La concorrenza «eliminata con metodologie tipicamente mafiose» e l’agente redarguito per aver «osato» contattare un’altra ditta
Pubblicato il: 07/11/2024 – 17:01
di Fabio Benincasa
LAMEZIA TERME Un clan in grado di «occuparsi di tutto». Le parole pronunciate dal procuratore facente funzione della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, tratteggiano i contorni delle attività criminali del clan Cracolici, colpito stamane da una operazione coordinata dalla Distrettuale antimafia. Il gruppo avrebbe mostrato capacità e abilità nell’infiltrarsi anche nel settore degli appalti boschivi. L’uomo considerato a capo del sodalizio, Domenico Cracolici sarebbe riuscito a garantirsi «l’esclusiva sul taglio dei boschi, eliminando la concorrenza con metodologie tipicamente mafiose». Un settore assai complesso quello dove la cosca avrebbe allungato i tentacoli che – per chi indaga – richiede la «connivenza (o addirittura complicità penalmente rilevante) di amministratori locali e di funzionari pubblici» pronti a «garantire il soddisfacimento delle esigenze per cui l’appalto stesso è stato pianificato, garantendone la correttezza dell’iter».
Gli appalti boschivi
C’è una particolare area che gli investigatori individuano nel piano criminale messo a punto dai Cracolici, si tratta del territorio di Cortale presente in una area di influenza dei boss Rocco Anello e Vincenzino Fruci con i quali Domenico Cracolici «si interfacciava prima dei loro arresti e dai quali avrebbe ricevuto la specifica investitura quale referente per i territori di Cortale e Girifalco». A cristallizzare il dato sono i contenuti emersi nell’intercettazione attivata sullo smartphone di Cracolici che «attestano proprio la spartizione di appalti pubblici inerenti il taglio dei boschi di proprietà dei comuni». Il capo del sodalizio incontra due imprenditori resi edotti sulla spartizione degli appalti pubblici, come sarebbe stato disposto da Anello. L’attenzione è rivolta «all’asta pubblica legata alla vendita del bosco comunale a prevalenza di castagno in località “Malittorio” di proprietà del comune di Cortale». E’ Cracolici a parlare: «Rocco Anello gli ha detto… quando c’è stata l’asta qua, gli ha detto: “lascia stare a Cortale e Girifalco che c’è Mimmo e se la vede lui!” ma a Cortale, io gli ho detto no, io a Cortale mi interessa, fuori non vado io! Ma non vado perchè ne ho lavoro qua».
L’asta va deserta
Tuttavia, come richiamato in precedenza, dal punto di vista burocratico la pratica relativa al settore boschivo rischia di diventare complessa. E’ il caso, ad esempio, dell’asta pubblica per l’appalto del Comune di Girifalco andata deserta il 22 marzo 2022. In questo caso, Cracolici – secondo l’accusa – «non è riuscito a trovare una ditta con i documenti “a posto” che potesse presentare una busta contenente l’offerta, senza che nessun’altro imprenditore potesse presentare offerte». Sull’asta a Cortale, invece, gli investigatori intercettano una conversazione – tra Domenico Cracolici e suo figlio – che ritengono illuminante in relazione alla diffusione di dettagli sulla modalità di gestione degli appalti pubblici, sul metodo “illegale” di aggiudicazione delle gare eliminando ogni tipo di concorrenza. Il giovane ricorda al padre la vittoria ottenuta in una precedente gara d’appalto che tuttavia, almeno dal punto di vista meramente economico, non avrebbe fruttato il guadagno sperato. Di contro, Cracolici senior risponde ribadendo l’importanza di quella aggiudicazione, una sorta di messaggio inviato agli imprenditori sulla presenza del clan in quel territorio, come a ribadire che «il taglio boschivo nella zona di Cortale era di suo esclusivo appannaggio». Non solo. Il presunto capo del sodalizio criminale avrebbe trovato un uomo da piazzare nel municipio, con il compito di avvisarlo nel momento in cui si fosse presentato qualche altro imprenditore intenzionato a presentare l’offerta per la gara d’appalto. «Così lascio uno lì, quando arriva qualcuno..».
La reputazione
Domenico Cracolici mostra i muscoli e in una ulteriore conversazione catturata dagli investigatori sottolinea la reputazione di cui godeva negli ambienti del taglio boschivo, sostenendo come i committenti preferissero affidare a lui il taglio, nonostante pagasse i boschi meno rispetto ad altri potenziali competitor. «…Io certe volte me ne vado magari e glielo pago pure meno di quanto qualcuno glielo ha messo e hanno più sicurezza in me…anche se mi conoscono per fama no?». Al medesimo interlocutore avrà modo di riferire una circostanza inquietante e legata ad un presunto rapporto con un “Maresciallo della Forestale”, «per dirti…mi stima anche la forestale nel senso che faccio il taglio giusto…». Cracolici pare avesse una soluzione per ogni problema. E anche se gravato dall’impossibilità di contrarre con la Pubblica Amministrazione, sarebbe riuscito ad aggirare il divieto «utilizzando prestanomi disposti a partecipare ufficialmente al posto suo, citando, ad esempio, la gara d’appalto del bosco di località Malittorio di Cortale». Il dominio sull’area di Cortale, inoltre, avrebbe spinto lo stesso presunto capo del clan a redarguire un agente della municipale di Cortale che avrebbe «osato» contattare un’altra ditta per eseguire il taglio di un albero. (f.benincasa@