Intercettazioni, l’ennesima fiducia
Il governo blinda il ddl intercettazioni ponendo al Senato la questione di fiducia ed esplode la protesta dell’opposizione: su tutti l’Italia dei Valori che, sventolando il tricolore, occupa l’Aula di Palazzo Madama. Il Pd attacca l’esecutivo definendo la decisione della fiducia “illegittima” perché autorizzata in un Consiglio dei ministri che ancora non conosceva il testo del maxiemendamento
Alla fine ce l’ha fatta. Silvio Berlusconi, che ieri, durante il direttivo del Pdl aveva blindato il testo sul ddl intercettazioni, dichiarando che era vincolante per i senatori ed i deputati del partito (anche se per lui era “insoddisfacente), non avrebbe fatto di meglio. Porre la questione di fiducia. La numero 34 dall’inizio della legislatura, fiducia su un maxi emendamento che in pratica riprende tutte le modifiche apportate nelle ultime ore dal relatore del disegno di legge, Roberto Centaro.
Ma la discussione in commissione non c’è stata, c’è stato piuttosto uno scontro tra le parti, con la maggioranza decisa a non far passare ulteriori richieste da parte dell’opposizione e quest’ultima intenta a discutere ogni singolo sub- emendamento provando, così, a far slittare l’approvazione di tutto il testo. Alla fine però il presidente della Commissione giustizia, Edmondo Berselli, non fa neanche votare il maxi-emendamento in commissione, perché il testo è atteso in aula per le 15 e 30 e ci sono 12 emendamenti e 50 sub-emendamenti che sarebbe impossibile votare. La bagarre si trasferisce nell’aula del Senato ed esplode quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, annuncia che la maggioranza porrà la questione di fiducia sul ddl intercettazioni, richiamandosi ad una presunta autorizzazione avuta nel Consiglio dei Ministri del 25 maggio scorso.
La reazione più dura è ancora una volta quella dell’Italia dei Valori che annuncia una vera e propria occupazione dell’aula, fin da stasera “davanti all’ennesimo atto di forza tipico del regime in cui ormai viviamo, un atto di resistenza in difesa della democrazia e per la dignità delle istituzioni” Felice Belisario, alla guida dei senatori dell’Idv non ha dubbi “è l’estremo tentativo – spiega Belisario – per bloccare la votazione sul ddl intercettazioni, un provvedimento che lede in maniera assurda ogni diritto alla informazione ed impedisce l’acquisizione di prove determinanti durante lo svolgimento delle indagini giudiziarie. E’ l’unica risposta democratica che possiamo dare ad un premier che, dopo aver giurato sulla Costituzione – concliude il capogruppo dei senatori Idv – la viola continuamente calpestando qualsiasi regola”.
La capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, dichiara invece che la fiducia chiesta dalla maggioranza è illegittima: “il consiglio dei ministri – ha spiegato la Finocchiaro – deve autorizzare la fiducia sul testo che sarà poi effettivamente votato dai senatori. Se il testo è profondamente cambiato, allora, il Consiglio dei ministri deve apporre nuovamente la fiducia su questo testo. E nel caso del ddl intercettazioni – ha concluso la presidente dei senatori democratici – la maggioranza ha cambiato cinque volte il testo da quel 25 maggio, giorno in cui, secondo Elio Vito, sarebbe stata posta la questione di fiducia sul ddl intercettazioni” I democratici però, per voce del responsabile Giustizia del partito, Andrea Orlando, sperano che il testo non subisca lo stesso trattamento ricevuto in Senato, dove praticamente non si è potuto discutere. “Ci auguriamo che, quando la legge approderà alla Camera – afferma Orlando – il presidente Fini garantisca un vero dibattito e non una mera ratifica”. Voto dunque che inizierà nell’aula del Senato giovedì alle 11,30, e clima politico sempre più incandescente in attesa soprattutto di quello che del provvedimento dirà il colle più alto.
Luca Rossi
(Tratto da Aprile online)