Nessuna polemica da parte nostra, tanto più nei confronti di Maria Rita Manzo, unica fra i consiglieri comunali di Formia, che sta dimostrando sensibilità ed interesse ad un problema, quello del radicamento mafioso, che sta inquinando l’economia e la società non solo formiane ma di tutto il sud pontino.
Ma, piuttosto, un solo raddrizzamento di tiro ed un riposizionamento di artiglierie.
Ci sono stati atti, intercettazioni telefoniche che danno luogo a sospetti di contaminazione anche di pezzi della politica locale, atti che qualcuno non ha inteso voler prendere in considerazione.
Quegli atti vanno riesumati, costi quello che costi.
Questo, sul piano dei condizionamenti probabili in ambiti politici.
E su questo piano noi chiediamo ufficialmente alla DIA di sviluppare un’inchiesta approfondita.
Ma c’è anche un altro aspetto che ci preoccupa.
Il tessuto economico di Formia e dell’intero circondario è fortemente inquinato. Basta guardarsi attorno.
Sono anni che stiamo chiedendo alle forze dell’ordine locali, alla Guardia di Finanza soprattutto che a Formia ha uomini e mezzi sufficienti, di sviluppare un’ampia ed approfondita inchiesta sugli appalti e subappalti, sui patrimoni, sulle movimentazioni finanziarie, sui capitali investiti e sulla loro origine e tracciabilità.
Particolarmente nei settori dell’edilizia, del commercio e delle compravendite immobiliari e di terreni. E degli appalti.
Stiamo parlando al vento.
Stiamo completando da parte nostra un’indagine parallela che sta portando a risultati sconcertanti.
Allora a Maria Rita Manzo, diciamo una cosa semplicissima, con grande spirito di amicizia:
la battaglia contro le mafie a Formia e dintorni si fa con visure camerali, catastali e quant’altro alla mano.
Tutto il resto – osservatori, consulte, convegni, riunioni soprattutto con politici e fra politici, alcuni dei quali potrebbero essere quelli nominati nell’inchiesta “Formia Connection” – servono solamente a far perdere tempo.
Tutto qua.
LA PRESIDENZA