruppi mafiosi definiti ormai “indipendenti” rispetto alla “Società Foggiana”

Di Francesco Pesante 17 Maggio 2024

La Cassazione ha messo fine al processo “Ares” contro i clan mafiosi di San Severo. Il terzo e ultimo grado di giudizio ha stabilito la mafiosità dei gruppi Nardino e Testa-La Piccirella, per anni egemoni nella città dei campanili.

Spicca tra le condanne – che ora sono definitive – quella a 18 anni di reclusione a Franco Nardino detto “Kojak”, 61 anni, capo del clan Nardino e nome storico della criminalità sanseverese, già coinvolto in altri processi di mafia. 14 anni e otto mesi al fratello 47enne Roberto detto “Patapuff”. 10 anni e 8 mesi al boss rivale Severino Testa detto “Il puffo” e 11 anni al suo braccio destro Carmine Delli Calici.

Per tutti gli imputati che scelsero il rito abbreviato (sconto di un terzo della pena) si contano oltre due secoli di carcere complessivi. Il processo “Ares”, dal nome del blitz di Dda e Polizia di Stato del 2019, vedeva alla sbarra una trentina di persone, tutte accusate di gravitare nella mafia di San Severo. I reati contestati associazione mafiosa, traffico di droga, racket, tentati omicidi e furti. In questo procedimento è stata indicata per la prima volta l’associazione criminale di stampo mafioso a San Severo con le batterie criminali definite dagli inquirenti ormai “indipendenti” rispetto alla Società Foggiana.

Alcuni degli arrestati scelsero il rito ordinario e sono ancora in attesa di sentenza definitiva. In primo grado è stato condannato a 30 anni dal Tribunale di FoggiaGiuseppe La Piccirella alias “Il professore”, da almeno un trentennio al vertice della malavita sanseverese insieme a “Kojak” e al “Puffo”.

Tutte le altre condanne

I ricorsi degli imputati sono stati in larga parte rigettati o ritenuti inammissibili. Annullati con rinvio i ricorsi di Luciano De Stasio, Lorenzo Di Lorenzo e Arnaldo Sardella relativamente alla pena in continuazione. Annullato senza rinvio con rideterminazione della pena per Libero Ciociola.

Queste le pene inflitte in appello: sei anni e 6 mesi a Vincenzo Pietro Nardino detto “Enzo”, 6 anni e 6 mesi anche a Matteo Nazario Nardino, 7 anni a Stefano Romano, sei anni e 10 mesi a Lucio Roncade, cinque anni a Loredana Russi, sette a Gennaro Tumolo, otto anni e 8 mesi ad Arnaldo Sardella detto “Cinese”, un anno e quattro mesi a Donato Luigi Colio detto “Dino”, cinque anni e 4 mesi a Daniele De Cotiis alias “Don Ciccio”, otto mesi a Michele Luciano Parisi detto “Coccett”, due anni a Vincenzo Leonardo D’Onofrio, sei anni a Giuseppe Vistola alias “Fafum”, otto a Giovanni Minischetti alias “Gianni”. E ancora, 10 anni ad Antonio Florio detto “Coniglio”, cinque anni a Pasquale Irmici alias “Cipolla”.

E ancora, 10 mesi e 20 giorni a Vincenzo Astuti, tre anni a Leonardo Augenti, quattro a Giacomo Baldassi. Sei anni ad Oreste Belfonte, quattro anni a Carmine Bozzo, otto a Vincenzo Bruno. Quattro anni a Francesco Carolla, nove anni e 4 mesi a Libero Ciociola detto “Il sindaco” o “Il nonno”, quattordici anni e 2 mesi a Luciano Michele De Stasio detto “Figliastro”, due anni e 10 mesi ad Armando Dell’Oglio alias “Dino”, tre anni a Luigi Di Gennaro, tre anni a Lorenzo Di Lorenzo, quattro anni a Gennaro Immobile, due anni a Giuseppe Leo, sette anni a Luigi Mario Mastromatteo alias “Il milanese”. 

Fonte:https://www.immediato.net/2024/05/17/e-mafia-certificata-la-cassazione-mette-il-timbro-ai-clan-di-san-severo-si-chiude-il-processo-ares/