I FURTI A GAETA.
NE PARLANO TUTTI E NASCE UN CLIMA DI
“ALLARME SOCIALE”.
MA PERCHE’ NON SI PARLA ANCHE DI
CAPITALI SOSPETTI IN UN’AREA CHE E’
STATA DEFINITA ” PROVINCIA DI CASALE”
(DI PRINCIPE)?
Nasce e si espande una situazione di “allarme sociale”
per una decina di furti ed un paio di rapine e non si
dice una sola parola su un’invasione di capitali
“sospetti” tutti provenienti da aree storicamente
roccaforti della criminalità organizzata.
Accade a Gaeta,nel sud pontino,area definita
“provincia di Casale”,dove settori di un’intera
economia,come l’edilizia , il commercio,la
ristorazione e così via hanno visto l’espulsione quasi
totale dell’imprenditoria locale e la sua sostituzione
con quella esterna.
Si vola basso,molto basso.
Il problema a Gaeta,come nell’intero sud pontino,non
é solamente di “ordine pubblico” ma,soprattutto,di
altra natura e riguarda l’immissione nella sua
economia di capitali sulla cui “provenienza”
bisognerebbe avviare un’indagine rigorosa ad evitare
che si completi un processo di espulsione di energie
locali con la conseguente metamorfosi non solo
dell’immagine ma anche della struttura
sociale,culturale,economica e politica e,quindi, del
ruolo del territorio.
Non stigmatizziamo l’iniziativa assunta dal Prefetto di
Latina di riunire il Comitato Provinciale per la
Sicurezza e l’ordine pubblico per affrontare il
problema dei furti a Gaeta,anzi apprezziamo la
tempestività con la quale essa é stata assunta.
Ma quanto saremmo stati più contenti se si fosse colta
l’occasione per collocare il problema dei furti in un
quadro più ampio,magari con la partecipazione anche
di un Magistrato della DDA e di qualche
rappresentante della DIA,gli unici in grado di proporre
visioni meno riduttive,se non devianti.
I furti,con l’arresto dei cinque-sei-venti delinquenti
che li compiono,finiscono,ma i capitali-se si tratta di
capitali “sporchi” ,totalmente o in parte,-,una volta
investiti,restano ed inquinano l’intera economia di una
città e di un territorio.
Suvvia,cominciamo a volare più in alto!!!!!!!!