Tanti anni fa, quando nelle acque del Golfo di Gaeta fu arrestato con una spettacolare operazione di polizia il boss Moccia, si dice che l’imbarcazione sulla quale fu preso fosse intestata a persona dal cognome molto noto negli ambienti politici del Basso Lazio.
A confermare l’esistenza di rapporti abbastanza stretti fra soggetti appartenenti a famiglie camorristiche e personaggi politici del luogo ci sono state, poi, le intercettazioni telefoniche fatte dalla Polizia di Stato di Formia nell’ambito della famosa inchiesta “Formia Connection” chiusa, purtroppo, nella parte relativa a tali rapporti, com’è noto.
Poi, ancora, ci sono state le voci circa l’impegno di un familiare di un noto boss nelle ultime elezioni amministrative di Itri.
Ieri le stesse voci della presenza di un appartenente ad una famiglia presente sul territorio davanti ai seggi del plesso scolastico Virgilio a Gaeta.
Voci, queste ultime, tutte da verificare.
Se tutto ciò fosse confermato, avremmo veramente un clima torbido che grava sulla vita politica della provincia di Latina e, in particolare, sul Basso Lazio tutto intero.
I rapporti mafia-politica sui quali si svicola, si indaga poco e spesso male (come a Fondi?), almeno nel passato, malgrado le considerazioni e gli appunti di Grasso, Scarpinato, Ingroia e tanti altri magistrati antimafia circa il rapporto inscindibile fra le due dimensioni, i due mondi, mafia e politica appunto.
Mafia e politica sono sempre unite e non c’è l’una se non c’è l’altra, come i pesci e l’acqua.
Ora l’avvocato Mario Piccolino, che ha denunciato con coraggio sul suo blog FreeVillage i “fatti” di ieri a Gaeta ed al quale già qualcuno appena qualche anno fa ha già sfasciato la testa, va protetto essendo veramente in pericolo.
Ma, a prescindere da questa esigenza, quello che ci preme sottolineare è il fatto che le indagini vanno tutte indirizzate verso l’individuazione dei rapporti fra politica e criminalità organizzata.
Tutte, perché, se non si fa questo, lo stagno non verrà mai prosciugato.