di Marco Politano 21 Ottobre 2024i
Acclarata un’ingente frode fiscale posta in essere da uno strutturato gruppo criminale
Un’evasione fiscale per oltre 35,2 milioni di euro e Iva evasa per 2,7 milioni di euro dal 2019 al 2022. È quanto scoperto dai finanzieri del Comando provinciale di Bergamo che hanno concluso una complessa indagine coordinata dalla Procura bergamasca individuando 38 imprenditori edili che avrebbero organizzato e fruito del sistema di frode fiscale, basato sull’utilizzo di società cartiere che emettevano fatture inesistenti nel settore dell’edilizia privata.
L’operazione si inserisce in un’indagine coordinata dalla Procura di Bergamo e svolta dai finanzieri della Compagnia di Treviglio in relazione a condotte illecite attuate, in particolare nella bassa bergamasca, da 74 soggetti. Le attività svolte hanno permesso di acclarare un’ingente frode fiscale posta in essere da uno strutturato gruppo criminale, il quale, attraverso la creazione e la gestione di una serie di società «cartiere», avrebbe consentito a 38 imprese edili l’evasione di tutti gli oneri di natura fiscale e previdenziale, anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Gli imprenditori edili che si sarebbero avvalsi di tale consolidato sistema illegale, infatti, insieme alle loro squadre di operai, sono risultati assunti formalmente, in qualità di dipendenti, dalle società cartiere controllate dal richiamato sodalizio criminale, continuando a gestire di fatto le ordinarie attività aziendali. Lo schema prevedeva l’utilizzo di società di capitali attive nel settore dell’edilizia privata, amministrate da compiacenti prestanomi, aventi lo scopo di prendersi carico, solo formalmente, dei diversi lavori di svariati imprenditori edili, i quali, per l’esecuzione dei lavori già concordati con i clienti finali, si presentavano a quest’ultimi con il nome della società di turno scelta dall’organizzazione.
Le indagini hanno consentito, inoltre, di individuare, tra gli altri, un commercialista e una consulente del lavoro, operanti a Ghisalba (Bergamo), i quali si occupavano della gestione burocratica delle varie società cartiere. Una prima fase delle indagini aveva consentito, a maggio 2023, di eseguire un provvedimento di custodia cautelare in carcere o ai domiciliari nei confronti dei 7 principali indagati, nonché il sequestro finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di oltre 6,6 milioni di euro, di cui oltre 3 milioni effettivamente rintracciati e sottoposti a sequestro (contanti, liquidità su conti correnti, quote societarie, 19 immobili, 3 veicoli e un imbarcazione).
In tale prima fase si erano rese necessarie molteplici perquisizioni in 5 province della Lombardia (Bergamo, Milano, Brescia, Cremona e Mantova). A completamento delle attività investigative, l’attenzione delle Fiamme Gialle orobiche si è orientata alla puntuale individuazione dei reali fruitori del sistema di frode, i quali, beneficiando degli illeciti commessi dal sodalizio, erano riusciti a sottrarsi agli adempimenti impositivi per ben quattro anni d’imposta. Nei confronti di questi ultimi, i militari della Compagnia di Treviglio hanno avviato e ora concluso 50 attività ispettive in materia fiscale, di cui 32 nei confronti di soggetti privi di partita Iva, svelando l’omessa dichiarazione all’Erario di ricavi per oltre 35,3 milioni di euro e Iva evasa per 2,7 milioni di euro. Altre 6 posizioni fiscali sono state segnalate ai Reparti della Guardia di finanza competenti per territorio.
Fonte:https://www.stylo24.it/