Probabile uno sciopero a livello nazionale organizzato dalla Fieg
La protesta, intanto, si è diffusa anche nel web. Il sito valigiablu.it, sostiene un’iniziativa volta a sollecitare il presidente della Repubblica a non promulgare il ddl quando questo arriverà sul suo tavolo. Propone (con modalità spiegate on line) di inviare il più alto numero possibile di mail di protesta a Napolitano. Anche il sito “No Bavaglio” promuove una raccolta firme per evitare “un pericoloso regime di opacità e segreto”. Ad ora le firme sono state 112.812. In Facebook poi sono nati numerosi gruppi di protesta, come “Libertà e informazione” e “Dignità dei giornalisti e rispetto dei cittadini”.
No da Fieg eSky – Anche giornali e televisioni manifestano il loro disappunto. Ieri l’emittente satellitare Sky ha annunciato il ricorso alle autorità europee perché “queste norme rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione, ma soprattutto costituirebbero una grande anomalia a livello europeo”. Il presidente della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) Carlo Malinconico ha dichiarato: ‘Queste sanzioni non hanno vera giustificazione, se non quella di esercitare pressione sugli editori che in molti casi rischiano la stessa sopravvivenza. Si tratta di un ulteriore intervento penalizzante per la categoria, gia’ duramente colpita dalle recenti iniziative normative. La Fieg insiste per la loro eliminazione”.
Comunicato di Mediaset – In un comunicato diffuso da Cologno Monzese, infine, si dichiara che ‘I Cdr di Tg5, News Mediaset, Sport Mediaset, Studio Aperto, Videonews aderiscono alla proposta indicata dalla Fnsi di organizzare una mobilitazione permanente e diffusa nel territorio che dovra’ sfociare in uno sciopero nazionale dell’intera categoria qualora non vengano apportate significative e positive modifiche ai testi in discussione in parlamento sulle intercettazioni.”