di Marco Politano 13 Luglio 2024in
La compagna del boss si tradì al telefono: «Ho fatto un guaio»
Per la camorra non esistono vacanze o ferie che tengano. Che tu sia un boss, un ras o un semplice affiliato, prima di tutto viene il «lavoro». Ed era così anche per il clan capeggiato da Salvatore Giuliano. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nell’ultima ordinanza che ha colpito la sua organizzazione, il boss di Forcella, oggi collaboratore di giustiza, non perdeva tempo e anche se lontano da casa pensava a gudadagnare. «Gli indagati hanno gestito l’illecità attività di spaccio di sostanze stupefacenti anche sull’isola di lschia, in particolare nel periodo estivo» si legge nel provvedimento. Infatti, «nel mese di agosto 2020, Salvatore Giuliano, Alessio Vicorito, Cesare Morra, Gennaro Imparato, Angelo Massa ed altri appartenenti all’organizzazione criminale hanno trascorso, con le rispettive famiglie, a periodi alterni, le vacanze estive sull’isola d’Ischia».
La gestione delle illecite attività sul territorio di Forcella in quel periodo era «demandata a Angelo Massa e Cesare Morra, che hanno alternato alcuni giorni di presenza nella zona di Forcella ad altri sull’isola d’Ischia».
La conversazione
A testimoniare l’avvenuto periodo di soggiorno dei componenti dell’organizzazione, spiega l’autorità giudiziria, è stata registrata una conversazione tra la compagna di Salvatore Giuliano e sua sorella. Nello specifico, la prima racconta come sta trascorrendo le serate estive insieme al compagno Salvatore ed ai suoi sodali, esaltando gli sprechi e lo sfarzo mostrato dagli stessi. La donna afferma: «…tutte le sere al ristorante, pensa tutta Ischia però i meglio posti i meglio ristoranti di Ischia […] Tutto a base di pesce, pensa che ieri un conto che… tutte le sere S. mille mille e cinquecento euro il conta del ristorante… Mille mille e cinquecento euro ogni volta». Non solo. La compagna di Giuliano racconta ancora che sono andati anche a ballare alla discoteca al Valentino e di aver saldato un conto da 4 mila euro ed aver pagato per ogni bottiglia «settecento euro».
Al termine della conversazione, la donna, resasi conto di aver esternato a mezzo telefono argomenti sensibiti con riguardo ai gruppo criminale, dice alla sorella: «Ho fatto un guaio, comunque va bene». Forse pentitasi per quanto appena fatto, dopo pochi minuti, la donna telefona nuovamente alla sorella per precisare che quanto riferito nella conversazione telefonica precedente è frutto di uno scherzo: «il fatto che ti ho detto prima dei soldi, del ristorante […] stavo pariando». Per gli investigatori è palese che la telefonata sia finalizzata ad eludere le indagini dopo che si era resa conto di aver riferito a mezzo telefono argomenti sensibili, temendo di poter essere intercettata.
Fonte:https://www.stylo24.it/la-famiglia-giuliano-a-ischia-tra-spaccio-e-ristoranti-di-lusso/