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Questione morale ed ambientale si intrecciano, mentre le mafie, diventate ormai un importante soggetto economico e politico, continuano ad ingrassarsi e ad assumere ulteriore potere

La Questione morale e la Questione ambientale (intesa come fatto legato a eventi naturali o all’attività dell’uomo) per un’apparente e curiosa coincidenza entrano in sintonia o sinergia tra di loro, in Italia, nello stesso momento, nel terremoto dell’Irpinia del 1980. Oggi a trenta anni di distanza le due questioni appaiono fuse tra di loro consentendo un crescendo delle corruzioni e del potere della malavita organizzata divenuta importante e determinante soggetto economico e politico

Allora una grande e tempestiva solidarietà mosse gli aiuti da tutta l’Italia e dal mondo perché tali calamità naturali sono ovviamente imprevedibili, oggi sembra che ci si rassegni ad esse, l’Italia è dichiarato territorio a rischio idrogeologico oltre che sismico dopo i ripetuti eventi di questi decenni sino agli ultimi legati al terremoto dell’Aquila, all’alluvione di Messina, agli smottamenti di interi paesi che “scendono a valle” nella Calabria per le grandi piogge in questo periodo.
In quei giorni il capo del più grande partito dell’opposizione, garantendo tutto lo sforzo politico e organizzativo della sua parte, lanciò da Salerno l’allarme che la malavita organizzata e il malcostume di un già radicato sistema di potere economico e politico potessero riorganizzarsi e riproporsi ancora più forte utilizzando quella vicenda e ipotecando il futuro di quelle realtà. Da quella stessa città in questi giorni un signore designato a rappresentare il centrosinistra nella sua regione, nella imminente campagna elettorale, pur proveniente da quella stessa parte politica la denigra e tesse l’elogio di Silvio Berlusconi.
Allora si affermò che quell’evento poteva rappresentare l’occasione, pur nel disastro, da cui si poteva uscire con un profondo rinnovamento della società e delle istituzioni, del loro rapporto con l’economia e con la partecipazione di tutte le forze sane, una profonda riforma morale, una “alternativa democratica”, così venne chiamata allora.

Oggi a trenta anni di distanza le due questioni appaiono fuse tra di loro consentendo un crescendo delle corruzioni e del potere della malavita organizzata divenuta importante e determinante soggetto economico e politico. Le mafie oggi sono la prima industria italiana con un fatturato di oltre centoventi miliardi di euro, esse hanno utilizzato il radicale ribaltamento del rapporto tra politica ed economia avvenuto nel segno del mercato e dell’assenza dello Stato. Sono leader nel Mezzogiorno nei settori dell’edilizia e nello smaltimento dei rifiuti, i due comparti fondamentali nelle emergenze sismiche e ambientali. Napoli, con la pulizia dall’immondizia da parte degli stessi che l’avevano resa un’emergenza in tempi politici precisi e programmati, ha rappresentato lo specchio della situazione nazionale. L’Aquila con la vicenda di questi giorni ne riproduce la continuità insieme a Messina, Ischia, la Calabria e quanto altro succederà. Il tutto appare sempre più funzionale al mantenimento di un potere economico e politico che fonda sull’emergenza e su chi la rappresenta un cardine del suo consenso.

La Questione Ambientale è oggi resa più drammatica per il fatto evidente, reso tale ogni giorno dai fatti che si susseguono, che l’inquinamento non è solo nell’aria, nell’acqua, nel suolo ma è anche di tipo istituzionale, politico,culturale e quindi Morale.ù

Giancarlo Girardi

(Tratto da Aprile Online)