Chi vive,per sua scelta, immerso totalmente ,se pur in ispirito, nelle condizioni di disagio e di sofferenza di tanta parte del Paese e del mondo intero,non é nelle condizioni di trascorrere una Festa,qual’é la Pasqua,nell’indifferenza e nell’inconsapevolezza del tanto male che lo circonda.
Ieri mattina ci ha telefonato una giovane signora di una regione del sud,Testimone di Giustizia di vecchia data e già capitalizzata dallo Stato con una somma ridicola,la quale,chiedendoci dei consigli,ci ha detto :”io vivo nascosta,lontana dalla terra che mi ha dato i natali,con una figlia di 20 anni,senza lavoro ed assistita solamente da mio padre che con la sua misera pensione di lavoratore deve aiutare ben 5 persone,oltre a me e a mia figlia.Mangiamo due uova al giorno e non possiamo permetterci altro.Con mille difficoltà debbo tenere celato,per quanto mi é possibile , il mio status di Testimone di Giustizia perché ,altrimenti, oltre a mettere a repentaglio l’integrità fisica mia e di mia figlia,non posso nutrire alcuna speranza di un’occupazione.Qualche tempo fa avevo trovato un lavoro ma,dopo appena un anno,sono venuti a cercarmi i NOP per notificarmi la legge per l’occupazione dei Testimoni di Giustizia ed il mio principale mi ha licenziata per paura che potesse succedergli qualcosa per la mia presenza nella sua azienda.La legge ,però,della quale pur si parla con tanta enfasi,ancora non é tale perchè la proposta giace nei cassetti e non viene ancora approvata,Come debbo fare per non far morire di fame mia figlia?”
Le abbiamo fornito i suggerimenti richiestici ,ma pur abituati a fatti e situazioni dolorosi ,abbiamo avvertito un colpo al cuore,una sofferenza che stanotte non ci ha fatto chiudere occhio.
Il dolore di una madre,peraltro indifesa e che non pensa a sé quanto alla vita di sua figlia ti sconvolge ,ti fa lacrimare di sangue il cuore.
Si potrà dire che si tratta di ……un “caso”,ma ciò sarebbe sbagliato profondamente perché di questi “casi”,sotto varie forme,ce ne sono tanti altri.Tantissimi. Una moltitudine .E non solo fra i Testimoni ma anche fra i Collaboratori di Giustizia,quelli veri e sinceri e che non delinquono più e fra i loro familiari.
Senza considerare,poi,le altre migliaia di familiari di vittime incolpevoli,militari o civili ,alle quali lo Stato non ha saputo o voluto,ad oggi,dare un conforto,un sostegno,se non altro almeno di natura morale;
o,ancora,i milioni di altre persone che,vittime di mafie,guerre,ingiustizie,violenze morali e materiali,vivono private degli affetti,lontane dalle proprie terre,nella fame e nelle privazioni,discriminate da un consesso infame ,crudele ed incivile.
Ti vengono a mente centinaia di nomi,Gennaro,Luigi,Salvatore,Maria,Francesca ,Giuseppe,Francesco Paolo,Rita ,Andrea e cognomi,Falcone,Borsellino,Dalla Chiesa,Scopelliti,Giuliano,Fava,Marrazzo,Mancini ,Bisceglia e ti domandi se per tutti i loro familiari la Pasqua,come tutte le altre ricorrenze religiose e civili ,possano rappresentare un’occasione di festa o di dolore.
Quella raffigurazione del corpo martoriato di Cristo volato al cielo e risorto é l’unico sollievo che ancora ti regge e ti dà la forza di continuare a combattere per almeno tentare di dare un pur minimo,microscopico ,aiuto a chi sta soffrendo.
Ma al dolore che senti dentro si accompagna la rabbia che,pur se vuoi contenere in ossequio a Cristo , é,pur tuttavia,umanamente irrefrenabile,e ti costringe a vivere in maniera “diversa” da tanti altri la Pasqua e tutte le altre ricorrenze,
Un miscuglio di sentimenti che derivano dalla constatazione del mondo che ti circonda e dall’indifferenza,dall’insensibilità,dalla cecità,dalla crudeltà e dell’egoismo dei più che preferiscono vivere questa ricorrenza nello squallore morale e spirituale senza tener conto di ciò che ci circonda.
Un oceano di sofferenza,come quella di cui fu vittima Cristo prima di essere ucciso.