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Damiano Genovese, il figlio del boss che sedeva nel consiglio di Avellino (con la Lega)

Il Fatto Quotidiano

Damiano Genovese, il figlio del boss che sedeva nel consiglio di Avellino (con la Lega)

Arrestato con altre 13 persone, secondo gli inquirenti la sua elezione nel 2018 doveva servire anche a “influenzare la vita politica e amministrativa della città allo scopo di accedere alla cabina di regia delle scelte operate dalla pubblica amministrazione in materia urbanistica ed edilizia”

di Vincenzo Iurillo | 12 NOVEMBRE 2020

Il consiglio comunale di Avellino nel 2019 è cambiato, sciolta l’amministrazione per sfiducia del sindaco grillino senza maggioranza. Ma in aula, per diversi mesi, si è seduto un consigliere comunale organico al clan di camorra dei Partenio. Si chiama Damiano Genovese, 37 anni, è il figlio di uno dei fondatori della cosca, Amedeo Genovese, dal quale non ha mai preso le distanze. La sua elezione nel 2018 avvenne nella lista della Lega di Matteo Salvini e doveva servire anche a “influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino allo scopo di accedere alla cabina di regia delle scelte operate dalla pubblica amministrazione in materia urbanistica ed edilizia”. Lo si legge tra le 906 pagine dell’ordinanza di arresto di Genovese e di altre 13 persone. Il provvedimento firmato dal Gip di Napoli Fabrizio Finamore racconta e sintetizza circa tre anni di indagini della procura antimafia di Napoli – pm Simona Rossi, Henry John Woodcock e Luigi Landolfi – concentrate sulle mire del clan nel settore delle acquisizioni e delle aste immobiliari. C’erano interessi economici e politici, dietro la loro azione. Un filone delle indagini ha infatti affrontato le pressioni della camorra irpina sul voto. Per far convogliare il maggior numero possibile di preferenze sul candidato della Lega, Genovese. Ne otterrà 350 sui 1299 complessivi della lista. Un 4% sufficiente a ottenere un solo seggio, il suo. Nei mesi successivi il partito del Carroccio prenderà le distanze da Genovese e quella ingombrante parentela. Il coordinatore campano della Lega, Gianluca Cantalamessa, dirà: “Non l’avremmo candidato se avessimo saputo che era il figlio di un boss. Però mi dicono che aveva carichi pendenti completamente puliti”. L’indagine era ancora segreta. Verrà scoperchiata nell’autunno 2019, con le prime perquisizioni dalle quali risulterà che Genovese era indagato insieme al segretario della Lega di Avellino, Sabino Morano, avvocato, autosospeso da ruoli di partito. Poi gli arresti dei giorni scorsi.

Secondo le ipotesi accusatorie vagliate dal Gip, la famiglia Galdieri del clan Partenio avrebbe appoggiato elettoralmente Damiano Genovese per ottenerne in cambio la riassegnazione in gestione della palestra di una scuola media che ospitava un centro pugilistico. L’ordinanza contiene le trascrizioni di alcuni colloqui in carcere tra Damiano Genovese e il padre Amedeo, detenuto a Voghera al 41 bis per una condanna all’ergastolo. Uno risale al 28 giugno 2018, pochi giorni dopo le elezioni. Damiano è lì con il fratello Antonio e dice al padre “Ho vinto, stiamo al Comune”. Ecco uno stralcio della conversazione.

Amedeo: Ah, bravo! Ma a tal proposito, ma tu cosa hai fatto? (intende il risultato elettorale per le amministrative di Avellino, ndr)

Damiano: Ho vinto, stiamo al Comune!

Amedeo: Ah, hai vinto! Ha, va bene! Ora ce l’avevo in mente ma me ne ero dimenticato! Eh, ma con i 5 stelle? No?

Damiano: Eh … andiamo insieme a loro! Dobbiamo stare, però io sto con la Lega

Amedeo: Eh!

Damiano: No io sono stato … eh …

Amedeo: Ah è meglio la Lega … la Lega sta più sopra!

Damiano: lo sono stato con loro candidato, però ora … però ad Avellino hanno vinto i 5 stelle…

Amedeo. A me Di Maio non mi piaceva! Di Maio … eh..,a parte che tutti e due stanno contro i detenuti! Però non fa niente!

Antonio: inc … stanno tutti e due … (lo stesso mima con le mani)

Damiano: Ad Avellino, ad Avellino De Mita e coso hanno perso ed hanno vinto i 5 stelle!

Amedeo: Eh!

Damiano: Sono andati al ballottaggio!

Amedeo: Lo so, lo so! L’ho visto!

Damiano: Eh, però … è andato al ballottaggio però non tiene 18 consiglieri

Amedeo: Ho capito …

Damiano: Loro hanno preso 18 consiglieri mentre i 5 stelle ne hanno presi 5! Quindi ora ci serviamo noi per fare la maggioranza! Hai capito?

Amedeo: È logico!

Damiano: E chiamano a noi!

Invece non andrà così: il sindaco Vincenzo Ciampi non li chiamerà, cadrà dopo aver formato una giunta monocolore M5s, senza chiedere soccorso a Lega o altri partiti. Nonostante a Roma Di Maio e Salvini governassero insieme.