Secondo l’Associazione Libera esiste una “quinta mafia” – che affianca quella siciliana, la camorra, la ‘ndrangheta e la Sacra Corona Unita – di base nel Lazio. Un dossier sulla “quinta mafia” è stato presentato ieri presso la Federazione Nazionale Stampa Italiana, a cura di “Libera Informazione”. La sede non ha garantito una copertura mediatica adeguata: parlare di mafia forse fomenta il clima d’odio, meglio soprassedere.
Riassumiamo qui alcuni punti salienti (per una sintesi più ampia il riferimento è al sito di Libera, a questa pagina):
- Secondo Libera la Mafia di Roma e del Lazio è una mafia di “derivazione”, che ha assunto una sua autonomia d’intervento grazie all’innesto delle mafie tradizionali nelle borgate romane. Negli anni ‘70 criminalità locale e di “esportazione” ha razionalizzato il proprio intervento soprattutto grazie alla pratica dell’usura;
- la particolarità della “quinta mafia” non sarebbe quella di essere una nuova cupola, ma quella di rappresentare un ambiente criminale diverso da tutti gli altri, dove è principe il modello della cosca imprenditrice, senza rivalità tra gruppi. Come se Roma fosse una piattaforma d’intervento economico – gli investimenti – e logistico, grazie all’aeroporto di Fiumicino e al porto di Civitavecchia, due varchi importanti per il nostro narcotraffico;
- il Lazio è quinto anche per penetrazione mafiosa, dopo le quattro regioni del sud più importanti (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania);
- i punti di entrata dell’economia criminale sono ben evidenti: ciclo dei rifiuti, cemento e costruzioni, ristorazione.. da distinguere dalle attività illecite tradizionali (prostituzione, usura, contraffazione, commercio della droga), nelle quali sono impegnate – senza conflitti – anche mafie provenienti da altri paesi.
Il caso delle infiltrazioni mafiose nel comune di Fondi è ben nota, ma il numero dei comuni della zona pontina influenzati dall’attività delle cosche è in aumento. L’Associazione Libera fa bene a insistere sulla peculiarità romana dell’azione mafiosa, e fa bene a lanciare l’allarme: le crisi economiche – e la nostra è ancora lungi dall’estinguersi – sono un volano per la circolazione di liquidità “sporca”, e quindi per il rafforzamento delle mafie.
(Tratto da Italia2013)