AMDuemila 02 Gennaio 2025
Per la Direzione nazionale antimafia, Giovanni Riina può “ritenersi persona estremamente pericolosa, la cui capacità di mantenere collegamenti con l’associazione criminale non è certamente venuta meno”. Non solo: “Gli attuali mandamenti mafiosi palermitani fanno sempre più riferimento alle tradizionali norme interne, risalenti alle più consolidate tradizioni storiche dell’associazione mafiosa e ciò in considerazione del fatto che nonostante le varie crisi e trasformazioni della stessa, l’esercizio del potere risponde sempre a canoni organizzativi”. A metterlo nero su bianco – come riportato da Repubblica – è stato il sostituto procuratore della Dna Franca Imbergamo in un documento in cui si pronunciava sulla mancata proroga del 41bis per per il figlio di Totò Riina. Secondo la procura nazionale antimafia “diversi appartenenti all’associazione mafiosa continuano a gestire l’ingente patrimonio illecito accumulatosi nel corso degli anni e provvedono a far pervenire a Salvatore Riina e alla moglie Ninetta Bagarella, in parte attraverso Giovanni e Giuseppe Salvatore Riina, i proventi che l’associazione mafiosa percepisce sul territorio”. Giovanni Riina sta scontando l’ergastolo per due omicidi commessi a Corleone. La Dna chiese la proroga del 41bis il giovane boss perché ritenuto dalla Procura di Palermo l’erede del padre. Nei giorni scorsi, però, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della difesa, che ha rilevato “l’assenza di novità nella valutazione della pericolosità di Giovanni Riina”, annullando con rinvio il provvedimento del tribunale di sorveglianza di Roma e ordinando una nuova pronuncia dei giudici.
Tratto da: palermo.repubblica.it
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