«I parcheggi come le piazze di spaccio»
di Leandro Del Gaudio –Il Mattino
Venerdì 20 Settembre 2024, 23:01
Sono due facce della stessa medaglia: droghe e parcheggiatori abusivi. Due fenomeni che servono alla camorra a controllare il territorio, in modo militare; ma anche ad incassare soldi cash ogni giorno, un fiume di denaro che serve a sostenere le finanze della propria organizzazione criminale.
Non ha dubbi il gip Isabella Iaselli, nella ricostruzione del fenomeno parcheggiatori abusivi, una delle piaghe denunciate a più riprese da Il Mattino, alla luce delle conclusioni investigative della Dda di Napoli. In alcune aree dell’area metropolitana – si legge – i parcheggiatori abusivi sono un affare di camorra. Esattamente come il controllo delle piazze di spaccio. Funziona più o meno così: ci sono incassi giornalieri, reclutamento di uomini, distribuzione delle risorse sul territorio, paghe quotidiane, turni di lavoro.
Come per la droga, così per la raccolta di soldi all’angolo della strada, quando si tratta di controllare spazi pubblici e imporre il pedaggio agli automobilisti. Che storia è questa? Tutto nasce da un blitz messo a segno dalla Squadra Mobile di Napoli (agli ordini del primo dirigente Giovanni Leuci) e del commissariato di Pozzuoli contro i vertici del clan Esposito-Nappi.
Storia nota, a leggere le cronache degli ultimi giorni. Sono finiti in cella undici presunti affiliati dell’area occidentale, manca all’appello il presunto capoclan: si chiama Massimiliano Esposito, noto come ‘o scognato, ritenuto al centro di una trama criminale che lo vede a stretto contatto con i clan della Alleanza di Secondigliano. Un personaggio che avrebbe gestito droga, racket e anche i proventi legati alla gestione dei parcheggiatori abusivi. Proviamo a capire cosa accade di notte, specie a ridosso dei fine settimana o nei giorni festivi. Intere strade sono nelle mani delle sentinelle del traffico. Non parliamo di forze dell’ordine, ma di affiliati di camorra, che pretendono dalle cinque alle dieci euro p tendono dalle cinque alle dieci euro per consentire ai cittadini di parcheggiare la propria auto.
Funziona così in via Coroglio, a Nisida, in zona Cavalleggeri, ovunque ci siano pub, discoteche o palazzetti dello sport che rientrano sotto il controllo del clan Esposito-Nappi. Restiamo al provvedimento firmato dal gip Iaselli: «Nella informativa della Mobile e del commissariato di Pozzuoli si legge che, in considerazione dei numerosi stabilimenti e locali notturni presenti nella zona oggetto di interesse dei coniugi Esposito-Nappi, i proventi sono cospicui e consentono di provvedere alle esigenze personali e degli altri affiliati». E si entra nello specifico. Parlavamo di turni e di manodopera: «Dalla lettura delle intercettazioni, si desume che Salvatore Iuliano stabilisce, di intesa con i due capi (Massimiliano Esposito e Maria Matilde Nappi) e con Carmine Esposito i turni dei ragazzi assegnati a svolgere l’attività di parcheggiatori abusivi; i ragazzi sono retribuiti con un compenso che di norma è di cento euro giornalieri, ma può variare, come sottolinea la stessa Nappi, a seconda degli introiti. I proventi, tolta la somma destinata ai ragazzi, viene raccolta da Salvatore Iuliano». Ma in cosa consistono gli incassi sotto la voce parcheggiatori abusivi? «Si va dalle 4 alle 5mila euro al giorno, al netto delle spese», sottolinea il giudice, in questo caso riferendosi al controllo delle strade a ridosso del borgo di Coroglio.
Poi tutto finisce in una PostPay intestata alla stessa Nappi, che avrà in questo modo la possibilità di controllare un fiume di denaro in modo sistematico. «Come avviene nelle piazze di spaccio», insiste il giudice. In una notte, il clan avrebbe esercitato pressione nei confronti di una quindicina di parcheggiatori abusivi, imponendo loro il pizzo. Una strategia criminale esercitata nei confronti di un altro gruppo, in uno scenario che ricorda le faide per il controllo delle piazze di spaccio. Una storia ricostruita anche da un collaboratore di giustizia – si chiama Yuseff Aboumouslim – che ha fornito una sorta di mappa di luoghi abbinati a nomi, tra esattori e addetti alle auto civetta.
«Le auto vengono spostate per ricavare varchi o stalli in cui piazzare le vetture dell’automobilista di turno». Tutto avviene sotto gli occhi di tutti, con migliaia di cittadini incolonnati nel traffico, mentre c’è chi gestisce un pezzo di Napoli, ora più che mai sotto l’egida della camorra.