Latina, 15 settembre 2008
Al Coordinamento de LA SINISTRA ARCOBALENO
FORMIA
Saremmo stati felicissimi di partecipare al dibattito da voi promosso per sabato 20 p. v. sul tema “la lotta alle mafie”, ma ciò ci viene impedito da un altro impegno che avevamo precedentemente assunto.
Un impegno inderogabile, in quanto si tratta di una riunione regionale della nostra Associazione convocata da tempo per il pomeriggio dello stesso giorno per affrontare il problema del funzionamento della Giustizia nelle province di Latina e Frosinone.
Noi riteniamo che la soluzione di tale problema sia propedeutica rispetto a tutti gli altri in quanto una Giustizia inquirente che non funziona come dovrebbe rappresenta un gravissimo ostacolo allo sviluppo di un’azione efficace contro la criminalità organizzata.
Da anni non facciamo mistero della nostra più profonda insoddisfazione per l’operato delle Procure della Repubblica del Basso Lazio e, in particolare, di quella di Latina, la quale, com’è noto, ha sempre assunto un atteggiamento di “ minimizzazione” rispetto al fenomeno della presenza e delle attività delle mafie sul nostro territorio.
Quando un Procuratore della Repubblica – smentendo in sostanza anche quanto da anni denunciano la Direzione Nazionale Antimafia, le DDA di Roma e Napoli, varie Commissioni Parlamentari antimafia, la DIA, la Corte di Appello e lo stesso Ministero dell’Interno a proposito dell’alto livello della presenza mafiosa nel Basso Lazio – dichiara pubblicamente che… non bisogna fare allarmismo e che il territorio è… sotto controllo, c’è da domandarsi se da parte dei vertici locali di alcune istituzioni ci sia o meno una reale volontà di contrastare le mafie.
C’è, poi, un aspetto molto importante da prendere in considerazione:
alla luce della legislazione attuale, considerati la funzione ed il ruolo del PM, le ricadute sui livelli investigativi – senza tener conto di quelli che riguardano i cittadini – di certi comportamenti sono disastrose.
In sostanza, mancando alle forze dell’ordine locali, gli input necessari ad investigare in profondità sulle mafie e sulla loro straordinaria capacità di penetrazione nei tessuti politico, economico ed istituzionale, si determina una situazione di stallo in tutta l’azione investigativa, situazione che è esattamente quella che noi paventiamo.
Basta chiedere ai vertici provinciali delle forze dell’ordine- e, in particolare, a quelli della Guardia di Finanza – quante indagini patrimoniali sono state fatte negli ultimi anni, a quanto ammontano i capitali sporchi individuati e, non ultimo, il motivo per il quale ne sono state fatte pochissime.
C’è, poi, da tener presente che anche sul piano delle probabili collusioni fra alcuni esponenti dei mondi politico ed istituzionale con soggetti della criminalità organizzata non sono evidenti quelle determinazione ed incisività che sarebbero necessarie per contrastare seriamente le mafie e, soprattutto, le “nuove mafie”.
C’è tutta un’area grigia che non si vuole colpire con determinazione, un’area grigia costituita da persone cosiddette “pulite”, ma che, in un modo o in un altro, fanno anch’esse oggettivamente parte delle “nuove mafie”. Non si è mai voluto indagare, ad esempio, su tantissimi “facili” arricchimenti e sul versante delle montagne di soldi investiti nelle campagne elettorali da taluni candidati.
Eppure, dalle intercettazioni telefoniche fatte in occasione dell’operazione cosiddetta “Formia Connection”- per non parlare di quella ancora in corso su Fondi – si dice che siano emersi nomi di esponenti politici ed istituzionali operanti sul nostro territorio!
Che fine hanno fatto quelle intercettazioni?
Noi riteniamo che, più che continuare a fare l’elenco dei clan, delle ‘ndrine, delle famiglie presenti in provincia, si debba cominciare a parlare del modo di porsi e dell’operato di tantissimi soggetti dei mondi della politica, delle istituzioni, dell’informazione, dell’imprenditoria rispetto al fenomeno mafioso. E ad agire su questi versanti!
E’ quanto noi dell’Associazione Caponnetto abbiamo deciso da tempo di fare ed è per tale motivo che abbiamo indetto la riunione che si svolge in contemporanea con il vostro dibattito sulle mafie.
Tale riunione si propone l’organizzazione di un sit-in che si svolgerà davanti alla sede del Consiglio Superiore della Magistratura nella Capitale, sit-in finalizzato alla pubblicizzazione di tutto il nostro malessere di fronte ad una situazione che sta durando da troppo tempo.
Vi chiediamo scusa per la nostra diserzione della vostra lodevole iniziativa, della quale auspichiamo, comunque, un esito positivo, nell’interesse dei cittadini di Formia e di tutta la provincia di Latina.
Cordialmente.
IL SEGRETARIO REGIONALE
Dr. Elvio Di Cesare