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Dopo l’atroce assassinio di Mario Piccolino si impone una riflessione profonda ed una rivisitazione spietata di tutte le possibili cause che lo hanno provocato.Ora bisogna tacere ed aspettare con fiducia l’esito delle indagini il cui coordinamento,grazie a Dio e questo ci tranquillizza,é della DDA di Roma nella quale noi riponiamo il massimo della fiducia.Ma alla ripresa autunnale il Consiglio Direttivo dell’Associazione Caponnetto dovrà valutare se i sensori istituzionali e sociali hanno funzionato come dovevano o hanno fatto ancora una volta flop-Si imporrà un esame spietato e senza guardare in faccia a nessuno.

Stiamo tacendo per non creare intralci di sorta al lavoro che la DDA di Roma sta coordinando e noi riponiamo il massimo della fiducia in essa.
Ma il nostro settore “Ricerche” sta lavorando alacremente  per mettere a fuoco in maniera definitiva il “quadro” generale della situazione che sta alla base di quanto é avvenuto a Formia di recente con l’assassinio di Mario Piccolino.
Un’associazione antimafia seria,qual’é la Caponnetto,non pensa affatto che con una fiaccolata e 4 lacrime sia esaurito il ruolo del corpo sociale,considerate anche le gravissime responsabilità morali e politiche che esso  ha  non solo per aver contribuito oggettivamente a creare il “quadro” nel quale maturano questi fatti,ma anche per non aver mai fatto nulla concretamente per fare in modo che non si cadesse nel baratro ,come,purtroppo, ora é avvenuto.
Paolo Borsellino diceva sempre che é un errore imperdonabile il pensare che tutto il peso della lotta contro le mafie debba essere  accollato sulle sole spalle della magistratura e delle forze dell’ordine.
La società civile  –  se tale é ancora e non  é afflitta da quell’”anomia”che un grande sociologo ha definito il grave e pieno disfacimento in atto –  ha l’OBBLIGO morale – ed anche giuridico – di dare il suo contributo e di non tirarsi fuori ,come,purtroppo,é avvenuto nel sud pontino e continua ad avvenire.
Quando noi abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale di Formia – ed anche a tante altre città del Lazio e non solo –l’istituzione di un Osservatorio contro la criminalità le abbiamo fornito anche il Regolamento da noi elaborato in anni di studi e di confronti fra di noi.In tale Regolamento uno dei punti principali era la partecipazione ,come membri,dei rappresentanti PROVINCIALI (Questore,Comandanti Provinciali della Guardia di Finanza,del Corpo Forestale dello Stato,dei Carabinieri) e dei Procuratori non solo delle Procura ordinarie ma soprattutto della DDA.
Insomma l’avevamo pensata alla grande in quanto il nostro fine era quello di creare uno strumento politico-istituzionale attraverso il quale e nel quale si potessero confrontare le varie articolazioni attive nella  difesa della Giustizia e della Legalità,quelle sociali e quelle istituzionali amalgamate in un unicum tanto prezioso e necessario.
L’Ente locale elevato al ruolo di civiltà e di democrazia,il nostro sogno.Il faro verso il quale sono fissati per tutto il giorno i nostri occhi.
Ci fu risposto che qualcuno a Latina aveva mostrato perplessità in quanto,se fosse stata accettata la proposta dell’Associazione Caponnetto,si sarebbe creato un…………. doppione del Comitato Provinciale per la Sicurezza e l’ordine pubblico. Non siamo mai riusciti a sapere chi é questo “qualcuno” che avrebbe espresso tale parere perché era ed é nostra intenzione di “sputtanarlo” a vita additandolo fra i responsabili  morali e politici di quanto avviene a Formia,come in tutto il sud pontino e nell’intera provincia di Latina.
Ma non é finita qua perché noi  continueremo a cercare di sapere chi é quel “qualcuno” perché é fondamentale saperlo per costruire l’intero “quadro” nel quale ci muoviamo.E,se un giorno,riuscissimo a saperlo,saremmo spietati,costi quel che costi,perché qua é in discussione la vita stessa delle persone.
L’Osservatorio,così,nacque monco,privo degli arti principali e noi lo accettammo,comunque,nella speranza di avere uno strumento in più per combattere il malaffare e le mafie che soffocano quel territorio.
E’ stata,la nostra,una speranza vana? Lo verificheremo quanto prima,accorti a non creare quegli “intralci” cui abbiamo fatto cenno alle inchieste in corso non solo per l’assassinio di Mario Piccolino ma per eventuali altre vicende.Dobbiamo dire con estrema franchezza che qualche riserva l’abbiamo avuta in occasione dell’organizzazione da parte dell’amministrazione comunale di Formia in ordine  alle  modalità adottate nell’organizzazione del cosiddetto “mese della legalità” che avrebbe dovuto,secondo noi,mettere a fuoco le CAUSE profonde che hanno portato alla situazione attuale.In un “mese della legalità”,su un territorio sul quale le mafie esercitano un controllo di ferro,non si scomodano magistrati e giornalisti d’inchiesta per venire a raccontare la storia della mafia o  per presentare libri,………..Se si vuole parlare seriamente  di legalità e di Giustizia,vanno affrontati i temi riguardanti le cose che vanno e soprattutto quelle che non vanno.Va raccontato- e ci si confronta –,ad esempio,se le indagini sono state fatte a dovere o meno,se le forze dell’ordine locali sono all’altezza o meno,se il  sistema giudiziario territoriale funziona o non funziona e così via.Bisogna convincerci una buona volta per sempre che stiamo parlando di mafie e non di bruscolini e che combattere le mafie non é come andare in un campetto a giocare a bocce!!!!!!