E’, questa, per noi e per la parte sana della comunità pontina, la madre di tutte le battaglie.
Perché è su Fondi e sul territorio circostante che si è costituito quell’asse basato su un intreccio inquietante fra mafie, pezzi di politica, affari.
Un asse che si estende pericolosamente su un territorio che comprende, oltre a Fondi, Terracina, San Felice Circeo e Sabaudia e che si estende fino a Formia-Minturno in maniera specifica e, più in generale, su tutta la provincia di Latina.
E su quest’asse ci sono tutti, ma proprio tutti, le mafie dei colletti bianchi e delle facce presentabili, clan, cosche e ‘ndrine vincenti e perdenti, con un mix che da un momento all’altro può dar luogo a conflitti sanguinosi che renderebbero ancor più esplosiva di quanto non lo sia stata finora la situazione.
Ecco perché noi dell’Associazione Caponnetto stiamo insistendo da anni sulla necessità di una ristrutturazione dei vertici fondani delle forze dell’ordine essendosi quelli attuali mostrati inadeguati a svolgere un ‘opera, oltreché di prevenzione e repressione, di ordine pubblico cioè, soprattutto di intelligence.
In zone di guerra si mandano comandanti esperti di guerra..
Il problema dei problemi in questa provincia è che, fatta eccezione per Comandanti e Questori del livello di Tomasone, Rotondi e qualche altro e Questori come il Dr. D’Angelo, non abbiamo avuto ai vertici delle forze dell’ordine le energie migliori.
Lo Stato non ha voluto capire che, per tentare di frenare l’avanzata delle mafie dal sud verso il nord, avrebbe dovuto costituire una barriera di ferro utilizzando energie ed uomini su questo territorio fra i più esperti a disposizione.
Cosa che lo Stato non ha fatto e continua a non voler fare mantenendo ai vertici della magistratura inquirente e delle forze dell’ordine, fatta qualche rara eccezione, personale che andrebbe bene in situazioni ordinarie ma non in una come è quella attuale da noi, su un territorio considerato dalla camorra, come ci ha fatto osservare più volte il PM della DDA di Napoli Antonello Ardituro, parte integrante della provincia di Caserta.
O, peggio, cacciando o mettendo in condizioni di andarsene, gli uomini migliori, dall’ex Presidente del TAR Bianchi, al colonnello Rotondi e, prossimamente, il Prefetto Frattasi e, forse, il Questore D’Angelo.
Perché?
Interrogativi inquietanti ai quali ognuno dia la risposta dettata dal livello della propria intelligenza.
Quando noi parliamo di Stato non facciamo grandi differenze se esso è rappresentato da classi governanti definitesi di destra come di sinistra, contrariamente a quanto va dicendo chi oggi governa questo territorio.
Perché se si fosse intervenuti seriamente, come hanno chiesto ripetutamente Commissioni Parlamentari Antimafia, DNA, DDA, DIA e quanti altri, non saremmo arrivati alla formazione di quel “sistema” politico -mafioso-affaristico che oggi, anche con lo scioglimento dell’Amministrazione Comunale, è difficile scardinare.
Su Fondi e su intrecci inquietanti fra pezzi di pubblica amministrazione e settori della criminalità esistono da anni montagne di accertamenti e di riscontri.
Intrecci che hanno profondamente inciso sul tessuto economico, sociale ed amministrativo dell’intera collettività.
Un Governo veramente pensoso degli interessi di questi avrebbe dovuto intervenire subito ed in profondità.
Ciò che non è avvenuto, purtroppo.
Le responsabilità, a questo punto, sono tutte politiche.
Nessuno tenti di tirarsene fuori.
Come nessuno tenti anche di zittirci con provocazioni, minacce, insulti.
Noi dell’Ass. Caponnetto andiamo avanti. Comunque.
Fortunatamente a Fondi abbiamo trovato la sensibilità e l’amore verso il proprio territorio di tantissimi amici, a cominciare da Bruno Fiore.
Questo ci induce ad essere relativamente ottimisti per la necessaria opera di ricostruzione morale, culturale e politica che ci aggiungiamo a fare subito dopo l’atto di scioglimento dell’Amministrazione:
Ai cittadini perbene di Fondi rivolgiamo un caldo appello a stringersi a noi tutti per affrontare questa delicatissima e difficile opera di ricostruzione.