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L’associazione Caponnetto scrive al Commissario Santoriello

L’Associazione Caponnetto ha inviato al Commissario del Comune di Civitavecchia, al Procuratore della Repubblica di Civitavecchia ed al Procuratore Capo e Coordinatore della DDA di Roma la seguente nota:

Egregio Commissario Straordinario,

ci risulta che nell’ambito della sua attività di verifica e controllo dell’azione amministrativa del Comune di Civitavecchia, abbia riscontrato delle anomalie nell’iter di assegnazione di alcuni appalti.

In particolare ci risulta che, con particolare riferimento agli anni 2012 e 2013, numerosi contratti siano stati sottoscritti in assenza della preventiva richiesta di documentazione antimafia a cui erano assoggettabili o, comunque, molto prima della scadenza del termine di 45 giorni prescritto dall’arte 93 del D. lgs n.150/2011 e che in alcuni casi alla carenza di detta documentazione si sia cercato di porre rimedio, peraltro in maniera quantomeno goffa, inoltrando la relativa istanza in maniera tanto tardiva da andare a coincidere con l’avvio della Sua azione di verifica.

Se tali notizie corrispondessero a verità, ci troveremmo in una situazione di grave e ripetuta violazione della normativa che ha esposto l’ente locale al gravissimo rischio di infiltrazioni mafiose, fatto reso ancor più deplorevole dalla constatazione che il Comune di Civitavecchia, sin dal 1 aprile 2009, ha sottoscritto con la Prefettura di Roma specifico Protocollo d’intesa “Ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture”.

Appare superfluo ricordare che il territorio di Civitavecchia è attenzionato da anni ed è stato teatro di svariate operazioni antimafia nonché del susseguirsi di numerosi “reati spia”, di cui l’operazione antiusura di ieri è solo un esempio.

Se poi, come sembrerebbe, le aziende che risultano coinvolte sono effettivamente per la maggior parte o provenienti da territori a rischio o orbitanti nella galassia degli interessi dei politici locali, ci troveremmo in una ancor più grave situazione di compromissione della legalità, tale da dover costituire terreno di intervento per le istituzioni sovra ordinate nonché per la magistratura.

Fermo rimanendo la nostra segnalazione di tale anomalia agli organi competenti, siamo a chiederle di rendere noto alla popolazione se quanto a noi riportato risulta a verità e, nel caso, quali provvedimenti siano stati assunti al fine di tutelare la legalità ed individuare i responsabili di questa estremamente preoccupante situazione.
Roma, 16 maggio 2014