Il Mattino, Lunedì 3 Aprile 2017
Imprese del clan: confiscato il tesoro del «re» del cemento
di Marilù Musto
Pastorano. Avrebbe fornito il calcestruzzo utilizzato nei lavori di riqualificazione di Villa Literno e, stando al racconto del collaboratore di giustizia Nicola Panaro, braccio destro degli Schiavone, si sarebbe «guadagnato» un ruolo anche per la fornitura di cemento per la costruzione della centrale termoelettrica a Sparanise. Per lui, è stata disposta la confisca dei beni. Si tratta dell’imprenditore del calcestruzzo, N. P., considerato attivo nel fornire notizie al clan Schiavone e Zagaria sulle ditte concorrenti. Attraverso la Cls s.r.l. di Pastorano – finita nlle mani della magistratura -l’imprenditore avrebbe dato al clan dei casalesi notizie su tutti i cantieri edili aperti nella provincia di Caserta consentendo al gruppo criminale di conseguire il controllo del settore della fornitura del calcestruzzo.
Lui stesso faceva parte della rosa delle ditte che il clan utilizzava – stando alle indagini – per monopolizzare l’ offerta di cemento nei grandi appalti. Avrebbe poi versato alla famiglia di Francesco Schiavone «Sandokan» parte degli utili conseguenti all’attività – favorita dalla camorra – di fornitura del cemento. Pochi giorni fa, i giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione Misure di Prevenzione, hanno depositato il provvedimento di confisca dei beni del valore di diversi milioni di euro. Il provvedimento è stato firmato dai magistrati del collegio: Massimo Urbano, Francesco Balato e Federica De Bellis.