Lavori eseguiti al cimitero e costati al Comune di più rispetto al loro reale importo. Non solo: risultano interventi mai effettuati, ma pagati dall’ente con tanto di fatture emesse. Il danno economico subìto dal Comune è stato quantificato in circa 421 mila euro. E’ questo il castello accusatorio ricostruito dagli investigatori nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura su presunte tangenti e irregolarità nella gestione di alcuni lavori pubblici commissionati dal Comune di Frosinone. Sugli sviluppi dell’inchiesta ha fatto il punto ieri il pm titolare del fascicolo, Adolfo Coletta: «Gli accertamenti sono partiti a seguito di un esposto presentato dopo il caso dell’allagamento delle tombe al cimitero di Frosinone. Dalle indagini delle forze dell’ordine, che hanno operato su delega, si è deciso di verificare la pista di un eventuale rapporto ”privilegiato” con alcune ditte che operavano sul cimitero. Circostanza poi emersa». Sono stati ascoltati anche alcuni imprenditori. Coletta non si è sbilanciato sul numero degli indagati: «Sono più di due», ha detto. Ai due dipendenti comunali del settore Manutenzione, di cui uno in pensione, finiti sul registro con ipotesi di reato di concussione, si è aggiunto un imprenditore, accusato di concorso in peculato. Secondo la ricostruzione degli investigatori, sono una decina i lavori sul cimitero, anche quelli inesistenti, finiti nel mirino di carabinieri e guardia di Finanza. A fronte di interventi il cui costo reale avrebbe dovuto essere di circa 100.000 euro, gli inquirenti hanno riscontrato fatturazioni maggiorate emesse da un paio di ditte concusse e liquidate dall’ente per un importo che supererebbe di poco i 500.000 euro. In un caso, un lavoro di 800 euro sarebbe stato liquidato con 41.000 euro.
Stefano De Angelis
(Tratto da Il Messaggero)