IL SALUTO DEL SEGRETARIO NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO AL CONVEGNO DI SABATO 7 MAGGIO A CASERTA
FINE ANNI 80 -INIZIO ANNI 90 :
UNA STAGIONE DEI SOGNI E DELLE SPERANZE ,CON I PRIMI REFERENDUM DI MARIO SEGNI ,LA ” PRIMAVERA DI PALERMO”,LA NASCITA DELLA “RETE”.
– Mario Segni scriveva:
Mio padre mi disse: nessuno deve fare politica prima di avere una sua posizione di lavoro indipendente. Bisogna essere sempre in condizione di sbattere la porta. Per questo sono arrivato alla politica abbastanza grande.
Il referendum servirebbe a dare una mossa e a spazzare via una classe politica inconcludente e pasticciona. […] Siamo di fronte a politici mediocri che godono di enormi privilegi. Che si difendono e si autoproteggono. Il referendum può essere l’inizio non solo di una stagione di riforme, ma anche di un generale cambiamento della classe politica. ,
Tutte parole,queste,ricche di significati ,che fanno riflettere e che sono rivelatrici di un pensiero ,di valori,di una cultura che non esistono più.
– Il 24 gennaio del 1991 a Roma Leoluca Orlando,Alfredo Galasso ,Claudio Fava,Carmine Mancuso,Diego Novelli e altri fondavano il “Movimento per la Democrazia La Rete”,un soggetto politico che ha aggregato forze cattoliche e di sinistra e che nacque con una forte connotazione antimafia .
Il Movimento al quale appartenne anche Antonino Caponnetto.
La stagione,quella indicata, che ha rappresentato una cesura con un passato opaco e di brutture,che ha fatto sognare l’Italia degli onesti e che avrebbe dovuto rappresentare il preludio di una riscossa morale e civile,purtroppo terminata anzitempo, di un Paese afflitto da tanti mali.
Le mafie in primis.
Una stagione che,purtroppo,é finita troppo presto,dicevamo, ed alla quale ha fatto seguito una ricaduta del Paese nello stato che abbiamo sotto gli occhi e nel quale ci troviamo tutti a vivere.
Uno dei protagonisti maggiori di quella stagione lo abbiamo qui ,stasera,fra di noi.
Mai,però, “fra le genti debellate e dome”,per dirla alla Tasso ,sempre sulla breccia,sempre ed ancor più di ieri sul fronte a combattere le mafie come ai tempi in cui, con la toga , le combatteva nel primo maxiprocesso di Palermo ,nel processo Pecorelli contro Andreotti e nelle migliaia di altri processi vecchi e nuovi.
Un distintivo per noi che lo abbiamo voluto,subito dopo il Giudice Esposito,anch’egli qua fra di noi,nostro Presidente Onorario e Coordinatore del nostro Ufficio Legale.
Alfredo Galasso.
Dalle terre di mafia,la Sicilia, a contrastarla , insieme a Falcone,Borsellino , Caponnetto e tanti altri magistrati coraggiosi ,lo abbiamo chiamato a combattere, con noi,in un’altra terra,questa,lo stesso di mafia ,tenuto conto dell’affiliazione dei Casalesi a Cosa Nostra .
Dalla terra delle grandi stragi a quella delle stragi e “dei Fuochi”.
Stragi con le bombe e stragi di avvelenamento.
Ma sempre ad opera di Cosa Nostra e dei suoi tentacoli in versione campana.
Compiute sempre con la complicità ,oggettiva o soggettiva,di pezzi della politica e delle istituzioni.
Una battaglia dura che abbiamo cominciato prima a Giugliano,poi a Caivano , che questa sera proseguiamo qui,a Caserta, e che proseguirà nel tempo.
A Giugliano l’oncologo Dr.Marfella ci ha parlato di “35.000 firme” di cittadini che hanno denunciato ad alcune Procure campane il massacro fatto dalla camorra con l’interramento di rifiuti tossici e del mancato seguito che sarebbe stato dato alla loro denuncia.
Noi abbiamo interessato la Procura della Repubblica di Roma per verificare l’andamento di questa cosa.
Un’immane tragedia,quella provocata dalla camorra con la complicità di pezzi della politica e delle stesse istituzioni e che ha portato Carmine Schiavone ad ipotizzare la morte di “5 milioni” di persone innocenti.
Un’immane tragedia che,peraltro,ha portato e porterà sempre di più ad una desertificazione di ampi territori della regione campana e non solo perché laddove c’é mafia non ci sarà mai sviluppo.
Nessun imprenditore serio – ammesso,peraltro,che gli venga consentito dai clan – ,infatti,verrà mai ad investire i suoi soldi su un territorio gravato da una forte presenza mafiosa e,di conseguenza,da minacce,ricatti,violenze e pizzo.
Costi altissimi,questi,che nessun operatore economico onesto é disposto a pagare e che terranno,quindi,lontana per sempre tutta l’imprenditoria pulita.
Luigi Leonardi,stasera fra di noi,vi parlerà di come vive un imprenditore in Campania e di quello che gli capita se si rifiuta di sottostare ai voleri ed ai ricatti della camorra.
Quando noi parliamo di……….”necessità dell’Associazione Caponnetto”.
In Campania, come altrove.
Perché “necessità” dell’Associazione Caponnetto?
Perché l’Associazione Caponnetto é uno dei pochi sodalizi in Italia che combattono le mafie e le illegalità senza mai chiedere e prendere un solo euro né dallo Stato,né dalle Regioni ,né dai Comuni ,né da chiunque altro,pubblico o privato e che si autofinanziano attraverso un tesseramento ristrettissimo e rigorosissimo – ad evitare possibili infiltrazioni,già tentate,peraltro, da un’amministrazione di questa provincia nel passato recente sciolta per mafia e addirittura da familiari di boss della camorra – e qualche migliaio di euro proveniente dal 5 x 1000.
Il resto,all’occorrenza,lo tiriamo fuori,sottraendolo alle nostre famiglie, dalle tasche di qualcuno di noi.
Abbiamo un bilancio annuale che non arriva mai alle due cifre e che ci consente appena di affrontare le spese di manifesti,pagamenti di sale che sono quasi sempre private,diritti di affissione e tante,tantissime visure camerali che facciamo per individuare le imprese mafiose.
Ma la nostra forza sta,soprattutto,nell’autonomia assoluta da partiti politici e da condizionamenti di ogni sorta dovuti ad alleanze e patti con chicchessia,e,ancora,dal nostro modello di fare antimafia basato tutto e solo su tre principi fondamentali e che ci caratterizzano come un’associazione che non fa retorica e che sono:
1)l’ INDAGINE,
2)la DENUNCIA ;
3)la PROPOSTA.
Senza DENUNCIA,nomi e cognomi,e senza quel sostegno alla magistratura inquirente di cui parlava e che invocava Paolo Borsellino,un’associazione antimafia non ha alcun senso.
Questo siamo noi e questa é l’Associazione Caponnetto.
La presenza fra di noi di uomini come Alfredo Galasso ,del giudice Esposito,di funzionari integerrimi dello Stato,di giornalisti d’inchiesta ed anche di militari di corpi di polizia,insieme al nome che portiamo,é emblematica ed indicativa del nostro modello di concepire e fare la lotta alle mafie,alla corruzione,alle illegalità.
Siamo qui stasera,come lo siamo già stati a Giugliano e a Caivano e lo saremo a Scafati verso la fine dell’anno,con il proposito di affrontare i temi reali e drammatici di questa terra devastata dalla camorra e dalla malapolitica asservita agli interessi personali di questo o quel delinquente.
Ma non lasciateci soli perché altrimenti non andremo da nessuna parte.
A conclusione di questo mio saluto a tutti i partecipanti a questo convegno,mi corre l’obbligo di rivolgere un caloroso,particolare ringraziamento ai Carabinieri dell’Associazione Nazionale Carabinieri ,Sezioni di Giugliano,Caivano e Frattaminore,qui presenti con una delegazione provinciale,con i quali abbiamo un fattivo patto di affettuosa collaborazione,ringraziamento estensibile ai magistrati intervenuti e tutti gli altri relatori
Un grazie anche all’avvocato Varriale ed a tutti i suoi collaboratori dell’emittente Julie Italia,alle mamme della “Terra dei Fuochi”,a Luigi Leonardi,a Gennaro Ciliberto,questi due ultimi coraggiosi uomini che hanno denunciato e fatto arrestare tantissimi camorristi e che sono stati sempre a noi vicini.
Il loro comportamento sia di esempio a tutti coloro che,pur subendo le violenze morali e materiali della mafia,non hanno il coraggio di denunciarla.
Un abbraccio affettuoso alla carissima Rita Pennarola ed a Salvatore Carli,due nostre icone in Campania della lotta alla camorra ed al malaffare.