Uno dei settori da tenere d’occhio specialmente in un periodo com’è quello attuale in cui enti locali, regione, e la stessa comunità europea soffrono di una crisi economica spaventosa è quello che riguarda la qualificazione e l’orientamento professionali.
Decine e decine, per non dire centinaia, di corsi svolti, con centinaia di dipendenti e migliaia di corsisti, che costano alle casse pubbliche fior di centinaia di migliaia di euro senza, talvolta, un controllo circa l’effettiva esigenza del mercato e l’efficacia ai fini occupazionali.
I corsi vengono finanziati con il fine di creare occupazione nuova e migliorare il livello di quella già al lavoro.
Può capitare, però, che essi talvolta si trasformino in centrali della speranza – come i famosi viaggi della speranza – alla quale, poi, segue la delusione di tantissimi giovani ai quale era stata fatta intravedere la prospettiva di un’occupazione e che, invece, restano senza un posto di lavoro.
E’, quindi, necessario sempre verificare il rapporto fra costi e ricavi e, se si nota che tale rapporto è fortemente inclinato ed i ricavi sono effimeri o addirittura, nulli, bisogna colpire i responsabili.
E’ quanto chiediamo alla Guardia di Finanza ed all’Autorità Giudiziaria pontine di accertare, ad evitare, peraltro, che i soggetti siano solamente delle centrali clientelari ed elettorali a favore di questo o quello.
A favore di taluni, cioè, ed a spese della collettività.