Il quadro della situazione nel Rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia sulla provincia di Latina. Il potere dei Travali e dei Di Silvio
Elena Ganelli
08 dicembre 2024 18:30
Sono i clan locali in provincia di Latina e soprattutto nel capoluogo a detenere il potere criminale con tutto ciò che ad esso è collegato: traffico di stupefacentim estorsioni e altro. E questi clan “hanno acquisito nel tempo modelli strutturali autonomi in grado di arginare in parte l’espansione delle tradizionali proiezioni di organizzazioni mafiose di matrice campana e calabrese, ponendosi come punto di riferimento per la gestione dei traffici illeciti sul territorio”. Questa la fotografia scattata dalla Direzione Investigativa Antimafia nel consueto Rapporto semestrale in riferimento aalla seconda parte del 2023.
Il passo indietro delle cosche di camorra e ‘ndrangheta
Quello che emerge è che la presenza di esponenti di clan camorristici e di cosche di ‘ndrangheta, per quanto ampia e strutturata, ha dovuto tenere conto della crescente influenza delle compagini autoctone, fino a determinare “la creazione di una peculiare combinazione e, talvolta, convergenza di interessi criminali, sovente perseguiti con metodo mafioso, che hanno portato, in alcuni casi, al riconoscimento della qualifica di vere e proprie associazioni per diversi gruppi. Così gruppi quali Moccia, Mallardo, Casalesi e Bardellino interagiscono clan autoctoni creando non rare cointeressenze e complesse dinamiche criminali.
Le indagini sui clan locali
Nella lista delle indagini giunte a sentenza c’è quella denominata “Scarface” con la condanna, il 5 luglio, dei vertici del clan Di Silvio per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, furto, detenzione e porto abusivo di armi. Al fianco di questo gruppo agiscono anche, con capacità di intimidazione, il gruppo Travali, con reiterati episodi di usura, estorsione, detenzione di armi e spaccio di stupefacenti, e quello dei Ciarelli che hanno “contribuito a creare una diffusa condizione di assoggettamento sfruttando la notorietà criminale acquisita nel tempo a Latina”. Nella relazione dell’Antimafia vengono inoltre ricordate alcune indagini carattere economico e patrimoniale quali “Dirty glass” che a dicembre dello scorso anno ha portato al sequestro, ai danni di un imprenditore di un patrimonio di oltre 50 milioni di euro tra società, fabbricati, terreni, veicoli e rapporti finanziari. L’imprenditore sarebbe stato al centro di una fitta rete di relazioni caratterizzata da interessi riconducibili alla criminalità locale e campana e da contatti con alcuni rappresentanti della pubblica amministrazione, palesando una particolare capacità di individuare imprese in crisi al fine ultimo di estrometterne dalla gestione i legittimi titolari.
Il nord della provincia
Il traffico di sostanze stupefacenti risulta essere un’attività illecita molto fiorente anche ad Aprilia dove è stata smantellata un’importante piazza di spaccio occultata in una via del quartiere Toscanini in questa circostanza lo smercio di droga era agevolato da modalità che sembrano rievocare il “modello Scampia”, mediante il ricorso allo sbarramento delle vie d’accesso con grate e cancelli, oltre a un collaudato sistema di videosorveglianza.
Fonte:https://www.latinatoday.