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Interrogazione parlamentare per i reati di strage, omicidio , in conseguenza del reato di disastro ambientale,

Pubblicato il 21 novembre 2018, nella seduta n. 61 LANNUTTI , PESCO , DI NICOLA , ROMAGNOLI , GRANATO , ROMANO , PIRRO , DE BONIS , LUCIDI , EVANGELISTA , L’ABBATE , TRENTACOSTE – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute, dell’interno e della giustizia. – Premesso che a quanto risulta agli interroganti: l’Associazione nazionale illegalità e mafie “Antonino Caponnetto” ha presentato negli ultimi mesi diversi esposti alla Procura nazionale antimafia, alle procure delle province di Napoli e Caserta, di Cassino ed alla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso, richiedendo di indagare rispettivamente; alle procure di Napoli, Napoli Nord, Torre Annunziata, Nola, Santa Maria Capua Vetere: per i reati di strage (art. 422 del codice penale), omicidio (art. 575 del codice penale), in conseguenza del reato di disastro ambientale, in merito all’ubicazione degli interramenti rifiuti tossici e/o sostanze nocive ed eventualmente anche radioattivi nel territorio della Regione Campania (Province Napoli e Caserta) denominata Terra dei Fuochi, o l’Inferno di Gomorra. Una terra distrutta, inquinata, avvelenata, costretta a risucchiare rifiuti per anni e anni dalla criminalità organizzata, con la complicità di politici, imprenditori e parte delle istituzioni che avrebbero dovuto controllare, monitorare, proteggere e garantire la salute pubblica. Si parla oramai di una vera e propria strage di bambini e persone adulte, colpiti da patologie tumorali che hanno una stretta correlazione con le sostanze tossiche interrate in quel territorio; alla Procura di Cassino, competente per una vasta area del Frusinate e Basso Lazio, per il reato di disastro ambientale e quant’altri ipotizzabili dai fatti, con richiesta di accertamenti in merito a sostanze tossiche e/o radioattive interrate, in particolare nella discarica ubicata in località Nocione, oltre che in altre località sotto la competenza della Procura, compreso il tratto tra Presenzano – S. Vittore – Cassino nelle discariche e nella cave aperte abusivamente da soggetti collegati alla camorra operanti in subappalto nei lavori di costruzione della terza corsia dell’Autostrada del Sole e della TAV; richiesta di accertamento dell’identità e della posizione degli autotrasportatori indicati nei documenti desecretati, che contengono le dichiarazioni di Carmine Schiavone riferite alle Province di Latina e Frosinone e, se utili, alle indagini delle altre province; gli elenchi dei mezzi di trasporto con indicato il numero di targa e relativo intestatario; alla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso è stata prodotta una denunzia per accertare la sussistenza di un presunto traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi legati a residui di incenerimento tramite combustione, che sarebbe avvenuto tra l’inceneritore di Pozzilli, di proprietà di Herambiente, e il cementificio della società Colacem nella Piana di Venafro (ipotesi di reato rientranti nella tipologia prevista dalla legge 13 agosto 2010, n. 136) di competenza delle Direzione distrettuale antimafia. Traffico di ceneri che da una dichiarazione fatta alla stampa dal prefetto di Isernia, dottor Guida, sarebbe avvenuto con mezzi appartenenti a ditte collegate con la criminalità organizzata; dal quadro illustrato, tratto dai citati dettagliati esposti, si evidenzia che oramai nelle Province del centro Italia sussiste una emergenza criminalità dedita al traffico illegale di rifiuti e conseguente inquinamento ambientale, che sembra sfuggire al controllo delle autorità preposte, che sta creando una preoccupante inquietudine nella popolazione, sia per la salute pubblica, dovuta all’impennata di malattie tumorali, che per l’impunità di cui godono i criminali dell’ambiente. A questo preoccupante quadro vanno aggiunti gli ulteriori atti criminali derivanti dalla miriade di sospetti roghi (tossici) che hanno colpito negli ultimi due – tre anni i centri di raccolta, smistamento e trattamento di rifiuti differenziati in tutta Italia, oltre 200, con un preoccupante aggravamento della situazione ambientale e sanitaria; si tratterebbe di un metodo diffuso tra le aziende, che farebbe ipotizzare un sistema criminale per distruggere con l’incendio, materiali non riciclabili, antieconomici da smaltire. Metodo criminale che dovrebbe essere maggiormente approfondito nelle indagini pur rilevanti degli investigatori e delle Direzioni distrettuali antimafia competenti per territorio, si chiede di sapere: se il Governo intenda, per quanto di sua competenza, promuovere un’indagine epidemiologica per valutare nell’insieme il reale stato dei danni provocati alla salute dei cittadini coinvolti; se disponga di maggiori informazioni in ordine alla infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti, in particolare nelle regioni Campania, Lazio, Molise e se emergano collusioni con la criminalità industriale; se il Ministro dell’interno intenda sollecitare le prefetture coinvolte per competenza territoriale, affinché vengano attivati i comitati di sicurezza pubblica per i conseguenti provvedimenti; se il Ministro della giustizia intenda avviare approfonditi accertamenti, anche tramite l’utilizzo dei propri poteri ispettivi, per verificare se a quella che agli interroganti appare come una forma di inattività e di sottovalutazione dei descritti fenomeni criminali da parte dell’autorità preposta, corrispondano mancanze di propria competenza.