L’individuazione di un soggetto a Tarquinia considerato appartenente alla criminalità organizzata e il sequestro di suoi consistenti beni da parte della magistratura e delle forze dell’ordine provano quanto siano state fondate le nostre intuizioni e denunce relative alla presenza mafiosa in provincia di Viterbo.
Intuizioni corroborate dalle affermazione del giudice Imposimato, che ringraziamo di cuore per l’impegno che profonde anche da pensionato nella lotta contro le mafie, circa l’esistenza nella stessa provincia di amministratori pubblici collusi con le mafie.
Il dramma è proprio questo: che parte delle istituzioni e della politica sono colluse con le mafie e che, inoltre, da parte dei vertici istituzionali emerge raramente una reale volontà di combattere con efficacia le mafie.
Mafie militari, ma, soprattutto, mafie economiche e politiche.
Si vola basso, molto basso e si tiene sempre un profilo basso nell’azione di contrasto di esse.
Né a livello politico, nella parte sana della politica, emerge quella forte volontà di affrontare il toro per le corna e dire pane al pane e vino al vino che sarebbe necessaria.
Il povero Gigi Daga, lo storico e coraggioso nostro V. Segretario Regionale deceduto nel dicembre scorso, gridò forte la sua rabbia nel vedere che, mentre le mafie diventano padrone di tutto, da parte di molta parte della politica locale c’era una sorta di connivenza oggettiva, se non soggettiva, caratterizzata dal silenzio assoluto o dalla negazione del fenomeno.
Si scatenò contro di lui e contro la nostra Associazione una specie di “fuoco amico” anche, purtroppo, da quella parte politica che a parole dichiara di non volersi confondere con la mafia.
Denunce su denunce, con richieste di dammi milionari, tutte tese ad azzittirlo e ad azzittirci.
Qualche “cretino” –tanto per usare un termine coniato da Nando dalla Chiesa a proposito di coloro che incoscientemente fanno il gioco della mafia pur non facendone organicamente parte- ha fornito a qualche nostro nemico – che ora siamo stati costretti a denunciare-strumenti per attaccare duramente la nostra Associazione e le nostre persone.
Quando si dice che… fare antimafia non è l’andare in giro a parlare di temi generali e non conoscendo e toccando le questioni del territorio! Che sono quelle che sono, con una mafia che sta diventando sempre più possente e padrona di tutto, con le istituzioni che non la combattono come dovrebbero e che, in parte, sono addirittura colluse, con forze dell’ordine e procure locali che appaiono abbastanza timide ed impreparate –com’è successo con la vecchia Procura di Latina- ecc. ecc.
Ma, tant’é.
Il problema dei problemi, però, di fronte ad una situazione del genere, è rappresentato dall’inerzia della gente, dal silenzio assordante di quasi tutte le persone perbene.
I “ cretini”, appunto, stando alla brillante definizione di Nando dalla Chiesa, che condividiamo appieno.
Perché se “cretino” non si vuole essere definiti, è necessario che chi ha un minimo di onestà morale ed intellettuale, un minimo di senso dello Stato e di sensibilità sociale, reagisca a tale stato di cose – che ci sta portando diritto dritto al baratro -, denunciando, denunciando, denunciando e non limitandosi, come spesso avviene, a parlare di tutto e di niente, di temi generali e comunque non riferibili alla situazione del proprio territorio.
Facendo, così, solo il solletico alla mafia ed alle mafie.