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Rifiuti nucleari nelle miniere di Pasquasia e Raineri: l’eredità avvelenata di Cosa nostra

AMDuemila 06 Ottobre 2024

Della miniera di Raineri, nel territorio del Comune di Mussomeli, si sa davvero poco. Nel 2020 arrivò l’annuncio dell’allora governo regionale guidato da Nello Musumeci sulla ripresa dell’attività di estrazione del sale. Tuttavia, secondo l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale), classificò il sito come “ad alto rischio” poiché, nelle profondità della terra, potrebbero essere state interrate tonnellate di rifiuti tossici, se non addirittura radioattivi. La miniera, come riporta il quotidiano ‘La Sicilia’, è distante in linea d’aria pochi chilometri dalla ben più nota miniera Bosco di Serradifalco San Cataldo. Sono storie dimenticate che affondano le loro radici in quella strettissima relazione tra Cosa nostra e traffico di rifiuti tossici.
Proprio la miniera di Bosco Palo, che nasconde inconfessabili segreti, continua a far morire molte persone, data l’altissima incidenza di tumori nella zona del Vallone. Nell’estate del 1990, 
Gaetano Butera, vigile urbano di Serradifalco, impegnato in alcuni lavori nella sua casa di campagna, si era insospettito nel vedere un grande flusso di camion in direzione della miniera abbandonata di Bosco Palo. Butera annotò come dai tir venissero scaricati grossi scatoloni di cui poi si perdevano le tracce. Si qualificò e si presentò a uno degli autisti, un cittadino polacco, che gli mostrò un’autorizzazione scaduta per il trasporto ma non per lo smaltimento di rifiuti speciali ospedalieri.

La miniera di Pasquasia, invece, finì nella relazione della Commissione parlamentare 2014-2016 sui rifiuti. Sempre nel 2016, il pentito di mafia Leonardo Messina, parlando della sua esperienza lavorativa a Pasquasia, ebbe modo di confermare che proprio all’interno di quel sito facevano riunioni con altri uomini d’onore. Un sito per il quale l’allora procuratore di Caltanissetta Giovanni Tinebra riscontrò “una serie di indicatori che portavano a sospettare una pesante presenza di Cosa Nostra nell’attività di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti”. Il procuratore nazionale antimafia dell’epoca, Pier Luigi Vigna, ritenne Messina credibile, ma venirne a capo risultò pressoché impossibile. In quella miniera (in territorio di Enna, al confine con Caltanissetta) o Bosco Palo sono stati per un lungo periodo di tempo utilizzati dalle mafie per interrare rifiuti bollati come “speciali”, amianto o scorie radioattive.
Come riportato da diverse indagini delle Dda siciliane, il legame tra Cosa nostra e il traffico di rifiuti illegali è molto stretto.
La magistratura nissena nel 2014 aveva messo in evidenza “collegamenti fra camorra e mafia, perché di queste presenze ci sono ampie tracce”, con in prima linea i Casalesi e le cosche catanesi.
Ad oggi, entrambi i siti sono chiusi da ormai oltre trent’anni, dopo una lunga attività di estrazione di sali potassici.


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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/228-cosa-nostra/102148-rifiuti-nucleari-nelle-miniere-di-pasquasia-e-raineri-l-eredita-avvelenata-di-cosa-nostra.html