il caso di un falso poliziotto, tal Roberto Scandurra, che per tre mesi aveva frequentato gli uffici del commissariato di polizia «Due Torri San Francesco» di Bologna – l’associazione antimafia a. Caponnetto ringrazia l’on Testamento m 5 stelle ed il suo staff per l’interessamento e l’impegno profuso per la presentazione dell’interrogazione – Grazie
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03037
DATI DI PRESENTAZIONE DELL’ATTO
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 186 del 07/06/2019
FIRMATARI
Primo firmatario: TESTAMENTO ROSA ALBA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/06/2019Elenco dei co-firmatari dell’attoNominativo co-firmatarioGruppoData firmaGRIPPA CARMELAMOVIMENTO 5 STELLE07/06/2019MARIANI FELICEMOVIMENTO 5 STELLE07/06/2019NAPPI SILVANAMOVIMENTO 5 STELLE07/06/2019
DESTINATARI
Ministero destinatario:MINISTERO DELL’INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL’INTERNO delegato in data 07/06/2019
STATO ITER:
IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-03037presentato daTESTAMENTO Rosa Albatesto diVenerdì 7 giugno 2019, seduta n. 186
TESTAMENTO, GRIPPA, MARIANI e NAPPI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
nel 2015 molte testate giornalistiche riportarono il caso di un falso poliziotto, tal Roberto Scandurra, pregiudicato, che per tre mesi aveva frequentato gli uffici del commissariato di polizia «Due Torri San Francesco» di Bologna spacciandosi per un ispettore del servizio centrale operativo di Roma. Il personaggio, nella realtà risultato gestore del parcheggio dell’aeroporto di Chieti, era stato introdotto nei suddetti uffici da un vero poliziotto, tal Antonio Moggi, che originario di Augusta, si trovò a operare per alcuni mesi nel commissariato Due Torri come agente «aggregato». Dopo la scoperta dell’imbroglio, il vero poliziotto (Moggi) e il falso poliziotto (Scandurra) finirono sotto inchiesta e successivamente condannati, in primo grado, dal tribunale di Bologna: il primo a due anni di reclusione, con annessa interdizione dai pubblici uffici e riduzione del 50 per cento dello stipendio, e il secondo a sei mesi e venti giorni di pena detentiva per i reati di accesso abusivo a sistemi informatici, usurpazioni di funzioni pubbliche, sostituzione di persona e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Entrambi sono stati inoltre condannati a risarcire con 5000 euro il Ministero dell’interno e per tutti e due c’è stata la sospensione condizionale della pena. Inoltre, Moggi veniva interdetto per due anni dai pubblici uffici. Attualmente si attende la sentenza di appello;
oltre ai risvolti penali della vicenda, appunto tuttora in corso, quattro anni fa, immediatamente dopo la diffusione della notizia a mezzo stampa, l’allora questore di Bologna Ignazio Coccia annunciò l’avvio di una rigorosa indagine interna finalizzata ad accertare eventuali responsabilità, ma ancora oggi delle risultanze di quella indagine non si sa nulla;
a testimonianza dell’opportunità di avviare l’indagine interna di cui sopra non si può non richiamare l’attenzione su un comunicato stampa del Sindacato italiano appartenenti polizia (Siap), ripreso dal quotidiano «Libero» del 1° maggio 2015, in cui si parlava di «un’attività di indagine delicata e coperta da segreto investigativo»;
la vicenda di cui sopra è stata anche oggetto di attenzione da parte di alcune associazioni per la legalità, tra queste l’Associazione «Antonino Caponnetto» che ha chiesto si faccia finalmente chiarezza sulla vicenda e si rendano pubbliche le risultanze dell’indagine interna;
a destare ulteriori preoccupazioni circa il livello di sicurezza interna del commissariato «Due Torri» di Bologna, risulta agli interroganti che nel medesimo commissariato sia tuttora operativo un poliziotto, Giuseppe Rizzieri di Castel Volturno, già condannato in primo grado per aver svolto un servizio di scorta a favore di un esponente di un clan mafioso ma recentemente assolto in appello –:
se il Ministro interrogato non ritenga doveroso porre in essere tutte le iniziative di competenza utili a verificare il livello di sicurezza attualmente esistente all’interno del commissariato di polizia «Due Torri»;
se il Ministro interrogato, in relazione ai fatti esposti, non ritenga opportuno esercitare i poteri ispettivi che l’ordinamento gli riconosce, al fine di accertare lo stato dell’indagine interna annunciata dall’ex questore Coccia, ovvero se la stessa sia stata ultimata e con quali risultanze.
(4-03037)