LE MUTAZIONI DELLA MAFIA E L’ESIGENZA DI AGGIORNARE STRATEGIE E TATTICHE DI CONTRASTO
E’ un grosso errore quello di continuare a guardare la mafia così come ci viene prospettata dalla maggioranza dei media,un sodalizio,cioè, di persone che sparano,uccidono,violentano,rapinano,commerciano droga e così via.
Questo é il livello basso della mafia,quello militare,quello del quale si servono,all’occorrenza,i livelli superiori.
Sono questi ultimi ,i livelli alti,che contano ed ai quali pochi,purtroppo,guardano perché non raramente essi si confondono con il Potere e non tutti hanno il coraggio di mettersi contro questo.
Mafia e Potere connaturali l’una con l’altro e che si autolegittimano a vicenda.
Aveva ragione Paolo Borsellino quando sosteneva che la migliore rivoluzione, rispetto a questo scenario ,può farla il popolo con la matita nell’urna,con il trasferimento,cioé,di porzioni del Potere dalla mafia alla società civile.
Puntando,in parole povere,ad una diversa articolazione di questo ed all’assunzione da parte del popolo,dei cittadini,di un ruolo attivo e positivo.
E’ questa la DEMOCRAZIA!
Un ruolo determinante,stante la sfiducia del popolo nella maggior parte dei partiti politici rivelatisi,purtroppo,permeabili alle suggestioni di quel Potere diventandone essi stessi non raramente uno strumento,le cosiddette associazioni antimafia.
Ma ad una condizione,quella di non lasciarsi anche esse intrappolare ,con blandizie,privilegi,concessioni ,mantenendo l’autonomia più assoluta e rifiutandosi in ogni modo di trasformarsi in instrumentun regni.
E’ la condizione senza la quale tutto si trasforma in una farsa,nella più colossale presa in giro.
Prendere soldi o altro da un Potere gestito dalla mafia significa rinunciare alla possibilità di combattere la mafia e,quel che é peggio,trasformarsi in strumento di questa.
Non si può stare con lo stesso piede in due staffe.
O di qua o di là,tertium non datur.
Ma lo stare contro la mafia obbliga ad atti concreti,non solo con le parole,con le chiacchiere,con la retorica,rispondendo anche qua all’appello di Borsellino quando diceva che é un errore imperdonabile il pensare che tutto il peso della lotta alle mafie debba continuare a gravare sulle sole spalle della magistratura e delle forze dell’ordine.
Sono queste,Magistratura e forze dell’ordine,gli unici pilastri di legalità e di Giustizia,che lo Stato di diritto mette a disposizione dei cittadini,oggi,in un momento storico nel quale la corruzione sta corrodendo il Paese e sta portandolo nel baratro.
Sentiamo spesso dirci:”ma queste sono anch’esse corrotte “.
Non é vero perché può anche trovarsi il singolo magistrato,il singolo poliziotto,il singolo carabiniere o finanziere corrotti,ma le istituzioni sono sane e bisogna avere fiducia in esse,aiutandole concretamente nella lotta contro mafie e malaffare.
Fornendo ad esse notizie,piste investigative e mettendole in condizione di operare al meglio.
Questo significa fare antimafia vera.
Ciò comporta,ovviamente,la conoscenza delle strutture competenti,delle strade da seguire,dei canali da percorrere.
Questi sono il compito,il ruolo dell’Associazione,senza della quale si rischia di non seguire le vie giuste e di andare a sbattere contro il muro ,non ottenendo,peraltro, il risultato che si auspica.
L’organizzazione,insomma,lo strumento del quale si è attrezzata la mafia ma del quale la maggioranza dei cittadini perbene tarda a capirne l’importanza,la necessità.
Un’organizzazione che sia in grado di “capire” ,di “leggere” i fatti,le cose e che si doti di quegli strumenti minimi di conoscenza,come una sorta di datebase,che mettano nelle condizioni,con le visure camerali,gli archivi,gli intrecci di notizie e quant’altro,di fornire e di evidenziare la notizia criminis agli inquirenti istituzionali.
Combattere la mafia ,oggi,non é come giocare a carte o vendere noccioline.
La mafia é oggi la più grande impresa del mondo e per combatterla non servono gaglioffi,saltimbanchi,parolai,affaristi,persone che hanno paura e se la danno a gambe al primo botto,ma uomini e donne convinti,determinati,seri,ricchi di senso civico e dello Stato.
Persone serie e che sanno il fatto proprio,non quaquaraquà,insomma.
Sono anni che siamo impegnati sul versante della selezione della classe dirigente della nostra Associazione e sono anni che proviamo e riproviamo ogni singolo che chiede di aderire alla Caponnetto.
Molte delusioni,ma anche molte soddisfazioni perché a fatica ma con successo stiamo portando avanti la più grande operazione selettiva che ci porterà ai livelli massimi di efficienza e di significatività.
l’Associazione Caponnetto,dopo 15 anni di sacrifici e di lotte ,già gode di un livello di stima e di rispetto eccezionali ai livelli centrali e periferici.
L’iniziativa da essa assunta nell’ottobre scorso insieme all’Associazione Nazionale Magistrati ed al Consiglio Nazionale Forense presso la Cassazione a Roma,non é che una delle prove.
Ora é in corso la campagna tesseramento per il 2017 ed é con questo e attraverso questo che siamo alla ricerca di energie nuove e migliori.
Il sogno di chi scrive è quello ,prima di cedere il passo e di passare in seconda linea,di vedere ,a chiusura del tesseramento nel marzo prossimo,un Consiglio Direttivo composto da Testimoni di Giustizia,uomini e donne delle forze dell’ordine,avvocati,militanti di prima linea abituati alla lotta,cittadini motivati e ben informati,parlamentari ed ex parlamentari puliti.
Persone esperte ed oneste,che sanno di cosa stiamo parlando e sanno cosa fare ,combattenti e non rami secchi,capaci di assestare a mafiosi e ladri colpi mortali.