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I rapporti “privilegiati” tra il boss Cracolici e il carabiniere Forestale. «Se ci sta qualcosa chiude un occhio»

Controlli nell’azienda della moglie omessi in cambio di favori, tra cui decine di pali di legno a prezzo di favore. «Facciamo un controllino…»

Pubblicato il: 09/11/2024 – 18:01

di Giorgio Curcio

LAMEZIA TERME «Voi, quando dovete fare qualcosa, ci telefonate, noi ci vediamo e ci prendiamo un caffè…». «Guarda, io ho un bel rapporto dico con la Forestale, perché mi comporto bene…». «Allora, mi faccio dare il vostro numero, o me lo date o vi do il mio…». Un dialogo apparentemente normale, tranne che per i protagonisti: da una parte Domenico “Mimmo” Cracolici, dall’altra Antonio Scicchitano. Il primo è considerato il dominus del clan dell’ala Cracolici operante nei territori dell’hinterland lametino come Maida e Cortale. Il secondo, invece, è un appuntato del Corpo Carabinieri Forestali, all’epoca in servizio presso la Stazione dei Forestali di Girifalco, competente per il comprensorio di Maida e Cortale. Entrambi sono stati arrestati nell’ambito del blitz eseguito all’alba di ieri dai Carabinieri, su ordine del gip del Tribunale di Catanzaro.

Il «rapporto privilegiato»

L’inchiesta “Artemis” coordinata dalla Distrettuale antimafia del capoluogo, infatti, avrebbe consentito di accertare il ruolo del Carabiniere forestale che, attraverso il suo operato, «avrebbe contribuito fattivamente, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento e alla realizzazione degli scopi dell’associazione mafiosa», guidata proprio da Mimmo Cracolici, nell’attività di taglio boschivo esercitata nella zona attraverso la ditta intestata alla moglie. Il militare e il presunto boss, dunque, avrebbero instaurato un rapporto privilegiato, omettendo i controlli alla ditta boschiva e concordando tempi e modalità. In cambio? Fornitura di legname gratis e pali in legno a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato.  


I pali di legno a «prezzo di favore»

Le attività di intercettazione, a cominciare dal febbraio del 2022, hanno consentito alla pg di registrare una serie di conversazioni per la consegna di un centinaio di pali in legno, richiesti dal militare e destinati ad un suo conoscente. «Avete pali per fare recinzioni? Non sono per me…» «Li facciamo! Li facciamo…», si dicono i due con il militare che entra poi nel dettaglio: «Non sono per me, sono per il mio compare, io terreni non ne ho… me ne servono trecento… altezza un paio di metri… per la modica cifra di?». «(…) e che vi devo dire, le spese mi dovete dare e basta!» risponde Mimmo Cracolici. «Le spese… vi chiedo un euro, vi chiedo tanto? non penso… se sapete…». Continuano nella trattativa, Cracolici ammette: «E certe volte mi trovi senza assicurazione che mi fermi o mi trovi… una volta marescia’…», suscitando l’ilarità del carabiniere: «Lo dice pure… ma guarda questo… ahahahah…». La consegna effettiva dei pali in legno, come ricostruito dalla Distrettuale di Catanzaro, avverrà il 26 febbraio. Quel giorno, infatti, Mimmo Cracolici insieme ad altri due soggetti incontra l’appuntato Scicchitano e si recano sul terreno in questione, alla presenza anche del destinatario della merce.
Dal dialogo, come si legge negli atti dell’inchiesta, sarebbe emerso come Mimmo Cracolici avesse fatto ai Forestali una sorta di “piacere”, non essendo solito vendere pali, ma solo piante intere.
«(…) però diciamo questo qua a Minimo, è della Forestale, questo è della Forestale dici, se ci sta qualcosa deve chiudere un occhio…», dice uno dei presenti a Cracolici che replica:  «Ed io gli ho detto: per te vabbè, me li paga ad un euro gli ho detto, che vuoi che ti dica… io regalare non regalo niente, perché nessuno ha regalato niente a me…» «ma a me lo ha detto il Maresciallo proprio, è venuto a casa… dico Marescia’ non c’è problema, anche se veniva lui…». Una mezzoretta dopo, come si legge ancora negli atti, Cracolici incontra l’appuntato Scicchitano in compagnia dell’acquirente dei pali e, parlando tra loro, Mimmo sottolineava come il militare si fosse sempre comportato bene con lui. «No, ma io per loro, cioè… per dire tante volte mi vengono a fare i controlli e cosi no, per carità cerco di essere sempre… che se trovano una freccia che non funziona non mi rompono le scatole… quindi…».


I controlli annunciati e altri pali di legno

Seguiranno poi le restanti consegne dei pali in legno ma è un anno dopo – il 15 febbraio 2023 – che gli inquirenti registrano un’altra telefonata tra Mimmo Cracolici e l’appuntato Scicchitano. «Il carabiniere forestale – si legge – si premurava di avvertire Cracolici di un controllo che avrebbe dovuto svolgersi presso l’impresa boschiva gestita da quest’ultimo», appuntano gli inquirenti. «Buonasera signor Cracolici, sono Scicchitano della Forestale di Girifalco, mi avete fatto il favore di quei pali… vi contatto prima per un controllo insomma… vi contatto ci vediamo prima!». Questo il tenore della telefonata captata dagli inquirenti, con il boss che replica: «(…) voi avvisatemi prima che certe volte magari però no no no è tutto a posto si!». Nel prosieguo del dialogo, però, sarebbe emersa un’altra richiesta avanzata dal carabiniere forestale, cioè un’altra fornitura di pali in legno questa volta per la realizzazione di una tettoia. «(…) avete modo voi sempre per quel… mio amico, insomma, che siamo in parentela… sempre là in quella campagna dove si è comprato lui…». Accertatosi della disponibilità di Cracolici, il militare risponde: «(…) facciamo un controllino… facciamo un controllino ehhhh…».  

Il taglio dei castagni

La pg annota, poi, una nuova conversazione del 2 maggio 2023 ancora tra Scicchitano e Mimmo Cracolici che, secondo l’accusa, «consente di cristallizzare la modalità con cui il boss di Cortale si rapportava al militare» e, di contro, come quest’ultimo «adottasse un comportamento di assoluto favoritismo nei suoi confronti, venendo meno ai propri doveri d’ufficio». Cracolici, dunque, telefona telefonava al Carabiniere Forestale per avere delucidazioni in merito alla possibilità di eseguire un taglio di alberi di castagno insistenti in un uliveto di proprietà privata, chiedendo se fosse necessaria o meno la presentazione di una domanda. Dal canto suo, come accertato dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro, Scicchitano, sulla base delle informazioni fornite dal boss e senza preoccuparsi di compiere alcuna verifica per accertare se quanto comunicato dall’interlocutore fosse veritiero o meno «avrebbe autorizzato il taglio delle piante, che sarebbe avvenuto il giorno successivo, assicurando che non avrebbe redatto alcun verbale di infrazione e che si sarebbe limitato ad un passaggio sul posto esclusivamente per i saluti», annotano ancora gli inquirenti.
«Sa cosa volevo chiedervi? Allora, c’è una sentierata di castagno che sono sotto il cimitero… a Girifalco, Cortale… sono trenta, quaranta pezzi di castagno si non sono di più. Però, dico, devo fare domanda o potrei tagliarli?» chiede Mimmo Cracolici al militare che, dopo qualche domanda, spiega: «E allora non è un problema non è bosco no… no, no, verbali non ve ne faccio no, non vi preoccupate… come mi dite là sembra che bosco non ce n’è…». «Tutti uliveti sono, tutti uliveti» lo rassicura Cracolici, «noi figuratevi lo tagliamo sulla olivara e lo pulisco sulla strada, non è che vado ad un’altra parte…». Ottenute le “rassicurazioni” al telefono, l’appuntato chiosa: «Che poi casomai domani ci vediamo, faccio un passaggio per un saluto…». (g.curcio@corrieracal.it)

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/2024/11/09/i-rapporti-privilegiati-tra-il-boss-cracolici-e-il-carabiniere-forestale-se-ci-sta-qualcosa-chiude-un-occhio/