.«Appalti alla camorra», rinviato a giudizio l’ex vice-sindaco di Caserta
Il Gup del Tribunale di Napoli Mario Morra ha rinviato a giudizio per i reati di turbativa d’asta e corruzione con l’ aggravante mafiosa l’ex vice-sindaco di Caserta Vincenzo Maria Ferraro ed altri imputati, tra i quali l’imprenditore Angelo Grillo, ritenuto vicino al clan camorristico Belforte ed attualmente detenuto in regime di 41bis.
Il processo partirà il 21 dicembre davanti alla I sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (collegio A presieduto da Orazio Rossi). Vincenzo Maria Ferraro è difeso dall’ avvocato Vittorio Gaiquinto.
A giudizio andranno anche l’ex dirigente dei servizi sociali del Comune di Caserta Giuseppe Gambardella ed alcuni stretti collaboratori di Grillo già coinvolti in altre inchieste antinafia, come Assunta Mincione.
Secondo la Dda, titolare del fascicolo di indagine (pm Maurizio Giordano, Luigi Landolfi, Gloria Sanseverino) l’ex amministratore del capoluogo avrebbe intascato per anni una tangente di 1000 euro mensili, più altre utilità, dall’imprenditore del clan Belforte Angelo Grillo per assicuragli l’affidamento dell’appalto comunale del trasporto per disabili.
Sarà processato invece con rito abbreviato l’11 gennaio 2017 l’imprenditore Gaetano Barbato, titolare della coop «Voglia di vivere», che si aggiudicò l’appalto incriminato.
I fatti contestati risalgono al periodo in cui Ferraro, ex An poi confluito nel Pdl ed in Forza Italia, era assessore ai servizi sociali della giunta di centrodestra guidata dal defunto Luigi Falco (sindaco dal 1997 al 2005). Ferraro avrebbe ottenuto in cambio dell’appalto anche l’assunzione nelle aziende di Grillo di persone legate ai Belforte.
Tra gli appalti finiti poi nel mirino della Dda quello per la pulizia del sito borbonico del Belvedere di San Leucio (tutelato dall’Unesco), aggiudicato a Grillo con il pagamento di tangenti.
Per questa vicenda non è indagato Ferraro ma il solo Grillo, mentre gli inquirenti hanno accertato il coinvolgimento anche dell’ex sindaco Falco, per il quale però non hanno potuto procedere essendo sopraggiunta la morte.
Il Mattino