La Dda di Catanzaro chiede la riapplicazione della custodia cautelare per Pittelli
AMDuemila 22 Febbraio 2022
La Dda: “Quadro indiziario aggravato”
Secondo la Procura di Catanzaro l’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia, deve tornare in carcere.
La Dda di Catanzaro ha chiesto al Tribunale del Riesame che venga disposta la riapplicazione della custodia cautelare in carcere a carico di Pittelli, già imputato di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo “Rinascita Scott” contro le cosche vibonesi in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme. L’appello della Dda, sottoscritto dal Procuratore Nicola Gratteri e dai sostituti Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso, è finalizzato a chiedere la revoca della decisione presa il 9 febbraio scorso dal Tribunale di Vibo Valentia di concedere i domiciliari a Pittelli, già detenuto nel carcere di Melfi (Potenza). Secondo la Procura, il Tribunale di Vibo Valentia ha deciso sulla scarcerazione di Pittelli “senza nemmeno attendere l’intero decorso dei due giorni successivi previsti affinché l’ufficio del Pubblico ministero esprimesse il suo parere”. Parere che, “qualora fosse stato atteso – sostiene la Dda – avrebbe consentito al Tribunale di Vibo Valentia di valutare anche i contenuti dell’informativa” dei carabinieri del Ros di Roma “dalla quale si può agevolmente evincere – afferma ancora la Procura distrettuale – come non si sia aggravato soltanto il quadro indiziario a carico di Pittelli, ma anche quello delle esigenze cautelari”. Sono tre le motivazioni sulle quali l’accusa fonda l’appello: “avere trasmesso una missiva ad un soggetto terzo”, cioè al ministro Mara Carfagna, violando così “il divieto d’interlocuzione con soggetti diversi da quelli con lui conviventi”; il coinvolgimento di Pittelli nell’inchiesta “Mala Pigna” della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e la cosiddetta “truffa dei diamanti” in cui l’ex parlamentare è coinvolto. La Dda fa anche riferimento ad un’informativa di reato della Guardia di finanza di Catanzaro, depositata il 5 novembre del 2021, riguardo la gestione della società “AT Alberghiera Turistica”. In questa vicenda Pittelli, “socio e amministratore di fatto – sostiene la Dda – della società, a partire dal 2018 aveva posto in essere condotte distrattive, che, in presenza di una dichiarazione di fallimento, integrano il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione, in danno del creditore (nel caso di specie, la Regione Calabria)”.
Giancarlo Pittelli
Arrestato il 19 dicembre del 2019 l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, da poco tornato agli arresti domiciliari, è imputato al maxi processo Rinascita Scott (istruito dal procuratore Nicola Gratteri e dal pool della Dda di Catanzaro) per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i magistrati sarebbe un “uomo cerniera”, che “accreditato nei circuiti della massoneria più potente, è stato in grado di far relazionare la ‘Ndrangheta con i circuiti bancari, con le società straniere, con le università, con le istituzioni tutte, fungendo da passepartout del Mancuso, per il ruolo politico rivestito, per la sua fama professionale e di uomo stimato nelle relazioni sociali“. Inoltre, secondo i magistrati, “avrebbe messo sistematicamente a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale”. Pittelli è stato indicato da alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Andrea Mantella, come esponente di una rete “aggiustaprocessi”. Altro pentito che ha parlato di Pittelli è stato Cosimo Virgiglio. In particolare quest’ultimo, già sentito in diversi procedimenti come ‘Ndrangheta stragista o il processo Breakfast, ha sostenuto che l’avvocato Pittelli avrebbe avuto una doppia appartenenza, quella “pulita” con il Goi (da cui ora è sospeso) del distretto catanzerese e poi quella “coperta” legata alla Loggia di Petrolo di Vibo.
Nonostante le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e le indagini della magistratura per alcuni l’avvocato Pittelli è stato “sequestrato” in carcere con la sola colpa di “aver scritto una lettera al ministro Carfagna”, tanto che giornalisti, avvocati, politici, aspiranti politici, sardine, ex ministri, ex europarlamentari, addirittura 25 senatori e deputati in carica, registi come Tinto Brass ed ex calciatori come Beppe Signori hanno sottoscritto l’appello per la scarcerazione dell’avvocato con il sostegno di un comitato promotore presieduto dall’ex penalista Enrico Seta. Tra i firmatari figurano soggetti della vecchia guardia democristiana come il condannato Totò Cuffaro e la sardina Jasmine Cristallo. Ricordiamo che Pittelli è rientrato in carcere dopo che si era appreso di una lettera che aveva scritto ad ottobre al Ministro per il Sud Mara Carfagna, in cui le chiedeva aiuto per risolvere la questione legata alle sue vicende giudiziarie. La segreteria del Ministro aveva poi inviato la lettera di Pittelli all’ispettorato di Palazzo Chigi che, a sua volta, l’aveva trasmessa alla Squadra mobile di Catanzaro per poi giungere alla Dda. Da qui l’aggravamento della condizione detentiva di Pittelli per violazione delle prescrizioni imposte dagli arresti domiciliari. Dal 10 febbraio l’ex senatore azzurro è tornato a casa, ma se il ricorso della Procura di Catanzaro verrà accolto dovrà tornare in carcere.
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