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I NOMI – Le infiltrazioni della mafia nel Superbonus, due misure cautelari e 7 indagati

3 Dicembre 2024

Questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura Distrettuale. Due persone, di 26 e 66 anni, già note alle forze dell’ordine, sono accusate di “associazione di tipo mafioso” e, nel caso del 66enne, anche di “trasferimento fraudolento di beni aggravato dalle finalità mafiose”. Entrambi sono ritenuti membri della “famiglia dei barcellonesi”. Contestualmente, è stata notificata un’informazione di garanzia a sette persone, tra cui imprenditori edili, indagate per “concorso esterno in associazione di tipo mafioso”. Questa operazione rappresenta un’estensione di un’indagine già avviata dalla DDA di Messina che, nel febbraio 2022, aveva portato all’arresto di 86 persone e documentato il controllo mafioso in vari ambiti, tra cui estorsioni, traffico di droga, gioco d’azzardo, prostituzione e il settore ortofrutticolo, quest’ultimo influenzato mediante imposizioni di prezzi e merci. Le attuali indagini si concentrano sull’infiltrazione della famiglia mafiosa nel settore della ristrutturazione edilizia e dell’efficientamento energetico, in particolare attraverso l’uso del Superbonus 110%, finanziato con risorse pubbliche. Un imprenditore edile, indagato per “concorso esterno in associazione mafiosa”, avrebbe stretto un accordo con un leader della consorteria barcellonese, detenuto per reati mafiosi, per ottenere sostegno e protezione. In cambio, l’imprenditore avrebbe versato somme di denaro e concesso subappalti a ditte legate al sodalizio. Secondo quanto emerso, il 26enne e il 66enne avrebbero identificato gli edifici da ristrutturare nei comuni di Barcellona P.G., Pace del Mela, Fumari, Terme Vigliatore e Milazzo, favorendo l’assegnazione di lavori alla ditta principale, che garantiva profitti maggiorati. Inoltre, avrebbero indicato le ditte “gradite” al gruppo mafioso per l’assegnazione dei subappalti, ricevendo percentuali sui guadagni. Le indagini hanno anche rivelato la creazione di un’impresa edile fittizia, intestata a un prestanome ma controllata dal leader mafioso, utilizzata per partecipare ai lavori e incanalare ulteriori proventi illeciti al sodalizio criminale. Le persone arrestate sono Salvatore Foti, nato a Milano l’1.8.1998, e Tindaro Pantè, nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 15.10.1958.

Gli indagati sono: Mariano Calderone, nato a Milazzo il 3.6.1977; Fabio Gaipa, nato a Bema (Svizzera) il 12.05.1985; Mario Tindaro Ilacqua, nato a S Lucia del Mela il 24 07. 1978; Giuseppe Impallomeni, nato a Milazzo il 22 08.1968; Fortunato Micalizzi, nato a Messina il 30.9.1975; Giovanni Pantè, nato a Milazzo il 06.01.1993; Mariano Foti.

Fonte:http://www.stampalibera.it/2024/12/03/le-infiltrazioni-della-mafia-sul-superbonus-due-misure-cautelari-e-7-indagati/