Faida di Scampia. Ucciso a Melito figlio dell’autista dell’uomo che ha dato inizio a Gomorra
Il padre del 30enne ammazzato in via Giulio Cesare era persona di fiducia del capoclan Federico Bizzarro, trucidato in un hotel di Qualiano nel 2004
di Matteo Giuliani
Siviero era disarmato e non temeva per la sua vita e quel giorno, secondo le dichiarazioni di alcuni pentiti, non era stato affatto decisa la sua morte. Tonino ebbe la sfortuna di ritrovarsi di fronte due uomini del clan avverso che si trovavano lì per caso, ma non esitarono a tirare fuori la pistola e ad eliminare colui che conosceva i segreti dell’ex capozona.
Siviero era stato per anni autista di Federico Bizzarro, detto ‘Bacchettella’, di cui era amico e confidente. Gli fu fedele fino all’ultimo istante, fino a quando i killer non fecero irruzione all’interno di un noto albergo di Qualiano e crivellarono di colpi Bizzarro. Per l’omicidio Bizzarro furono condannati Antonio Ronga e Rosario Fusco, due ex luogotenenti del boss che decisero di farlo fuori dopo che questi aveva deciso di dichiararsi indipendente da Secondigliano. Bizzarro fu di fatto il primo scissionista del clan Di Lauro ed il suo omicidio finì per fare da spartiacque dagli anni di pace del cartello di Secondigliano alla prima faida di Scampia. Gli assassini indossarono quel giorno pettorine della polizia per intrufolarsi all’interno dell’albergo. Quando giunsero all’esterno della stanza dove Bacchettella si trovava in compagnia di una donna, non aspettarono neanche l’apertura della porta ed esplosero decine di proiettili, tanto efferato fu quell’omicidio di camorra da essere ripreso anche nella prima serie di Gomorra. La prima faida di Scampia cominciò praticamente in quel momento e proprio una nuova faida di Scampia era stata ipotizzato pochi minuti dopo la sparatoria nel Parco Padre Pio che ha portato alla morte del ‘figlio’ dell’autista dell’ex boss di Melito e a quella di Alessandro Laperuta ed al ferimento del 16enne Domenico, A., nipote dei superboss degli Scissionisti Raffaele Amato e Cesare Pagano.
fonte:www.internapoli.it