Di Antonio Mangione
Erano pronti a tutto: a compiere estorsioni, intimidazioni ed anche agguati per conquistare il territorio. Dopo la sua scarcerazione il ras Mauro Franzese ha riorganizzato il gruppo per prendersi le attività illecite sul territorio di Casoria ed oltre, ma il gruppo dei nuovi Moccia è stato sgominato grazie alle recenti indagini delle forze dell’ordine che hanno sottoposto a fermo 6 soggetti. Oltre a Franzese sono finiti alla sbarra anche Salvatore Barbato, Salvatore Ambrosio, Vincenzo Rullo, Salvatore Iorio e Jonathan Piglia.
Le indagini sulla nuova costola dei Moccia a Casoria
L’obiettivo del nuovo gruppo – scrivono gli inquirenti – era quello di “acquisire il controllo egemonico sul territorio e su tutte le attività economiche della zona, anche attraverso l’imposizione di tangenti estorsive a imprenditori edili, commercianti e altri operatori economici attivi nei più diversi settori produttivi e di servizi a tali fini ponendo in essere atti intimidatori e violenti contro le persone nonché danneggiamenti e attentanti dinamitardi”; acquisire, anche contrastando nel tempo articolazioni interne della medesima organizzazione criminale, la gestione ed il controllo delle attività illecite del territorio ove si manifesta l’egemonia criminale del gruppo, a tali fini commettendo anche omicidi, gambizzazioni, attentati; conseguire per sé e per gli altri affiliati profitti e vantaggi ingiusti, attraverso l’esercizio sistematico di altre attività illecite lucrose (oltre all’imposizione di tangenti estorsive, l’attività di recupero dei crediti fatta “forzosamente” e avvalendosi del metodo mafioso)”.
Il gruppo di Mauro Franzese
Ognuno aveva un proprio ruolo all’interno dell’organizzazione, capeggiata da Mauro Franzese, storico ‘senatore’ del clan Moccia, referente sul territorio di Casoria. Aveva infatti il ruolo di impartire le direttive agli affiliati, di decidere le strategie criminali, di programmare e coordinare le attività delittuose svolte dagli affiliati partecipandovi anche direttamente, di distribuire ruoli e compiti, in particolare nel campo delle attività estorsive e del traffico illecito di sostanze stupefacenti. Si avvaleva di “luogotenenti” quali Barbato, Piglia e Ambrosio, ai quali affidava la gestione dei diversi settori criminali nonché le azioni di forza sul territorio al fine di imporre la supremazia dei gruppo rispetti agli altri gruppi che operavano ad Afragola e Caivano.
E’ stato ricostruito, infatti, l’evolversi di un aspro conflitto – culminato in diverse stese, ferimenti e, da ultimo, in un duplice tentato omicidio ai danni di Barbato e del suo guardaspalle avvenuto lo scorso 20 novembre a Casoria.
I senatori dei Moccia tutti in carcere
Attualmente i membri della famiglia Moccia ed i ‘senatori’ sono tutti in stato di detenzione ed alcuni di essi sono sottoposti al regime del carcere duro. Pertanto, nei territori storicamente ricadenti sotto la gestione del clan Moccia si sta assistendo ad un’alternanza di gruppi delinquenziali, affidati al comando degli affiliati liberi, talvolta soggetti privi di consolidata esperienza criminale, cosicché si registra un disordinato svolgimento delle attività illecite che, in alcuni territori, sta determinando un contrasto tra gruppi criminali antagonisti che, per accaparrarsi fette di territorio ed attività illecite, si sono affrontati in veri e propri scontri armati, proprio come è accaduto nell’indagine in oggetto.
Tra i soggetti con cui il gruppo Franzese è andato in contrasto c’è Giovanni Baratto, altro storico esponente dei Moccia referente su Casoria. Franzese entra in contrasto con Baratto tant’è che decide di punirlo perché stava tentando di assumere un ruolo gerarchicamente superiore nel gruppo, senza il consenso dei Franzese. Punizione che non c’è stata poiché Baratto fu arrestato poco dopo, finendo in carcere.