Continua senza sosta l’inchiesta di Giulio Golia de “Le Iene” sul mistero delle navi radioattive affondate nei nostri mari
Dopo diverse settimane continua senza sosta l’inchiesta di Giulio Golia con “Le Iene” riguardo lo smaltimento di rifiuti radioattivi. Durante la puntata di ieri sera, Golia si è occupato del mistero della nave Cunsky e delle rivelazioni del pentito della ’ndrangheta Francesco Fonti. Nel 2005 Fonti confessò di aver fatto affondare negli anni ’90 davanti alla costa di Cetraro, in provincia di Cosenza, un mercantile contenente rifiuti tossici e radioattivi, e altri particolari sul traffico illecito di rifiuti. In seguito a questa dichiarazione furono avviate diverse indagini, e nel 2009 una spedizione commissionata dalla Regione Calabria rilevò, tramite l’utilizzo di un robot, la presenza di un relitto al largo della costa tirrenica cosentina settentrionale. Dopo una seconda spedizione del Ministero dell’Ambiente, però, in molti iniziarono a sostenere che il relitto rilevato non fosse quello della Cunsky. L’allora Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo dichiarò, infatti, che si trattava dei resti della Catania, piroscafo bombardato da un sottomarino tedesco e affondato nel 1917. Nonostante ciò, continuarono ad esserci pareri contraddittori in merito. Effettivamente durante il servizio delle Iene è emerso che che le coordinate dei sopralluoghi sul relitto della nave Catania non potessero corrispondere con le ipotesi investigative sul punto dell’affondamento del relitto della Cunsky, che in realtà con ogni probabilità non è mai stato ispezionato perchè si trova ben più al largo. Durante la puntata andata in onda ieri, Golia prova a far luce sulla vicenda analizzando l’audio originale delle dichiarazioni del pentito Francesco Fonti e intervistando alcuni dei pescatori del posto, il pilota del robot della prima spedizione effettuata e il Presidente della Commissione ecomafie Alessandro Bratti.
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