Ieri la sentenza della Camera di Consiglio: 28 anni a Giacomo Madaffari, 20 anni a Davide Perronace
Latina Oggi, Domenica 8 Dicembre 2024
ANZIO – NETTUNO
Sette lunghi giorni di Camera di Consiglio del Tribunale di Velletri, presieduta dal giudice Silvia Artuso e composta dai giudici Eleonora Panzironi e Fabrizio Basei, chiamati a decidere sul processo Tritone, che vede 22 persone imputate. La sentenza è stata letta ieri mattina: venti le persone condannate e due gli assolti.
Le condanne
Ventotto anni di reclusione per Giacomo Madaffari; venti anni di reclusione a Davide Perronace e dodici anni e otto mesi a Gabriele Perronace; sei anni e 26mila euro di multa per Luca Albarello; otto mesi a Nicola Chiriacò e undici mesi a Pasquale Chiriacò; Due anni e sei mesi e 6mila euro di multa a Fabrizio De Velis; Un anno e sei mesi a Carmine Dell’Unto; otto mesi a Francesco Fiorino; cinque anni e sei mesi e 16.500 euro di multa ad Alessandro Glorioso; due anni e sei mesi e 6.000 euro di multa a Manuel Gubitosi; Sei anni e sei mesi e 20mila euro di multa a Hristov Anguel Kotov; dodici anni e sei mesi a Claudio Lucifero; sei anni e 30.000 euro di multa a Bruno Madaffari; un anno e quattro mesi e 4.600 euro di multa a Stefano Nardi; sette anni e sei mesi e 35.000euro di multa a Argemiro Navarro Castro; tre anni a Elia Rillo; un anno e sei mesi e 3.000euro di multa a Marco Rondinara; tre anni e sei mesi e 6.500 euro di multa a Nicola Salvo.
Interdizioni e risarcimenti
Oltre alle condanne, Albarello, Kotov, Lucifero, i due Madaffari, Manera, Navarro e i due Perronace sono stati interdetti dai pubblici uffici per la durata della pena. Inoltre, per Claudio Lucifero, Giacomo Madaffari, Davide e Gabriele Perronace scatterà la misura di sicurezza della libertà vigilata successivamente all’espiazione della pena. Nel dispositivo, che dispone anche la confisca di un automezzo, dell’immobiledi via Castro filippo a Roma, della sostanza stupefacente e delle munizioni sequestrate, oltre che patrimonio e quote aziendali, condanna Claudio Lucifero, Giacomo Madaffari, Davide e Gabriele Perronace al risarcimento dei danni subiti dalla parte civile, l’associazione Antonio Caponnetto per 15mila euro. Risarcimento da 50mila euro ognuno per i Comuni di Anzio e Nettuno, da parte di Nicola e Pasquale Chiriacò, Francesco Fiorino, Davide e Gabriele Perronace, Claudio Lucifero e Giacomo Madaffari nel primo caso e da parte di Claudio Lucifero, Giacomo Mdaffari, Davide e Gabriele Perronace nel secondo caso. Assolti, invece, Simone Massidda e Mario Tedesco.
Le reazioni
I sindaci neo eletti di Anzio e Nettuno, che raccolgono l’eredità dei Commissari prefettizi nominati a seguito dello scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose proprio all’alba dell’operazione Tritone, hanno subito commentato le sentenze. «Il risarcimento provvisionale riconosciuto al Comune di Anzio dalla sentenza al processo Tritone sarà destinato alle politiche sociali – ha detto il sindaco di Anzio, Aurelio Lo Fazio – Ho ripetuto spesso che le vicende penali non sono di mia competenza e lo ribadisco, prendo atto della decisione che conferma in primo grado la presenza di una ‘ndrina locale. Voglio ricordare che proprio da quell’operazione si è arrivati allo scioglimento del Comune e ai successivi due anni di commissariamento. Ora è iniziata una nuova era – ha concluso – il Comune si era giustamente costituito parte civile e la sentenza ci riconosce 50.000 euro, mentre il restante risarcimento dovrà essere deciso in altra sede. Daremo mandato al legale incaricato di procedere e tutto ciò che otterremo sarà destinato, ripeto, alle politiche sociali». «Abbiamo appreso questa mattina delle risultanze del Processo Tritone e del Risarcimento riconosciuto al Comune di Nettuno – dice il sindaco di Nettuno, Nicola Burrini – Quanto di male è stato fatto per la reputazione di questa città si trasformerà in un’opera di bene. La somma di 50mila euro riconosciuta al Comune sarà interamente messa a disposizione dei servizi sociali, a disposizione della parte fragile della popolazione di Nettuno che ci sta particolarmente a cuore. Il Comune porterà avanti un discorso deciso sulla questione legalità, abbiamo rinnovato il consiglio comunale e ci impegniamo ad essere vigili nei confronti di ogni possibile tentativo di infiltrazione. Gli avvocati del Comune all’esito della sentenza, si occuperanno di far valere le ragioni dell’Amministrazione in ogni sede. Tutte le somme che verranno ottenute saranno destinate alle politiche per il sociale». Una sentenza storica, per il Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno, Rete Nobavaglio Liberi di informare e Reti di giustizia il sociale contro le mafie: «La ‘ndrangheta sui nostri territori ha avuto troppo a lungo alcune coperture istituzionali e oggi ringraziamo l’arma dei carabinieri ed in particolare il nucleo investigativo del comando provinciale e l’importante lavoro svolto, con abnegazione, dai pm della DDA della capitale Giovanni Musarò e Alesandra Fini. “È fondamentale che questa azione di bonifica dello stato vada avanti, sino in fondo.Le associazioni scriventi vigileranno e contribuiranno nell’ambito dell’antimafia sociale, come hanno fatto in tutti questi anni, affinchè l’attenzione nei confronti dei fenomeni mafiosi non cali».