Variante di valico – Le nuove gallerie mettono a rischio il vecchio viadotto e due paesini
Tanto tuonò che piovve: la vicenda delle gallerie che franano sulla nuova Variante di valico, in costruzione tra Bologna e Firenze da oltre 10 anni, è finita per due giorni di seguito in prima pagina. Una storia di cui si è sempre parlato poco, nonostante minacci la sopravvivenza di almeno due paesi appenninici e sia stata oggetto di audizioni al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. Nell’ultimo weekend l’ha ripresa Il Fatto Quotidiano, fondamentalmente per dire che i costruttori sono in attrito col committente (Autostrade per l’Italia) per averli indotti a scavare gallerie a Sparvo e Ripoli troppo in alto e avere quindi smosso il fronte di frana, che ora minaccia i due paesi.
La galleria sarebbe stata scavata in questo modo per abbassare i costi. Ma il risparmio è stato pagato in termini di ritardi sulla fine dei lavori (e poi ce la prendiamo con la Salerno-Reggio Calabria, lunga quasi dieci volte tanto e molto meno trafficata e importante per la grande viabilità del Paese), di rischio di dover risarcire gli abitanti e di dover anche chiudere almeno un viadotto dell’attuale tracciato dell’Autosole, spostatosi di 15 centimetri.
Autostrade per l’Italia ha dichiarato al Fatto Quotidiano che è tutto sotto controllo. Ci auguriamo che sia vero e che sia per questo che le ultime relazioni sulla gestione della società non ne parlano, mentre invece parlano della grana giudiziaria sullo smaltimento dei rifiuti dello scavo, sulla quale i manager del gruppo sono convinti di aver ragione perché le norme ambientali si possono interpretare.
Nella vicenda dei rifiuti, il ministero dell’Ambiente è intervenuto contro Autostrade. Che cosa farà per le gallerie che franano e fanno franare? E che farà il ministero delle Infrastrutture, che non ha mai brillato per interventismo, deve vigilare anche sulle altre gallerie della Variante (e per almeno una si sta usando una tecnica di scavo che riserva incognite) e ora deve anche chiudere un occhio sugli investimenti dei gestori per ricompensarli degli sconti sui pedaggi per i pendolari?