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Il prius più che il posterius,L’”oltre” la notizia più che “la” notizia……………………………….

VA BENE IL POSTERIUS MA IL PRIUS DOV’E’?????????

E DOV’E’ L'”OLTRE ” LA NOTIZIA PIU’ CHE “LA ” NOTIZIA ???????……………………….

 

Noi raccontiamo i fatti,quelli avvenuti già,ma non é questo il compito principale  di un’associazione antimafia seria che voglia dare  un effettivo contributo alla lotta alla criminalità.

Aristotele,per spiegarsi il concetto del tempo,parlava di un prius e di un posterius,di un “prima” e di un “dopo”.

Il movimento.

Se c’é un “dopo”,quello che noi siamo soliti raccontare,c’è stato un “prima”,quello che noi raramente siamo stati  in grado  di comprendere e di individuare.

Ad oggi.

Sono tutte qua  la ragione ,la causa della nostra sofferenza: noi siamo bravissimi nel saper raccontare i fatti,quelli avvenuti,ma non siamo stati capaci ,ad oggi,di risalire alla fonte,all’origine dei fatti.

Quando,ad esempio,noi raccontiamo che in una provincia non si fanno indagini o si fanno male e che ci sono delle criticità sul versante della “qualità”investigativa,non ci sforziamo di capirne le cause e,quindi,di proporre le soluzioni.

Resteremo,di conseguenza,a gridare per una vita senza,però,mai ottenere la soluzione dei problemi.

Continueremo,cioé,a lamentarci fino alla fine del periodo del loro comando che quel Questore,quel Colonnello,quel Comandante non sono buoni,ma non riusciremo nel frattempo a cambiare le cose.

Tanti anni fa ne parlavamo con un alto Ufficiale di un Corpo di Polizia ,uno dei pochi fra coloro che non avevano  preoccupazioni di carriera in quanto vantava un curriculum di rarissimo  spessore alle spalle -dal maxiprocesso di Palermo a Mani pulite di Milano,tanto per intenderci – ,il quale ci fece notare che le ragioni che stavano a monte della mancanza di “qualità ” di molte indagini sono tante.

La prima é quella che riguarda l’indirizzo imposto dal Governo e dal Comando Generale  a proposito dei “numeri”.

Se mi si giudica,egli ci faceva notare,in base al “numero” delle indagini e non alla “qualità” di queste,io che da Colonnello aspiro ad essere promosso Generale,non impartirò mai l’ordine ai miei di dedicarsi ad un’indagine che mi richiede uno-due anni di lavoro per arrivarne a capo.

Preferisco,invece, dedicarmi alla verifica fiscale del tabaccaio che mi richiede un’ora di lavoro,anzichè perdere uno o due anni per scoprire i tesori di uno Zagaria,di un Bardellino e così via.E’ più facile,insomma,correre dietro agli immobili di un Di Silvio o agli scontrini  del salumiere che non ai patrimoni del boss nascosti a Madrid,Londra o in qualche paradiso fiscale.

La seconda ragione sta nei criteri dell'”arruolamento”.

Se io non ho le qualità per fare l’investigatore ed ho fatto fino ad ieri il pecoraio o anche il medico non si può pretendere da me quello che io non sono capace di fare.

Tralasciamo altre eventuali ragioni -l’infedeltà,la corruzione,il carrierismo – e fermiamoci ad analizzare quelli che dovrebbero essere gli incombenti di un’associazione antimafia seria di fronte a situazioni di carenze e criticità del  tipo di quelle esposte da quell’alto Ufficiale e le sedi nelle quali bisogna intervenire.

I “numeri”.

Solo con interventi a livello governativo e parlamentare può essere risolto questo problema in quanto é necessario ed urgente ,se veramente vogliamo combattere la criminalità mafiosa, far cambiare l’indirizzo nazionale  che privilegia la ” quantità” rispetto alla “qualità”.

Se non si riesce a risolvere questo problema si potrebbe arrivare all’assurdo che a me potrebbe convenire fermare la macchina con 4 ubriachi a bordo perché mi fa fare 4 punti anziché quella con il boss della ndrangheta  che guida da solo o tutt’al più con il guardaspalle perché di punti me ne procura  solo uno o due.

Per i criteri dell'”arruolamento” vale lo stesso ragionamento perché l’intervento per ottenere che chi sa fare  il calzolaio o il medico continui  a fare quello che sa fare e non quello che non saprebbe mai fare bene va anch’esso fatto a livello parlamentare o governativo.

A questo punto si tratta di individuare il soggetto politico che sia disponibile a portare avanti battaglie del genere.

Battaglie  contro le mafie,cioè.

E questo é un altro problema  che ,però,non vogliamo al momento fare per non appesantire il discorso.

 

Ci piace,per concludere,ricordare quello che in altra occasione ci dissero  due ufficiali della DIA che vollero incontrarci per analizzare alcune situazioni:

“Per combattere le mafie,ai magistrati  non occorrono romanzi o trattati di storia,di politica  o di sociologia,ma nomi e cognomi. Piste investigative,insomma”.

E’ quello che noi diciamo da sempre.

Il prius più che il posterius.L'”oltre ” la notizia più che “la” notizia ! 

Il racconto della nonnina e dei paparielli lasciamolo ad altri.

L’antimafia,se tale  vuole essere,é una cosa seria e non una pagliacciata.

Come la mafia,d’ altra parte !