Sentenza amara per l’antiquario accusato di abusivismo a Ventotene Potranno presto scattare nuovamente i sigilli per la grotta ipogea adibita a camera da letto con vista mozzafiato sul mare di Ventotene e l’attiguo immobile al centro di un’avvincente battaglia legale tra il proprietario dell’abuso, noto antiquario romano nonché marito di una funzionaria della Soprintendenza dei Beni culturali, e la Procura di Latina. Dopo il pronunciamento della Cassazione a cui era ricorsa la Procura impugnando l’ordinanza di dissequestro del Tribunale del Riesame, nei giorni scorsi il collegio del Riesame di Latina ha rivisto la sentenza, legittimando il sequestro di grotta e casa in quanto “opera abusiva all’interno di un ecosistema protetto”.In sostanza, i giudici collegiali Lucia Aielli, Gabriella Nuzzi e Cecilia Colaceppi si sono attenuti agli stessi principi già tracciati dalla Corte di Cassazione, ravvisando la necessità di rinviare il fascicolo alla Procura per un nuovo sequestro. La prima operazione risale all’Aprile del 2011 quando i forestali del Nipaf, su disposizione del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, volarono sull’isola pontina per bloccare l’opera. Sigilli poi convalidati dal Gip Laura Matilde Campoli sia per il cambio non autorizzato di destinazione d’uso della grotta nonché per la realizzazione di un tunnel fino alla parete rocciosa che si affaccia sul mare dalla parte opposta rispetto all’ingresso, sia per l’ ampliamento abusivo della preesistente casa rosa presumibilmente perpetrato nel corso di lavori di ristrutturazione. Il colpo di scena poco meno di un mese dopo: il Tribunale del Riesame accolse la richiesta avanzata dall’antiquario romano e dispose il dissequestro dei due immobili, sostenendo principalmente che dalla relazione del consulente del Pm non emergeva l’ampliamento della grotta contestato. Nulla, però, sul cambio di destinazione d’uso. La Procura tornò così alla carica e, con nuove osservazioni, ufficializzò il ricorso in Cassazione fino ad ottenere l’ annullamento dell’ordinanza del Riesame. Ora bisognerà aspettare che gli atti vengano notificati in Procura, prima che il sostituto procuratore possa disporre il sequestro bis. Fonte: H24 notizie