Non è semplice fare antimafia nella e con l’Associazione Caponnetto.
Ce ne rendiamo perfettamente conto.
Non è semplice soprattutto per coloro che intendono l’impegno antimafia come un puro e semplice esercizio accademico.
Non è semplice per coloro che credono di fare antimafia semplicemente facendo una ricostruzione storica.
Non è semplice per coloro che vorrebbero militare in un’associazione antimafia per raggiungere obiettivi di natura politica o addirittura per fare quattrini attraverso i cosiddetti “corsi della cultura delle legalità”, la gestione di beni confiscati alle mafie, per motivi economici personali insomma.
Non è semplice per coloro che sono legati da lacci e lacciuoli di natura ideologica e partitica.
Sì, perché la mafia, o meglio, le mafie, sono SEMPRE alleate o parte integrante addirittura del POTERE e, quindi, della POLITICA e delle ISTITUZIONI.
L’evoluzione delle mafie che prima erano alleate, mentre oggi sono diventate esse stesse… parte della politica.
Ciò non toglie che possano esserci ancora singoli soggetti che non sono mafiosi, ma essi sono ininfluenti, emarginati, non ” contano”
perché ormai è il “sistema” che è marcio, irreversibilmente marcio, mafioso insomma.
La Caponnetto non è un’associazione che basa il suo impegno sulla rievocazioni di fatti storici, sulla memoria, sulle commemorazioni, sulle sfilate ed altre cose del genere.
Non vogliamo giudicare chi fa queste cose.
Noi abbiamo scelto un’altra strada: quella dell’investigazione e della DENUNCIA, nome e cognome.
La strada dell’attualità e non del passato.
La strada che porta a far arrestare i mafiosi, uno per uno e a far sottrarre ad essi i beni che hanno accumulato succhiando il sangue della povera gente.
Ed i mafiosi non sono solo i Setola, gli Schiavone, i Bidognetti, i Riina e tutta la genia dei criminali delle loro specie, ma, soprattutto, quei sindaci, assessori, consiglieri, deputati, senatori, ministri, magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, professionisti, imprenditori, cittadini ecc, che fanno parte della filiera mafiosa.
La maggioranza del Paese, insomma, perché la prima cosa che si richiede a chi vuole fare seriamente antimafia è quella di prendere atto della realtà, di conoscerla e di non nascondersela e di non nasconderla agli altri.
La realtà.
Bisogna partire da questa e solo da questa.
Brutalmente.
Scusateci, ma la realtà ci dice che le mafie stanno vincendo la guerra e c’è bisogno di un pugno di uomini e donne che, partendo dalla realtà, si impegnino in maniera totale – non residuale, come spesso avviene, mezzo mezzo- a lottare contro le mafie, indagando, scoprendo investimenti di capitali, connivenze con politici e membri delle istituzioni, facendo visure camerali che riguardino ditte che lavorano negli appalti pubblici e privati, titolari di esercizi commerciali, esercizi vari ed annotando tutto, confezionando dossier che poi dovranno essere consegnati a chi di dovere, stando attenti anche a chi si consegnano perché dovunque ci sono le talpe dei mafiosi.
Ecco, questa è l’Associazione Caponnetto e questo debbono fare e fanno gli amici dell’Associazione Caponnetto.
Tutto il resto serve a poco, per non dire a niente.