“E’ FINITO TUTTO. NON C’E’ PIU’ NIENTE DA FARE. NON MI FACCIA DIRE ALTRO”
Le parole amare,disperate,ma profetiche,di Nino Caponnetto ,da Lui pronunciate dopo aver visitato nella camera mortuaria il corpo straziato di Paolo Borsellino,uno dei suoi “figlioli” insieme a Giovanni Falcone,ci sono ritornate in mente allorquando,ieri,28 dicembre 2015,abbiamo appreso del rifiuto opposto dai traduttori di rispondere positivamente all’invito fatto ad essi dal Tribunale di Roma di prestare la loro opera nel processo contro la mafia di Ostia.
Terrorizzati, questi preferiscono essere perseguiti per il reato di favoreggiamento e di ostacolo alla giustizia pur di non esporsi alle reazioni degli Spada e dei Casamonica.
Un fatto di una gravità eccezionale che avrebbe dovuto richiedere ,per un suo esame profondo , quintali di piombo sui media e che invece é stato relegato in qualche angoletto delle pagine interne dei quotidiani e nemmeno di tutti.
Anche questo rappresenta l’ennesima prova non solo di una caduta di stile alla quale siamo ormai abituati in un Paese,qual’é ormai l’Italia,senza più valori e passioni civili,ma,quel che è grave,della sua resa definitiva alla mafia arrivata ormai a terrorizzare tutti e ,di conseguenza,perfino la Giustizia.
Un corpo morto,quello di questo Paese, che non reagisce più ad alcun impulso.
“E’ finito tutto. Non c’é più niente da fare”.
Queste parole sconsolate di “nonno Nino” – il nostro padre spirituale ed uno dei più nobili Magistrati che tanto lustro ha dato ad un Paese che,ingrato ed immemore – vogliamo ricordarlo – si é vergognosamente rifiutato di riconoscerne l’alto contributo da Lui reso alla Giustizia ed allo Stato di diritto con la nomina a senatore a vita – furono nei giorni successivi da Lui stesso corrette ed in certo senso negate con l’intento di non disseminare disperazione e senso della sconfitta definitiva dello Stato,sono ritornate con prepotenza alle nostre orecchie per l’ennesima volta.
Ci é capitato ieri davanti al rifiuto degli interpreti,ci é capitato nel recente passato nel vedere come vengono trattati Testimoni di Giustizia come Salvatore Barbagallo in Calabria o Luigi Leonardi in Campania,lasciati soli e senza un minimo di assistenza e di protezione ,nemmeno quando sono chiamati nei processi a confermare le accuse contro i sanguinari clan che essi hanno denunciato,ci é capitato nel riascoltare per la milionesima volta le denunce e le lugubri profezie del “pentito” Carmine Schiavone ,ci capita un giorno sì e l’altro pure,ogni volta che affondiamo le mani in un qualsiasi “caso” ,sia esso quello della “rimborsopoli” a Napoli ,del processo dei distributori a S.Maria Capua Vetere,di “Mafia Capitale” o “Mafia Ostia”,o del “sacco di Sperlonga”,o di Messina e così via.
Ormai il “sistema” italiano é marcio,irriformabile,corroso irrimediabilmente dalla corruzione e destinato,presto o tardi,ad essere distrutto dalla stessa ruggine che lo sta corrodendo.
Il problema é che,insieme al suo “sistema”,anche il Paese rischia di sprofondare negli abissi di un’anomia pericolosissima.
Ma non basta rifugiarsi in questa presa d’atto glissando su un argomento che investe le responsabilità individuali ,di ognuno di noi.
Perché il “sistema” marcio e putrido lo abbiamo voluto e lo vogliamo noi votando ,sostenendo e portando in Parlamento,nelle assemblee delle Regioni,delle Province e dei Comuni bande di ladri,di corrotti e di mafiosi;
limitandoci ,
senza denunciarli con tanto di nome e cognome ed aiutando la Magistratura ,a pronunciare slogan come “la mafia é una montagna di merda” o “io sto con …”;
o,ancora ,a raccontare la storia dei secoli scorsi;
a denunciare il “sacco edilizio di Sperlonga” senza andare a vedere se “dietro” c’é o non c’é la camorra.
E potremmo continuare all’infinito il racconto dei comportamenti ipocriti e miserevoli di un popolo la cui maggioranza é la responsabile principale ,per ignavia,collusione con la mafia ,viltà ,convenienza,della situazione in cui ci troviamo.
Una situazione che peggiora sempre ,giorno dopo giorno,minuto dopo minuto,con le sacche di resistenza che cedono sopraffatte dalle ondate di corrotti,vigliacchi e mafiosi .
E di irresponsabili che ,pur parlando di mafia ed “antimafia”,fanno solo bla bla e non vanno oltre.
Questi ultimi sono i più pericolosi perché ottenebrano le menti ed obnubilano le coscienze e ,più di tutti gli altri,rendono un servizio preziosissimo alle mafie.
Molti coscientemente,altri incoscientemente.
E’ a quest’ultima categoria .di “incoscienti” , che noi ,con rabbia mista ad un sentimento di disperazione ,ci rivolgiamo con questa drammatica domanda :
dobbiamo anche noi concludere la nostra esperienza ed il nostro impegno affermando,con “nonno Nino”,che ” E’ finito tutto. Non c’é più niente da fare. Non mi faccia dire altro” ???????????
O possiamo ancora sperare in un loro sussulto di orgoglio,di senso civico e di amor patrio tesi a salvaguardare non solo l’onore del Paese m,soprattutto,l’avvenire dei propri e dei nostri figli e nipoti?????????