Cerca

Chi la dura la vince. Pacchetto Sicurezza: è fatta! Ora il Paese è più sicuro???

Tra le proteste delle opposizioni dentro e fuori Montecitorio, con il voto di fiducia di oggi alla Camera sul disegno di legge sulla sicurezza si sancisce una brutta pagina della democrazia in Italia. Il via libera finale al provvedimento, che dovrà poi tornare al Senato, è atteso domanì. Il governo punta ora ad una rapida approvazione da parte del Senato “entro 2 settimane”. Bossi commenta in Transatlantico: “Chi la dura la vince”. In sintesi, le principali norme su immigrazione, criminalità e sicurezza urbana (con l’introduzione delle ronde) approvate oggi con i tre maxiemendamenti

Malgrado i richiami da parte dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e di Thomas Hammarberg, commissario del Consiglio d’Europa sui diritti umani, a rispettare il diritto d’asilo sui respingimenti dei clandestini provenienti dalle coste libiche (un invito a differenziare tra immigrazione clandestina e altri tipi di immigrazione), il governo conferma la linea della fermezza.
Da qui i tre maxi-emendamenti, approvati oggi a maggioranza, nei quali è stato racchiuso il provvedimento sulla sicurezza e sul quale ci sono stati altrettanti pronunciamenti di fiducia da parte dell’Aula di Montecitorio.

Rispetto alla versione originale del disegno di legge sono state cancellate solo le norme che il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva ritenuto incostituzionali (l’obbligo per medici e presidi della scuola dell’obbligo di denunciare gli immigrati clandestini). Norme che però rientrano dalla finestra, avendo lasciato l’obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali ed essendo i medici dei presidi sanitari e i presidi scolastici, nello svolgimento delle loro funzioni, in tutto e per tutto equiparati a pubblici ufficiali.

Farhan Haq, portavoce del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, ha intanto confermato che le Nazioni Unite sono d’accordo con le preoccupazioni espresse dall’Unhcr: “I rapporti con Roma su questo tema saranno gestiti dallo stesso commissariato, nella persona del suo alto rappresentante Antonio Guterres”.
La posizione del governo era stata confermata da Silvio Berlusconi, a margine del vertice italo-egiziano: “Su questi barconi, come dicono le statistiche, persone che hanno diritto d’asilo non ce n’è praticamente nessuna. Solo casi eccezionalissimi”. Per il premier, sulle imbarcazioni di fortuna che cercano di approdare in Italia “ci sono persone che hanno pagato un biglietto, non sono persone spinte da una loro speciale situazione all’interno di paesi dove sarebbero vittime di ingiustizie, ma sono reclutate dal mondo del lavoro o del non lavoro in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali”. Berlusconi viene però smentito, coi numeri, dal direttore del Comitato italiano per i rifugiati, Cristopher Hein: “Delle 37 mila persone arrivate in Italia nel 2008 sui barconi, il 70 per cento ha chiesto asilo politico, e un terzo del totale ha ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato, essendone stati verificati i requisiti”.
Hein ha poi denunciato il sistema europeo di accesso: “Il fatto che tanti africani paghino organizzazioni criminali per venire in Europa – ha osservato – è la conseguenza di una politica non solo italiana ma dell’Unione europea, anche attraverso il sistema di Schengen, che fa sì che nessun cittadino di un paese terzo, in particolare africano, riesca ad entrare sul territorio italiano o comunitario in modo regolare perché nessuno gli da’ il visto”.

Il Pd punta l’indice contro alcuni contenuti del disegno di legge e sulla scelta procedurale del governo. “Questi tre voti di fiducia disattendono le sollecitazioni del capo dello Stato e del presidente della Camera e violano la logica su cui si basa il voto segreto”, dice Antonello Soro, capogruppo a Montecitorio. Il riferimento è all’uso eccessivo del voto di fiducia a cui farebbe ricorso l’esecutivo.
Il Pd aveva chiesto in particolare al presidente della Camera uno stralcio delle norme più contestate del provvedimento, quelle sul reato di immigrazione clandestina e sulle ronde.
Donatella Ferranti, capogruppo piddino nella Commissione Giustizia, ha rivolto ieri un inusuale attacco a Fini che ha respinto la richiesta del suo partito: “Privando il Parlamento della possibilità di votare separatamente e con voto segreto quelle parti del provvedimento che incidono sulle libertà e sui diritti fondamentali, Fini ha di fatto avallato norme razziste e contribuito a mettere in sicurezza la maggioranza”. Infine Marco Minniti ha parlato di “un sonno mostruoso della ragione”, e di “una fiducia posta contro la libertà della stessa maggioranza”.

Il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi afferma che “non c’è un briciolo di sicurezza in questo testo, solo demagogia. Si finanziano le ronde, che sono l’anticamera della polizia di partito, e si tolgono soldi – aggiunge Donadi – alle forze di polizia, le uniche in grado di garantire davvero il controllo delle nostre città e di agire efficacemente contro i criminali. L’introduzione del reato di clandestinità, poi, è controproducente e pericoloso perché paralizzerebbe l’attività dei tribunali”.

Molto critica anche la posizione di Udc, mentre Sinistra e libertà – la formazione guidata da Nichi Vendola che si presenta per la prima volta alle elezioni europee – ha organizzato oggi pomeriggio una manifestazione ‘no stop’ in piazza Montecitorio contro il pacchetto sicurezza. Stessa piazza, ma questa volta in tarda mattinata, presa d’assalto da Prc – Pdci. Per Paolo Ferrero, il ddl sicurezza blindato dal governo con una triplice fiducia, è “incivile e razzista” e non risolverà ma accentuerà il problema dell’immigrazione clandestina: “Aumenterà di decine di migliaia il numero degli ingressi irregolari e a renderli più invisibili”.

Bossi commenta in Transatlantico: “chi la dura la vince”, e replica a Gianfranco Fini che oggi ha invitato nuovamente “a non fare propaganda elettorale su questi temi”: “se la propaganda non la fai quando ci sono le elezioni, quando la fai?” ha commentato il Senatur.
Intanto il ministro dell’Interno Maroni definisce “destituita di fondamento” una norma del pacchetto che prevede di ‘strappare’ i bambini ai loro genitori naturali solo perché clandestini. “E’ una “panzana”, taglia corto il ministro leghista. Ma il Pd non demorde e presenta un ordine del giorno in cui si chiede un impegno scritto del governo per fare chiarezza sulla questione della registrazione all’anagrafe dei neonati degli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno.

Sul fronte delle polemiche internazionali che non si placano certo dopo l’approvazione del pacchetto, c’è da segnalare che il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha annunciato una sua visita a Tripoli la prossima settimana: “La Libia fa parte dell’Onu, in Libia è presente l’alto commissariato per i rifugiati della nazione Unite (Unhcr) che può fare gli accertamenti delle persone che chiedono asilo”.
Per quanto riguarda gli eventuali immigrati che hanno diritto all’asilo, Maroni ha chiesto a Jacques Barrot, commissario europeo sui temi della giustizia, di affrontare la questione con gli altri paesi dell’Unione europea e di non fare gravare tale responsabilità solo sull’Italia. L’obiettivo del ministro degli Interni è quello di internazionalizzare le misure da adottare nei confronti delle imbarcazioni di fortuna che cercano di approdare in Italia.

Sicurezza: le principali norme sull’immigrazione

Reato di clandestinità: è punito con un’ammenda che va dai 5mila ai 10mila euro lo straniero che, violando la legge, “fa ingresso o si trattiene nel territorio dello stato”.

Carcere per chi affitta a clandestini: “Chiunque, a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, da’ alloggio ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione, è punito con la reclusione da 6 mesi a tre anni”.

Cie: “Salta” il tetto previsto dalla Bossi Fini dei 60 giorni di permanenza dei clandestini nei centri di identificazione ed espulsione In caso di mancata cooperazione al rimpatrio da parte del Paese terzo interessato o nel caso di ritardi per ottenere la documentazione necessaria il questore può chiedere una prima proroga di 60 giorni di questo periodo, cui se ne può aggiungere una seconda. Fino ad un massimo di 180 giorni.

Fondo rimpatri: Viene istituito presso il ministero dell’interno un fondo rimpatri per finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri verso i paesi di origine.

Obolo per il permesso di soggiorno: La richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno è sottoposta al versamento di un contributo il cui importo è fissato da un minimo di 80 a un massimo di 200 euro con decreto del ministro dell’Economia di concerto con il ministro dell’Interno che stabilirà anche le modalità del versamento.
Il rinnovo del permesso deve essere chiesto dallo straniero al questore della provincia in cui dimora, almeno 60 giorni prima della scadenza. Per l’acquisto della cittadinanza il contributo da versare allo Stato è di 200 euro. Il coniuge straniero di un cittadino italiano può acquisire la cittadinanza quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se risiede all’estero.

Accordo di integrazione: Entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge vengono stabiliti con regolamento – su proposta del presidente del consiglio e del ministro dell’interno, di concerto con il ministro dell’istruzione e del welfare – i criteri e le modalità per la sottoscrizione, da parte dello straniero, contestualmente alla presentazione della domanda di rilascio del premesso di soggiorno, di un accordo di integrazione, articolato per crediti, con l’impegno a sottoscrivere specifici obiettivi di integrazione, da conseguire nel periodo di validità del permesso di soggiorno. La firma dell’accordo è condizione necessaria per il rilascio, la perdita totale dei crediti determina la revoca del soggiorno e l’espulsione dello straniero; per integrazione si intende “quel processo finalizzato a promuovere la convivenza dei cittadini italiani e di quelli stranieri, con il reciproco impegno a partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società” nel rispetto dei valori della Costituzione.

Money transfer: Si intensificano i controlli sul trasferimento di valuta per contrastare il riciclaggio anche ai fini di finanziamento al terrorismo. Gli agenti di attività finanziaria che prestano servizi di pagamento nella forma dell’incasso e del trasferimento fondi acquisiscono e conservano per 10 anni copia del titolo di soggiorno se il soggetto che ordina l’operazione è cittadino extracomunitario.
La cancellazione dall’elenco degli agenti è la sanzione per chi non ottempera a quest’obbligo.

Carcere per chi rifiuta espulsione: Lo straniero che, raggiunto da provvedimento di espulsione, continua a rimanere illegalmente in Italia, nonostante il provvedimento del questore, viene sanzionato con la reclusione. La pena va da sei mesi a un anno se l’espulsione è stata disposta perché il permesso di soggiorno è scaduto da più di 60 giorni e non ne è stato chiesto il rinnovo o se la domanda di titolo di soggiorno è stata rifiutata.
La pena va da uno a quattro anni se lo straniero è raggiunto da un provvedimento di espulsione perché è entrato in Italia illegalmente o non ha chiesto il permesso di soggiorno nel termine prescritto, in assenza di cause di forza maggiore.
La pena aumenta da uno a cinque anni se lo straniero destinatario dell’ordine di espulsione e di un nuovo ordine di allontanamento continua a rimanere illegalmente in Italia.

Sicurezza: le principali norme contro la criminalità

41 Bis: aumenta a quattro anni la durata del carcere duro per chi è accusato di mafia e si sposta la competenza funzionale per i ricorsi al tribunale di sorveglianza di Roma in modo da garantire omogeneità di giudizio su tutto il territorio nazionale. I detenuti sottoposti a regime speciale saranno ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, per lo più sulle isole. I colloqui con i familiari saranno sempre registrati; quelli telefonici saranno possibili solo se non vi saranno colloqui personali. Saranno ridotti a tre gli incontri settimanali con i difensori e a maggiori restrizioni sarà sottoposta anche la permanenza all’aperto. Infine, viene punito con il carcere da uno a quattro anni chiunque consenta ad un detenuto sottoposto al 41 bis di comunicare con altri.

Obbligo di denuncia del pizzo: gli imprenditori devono denunciare le richieste di pizzo che subiscono. Se non lo fanno vengono esclusi dalla possibilità di partecipare alle gare di appalto (a meno che non ricorrano le cause di esclusione di responsabilità previste dalla legge del 1981). La responsabilità dell’imprenditore omertoso “deve emergere dagli indizi a base della richiesta di rinvio a giudizio formulata nei confronti dell’imputato nei tre anni antecedenti alla pubblicazione del bando e deve esser comunicata, unitamente alle generalità del soggetto che ha omesso la predetta denuncia, dal procuratore della Repubblica procedente all’autorità” per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che deve curare la pubblicazione della comunicazione sul sito dell’osservatorio.

Poteri procuratore antimafia: il procuratore nazionale antimafia manterrà i poteri di intervento nei procedimenti, che la legge attualmente gli attribuisce. Dal ddl è stata soppressa la norma (comma 2 articolo 2) che di fatto ne prevedeva una sorta di limitazione e che lo stesso procuratore nazionale antimafia aveva criticato durante la sua audizione in commissione giustizia.

Enti locali e infiltrazioni mafiose: a fianco della responsabilità degli organi elettivi si introduce quella degli organi amministrativi e si stabilisce anche che con decreto del ministro dell’Interno, su proposta del prefetto, può essere sospeso dall’incarico chiunque, direttore generale, segretario comunale o provinciale, funzionario o dipendente a qualsiasi titolo dell’ente locale abbia collegamenti con la criminalità organizzata, anche quando non si proceda allo scioglimento del consiglio comunale o provinciale.

Appalti. Accesso del prefetto ai cantieri: per prevenire infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti il prefetto può disporre accessi e accertamenti nei cantieri delle imprese interessate.

Amministratori giudiziari: nasce l’albo nazionale degli amministratori giudiziari per l’amministrazione dei beni sequestrati alla criminalità.

Norme antiterrorismo: Si estende la legge Mancino ai centri sospettati di fare attività o propaganda terroristica. Associazioni, gruppi, organizzazioni o movimenti sospettati potranno essere sciolte in via cautelativa con l’ok previo della magistratura. Se i reati saranno accertati il ministro dell’interno disporrà lo scioglimento definitivo.

Le principali norme sulla sicurezza urbana

Via libera alle ronde. Il provvedimento scomparso al Senato “riappare” come promesso dal ministro Maroni nel ddl alla Camera. Gli enti locali possono avvalersi della collaborazione delle associazioni di cittadini al fine di segnalare agli organi di polizia locale eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.

Oltraggio a pubblico ufficiale. Il ddl reintroduce il reato abrogato con la legge 25 giugno 1999. La pena è la reclusione fino a tre anni.

Bombolette spray. Sì all’uso delle bombolette spray al peperoncino da utilizzare per autodifesa. Un regolamento del ministro dell’interno di concerto con il ministro del lavoro, salute e politiche sociali disciplina le caratteristiche tecniche e il contenuto dei dispositivi di autodifesa.

Albo dei buttafuori. Nasce l’albo degli addetti alla sicurezza dei locali pubblici che dovranno rispondere ai requisiti stabiliti da un decreto del ministro dell’Interno. L’elenco è tenuto dal prefetto competente per territorio.

Registro dei clochards. Nasce il registro dei senza fissa dimora presso il ministero dell’interno.

Stragi del sabato sera. Più rigore per chi si mette alla guida ubriaco o drogato. Viene istituito un fondo contro ‘l’incidentalità notturna’ che servirà all’acquisto di materiali, attrezzature e mezzi per le forze di polizia e per campagne di sensibilizzazione e formazione degli utenti della strada.

Autisti di mezzi pubblici drogati. Scatta la revoca della patente e la sospensione del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli, per un periodo fino a tre anni.
Ida Rotano

(Tratto da www.aprileonline.info)